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Jane Austen: pensieri sparsi
su Ragione e sentimento
di Maria Rosa Panté
Date importanti:
Nasce nel 1775 in un paese del sud
dell’Inghilterra
Muore nel 1817 a 42 anni
La famiglia è numerosa e molto unita,
particolare è il legame fra Jane e la
sorella Cassandra che ha 3 anni più di
lei.
Il padre è un pastore, Jane ha molti
fratelli.Tutti studiano e la vita culturale
familiare è vivace.
Tanto che la famiglia incoraggia Jane a
scrivere.
Ma tutti i suoi romanzi eccetto i due
postumi Mansfield Park e Persuasione
escono anonimi: by a lady...
quanto meno si sa che è una donna
Perché la Austen è la prima delle grandi
narratrice inglesi del XIX secolo
In Persuasione ecco cosa scrive sulle donne che scrivono:
“Gli uomini hanno avuto ogni vantaggio su di noi nel raccontare la propria storia. Hanno sempre
beneficiato del privilegio dell'istruzione, in un grado molto più alto di noi; la penna è sempre
stata nelle loro mani.”
Raro caso, nei suoi romanzi, di recriminazioni esplicite sulla questione femminile, nonostante
frequenti siano i richiami all'istruzione femminile e a cosa un uomo vorrebbe da una donna...
Non sempre l'intelligenza è al primo posto.
Rari sono i casi in cui la Storia interviene nelle sue storie, in Mansfield Park l'ombra dello
schiavismo, in Orgoglio e Pregiudizio i militari
perché l'Inghilterra era in guerra...
Ma chi lo sa nelle opere della Austen?
CONTESTO STORICO E ARTISTICO
1789 Rivoluzione francese
Cui segue l’età napoleonica
1815 Waterloo: Napoleone sconfitto va in esilio
Congresso di Vienna: inizia la Restaurazione
In Inghilterra: società ancora rigida e rurale (ma
siamo alle soglie della prima rivoluzione
industriale che avviene proprio in Inghilterra) il
benessere viene dalla terra e la Austen, che è molto
economica nelle sue narrazioni, non scrive del
paesaggio se non abitativo e agricolo, l'idea
romantica del paesaggio stato d'animo in lei non
c'è...
La pioggia per esempio è, come nell'Eneide, un
cupido, quindi una necessità narrativa sia in
Ragione e Sentimento che in Orgoglio e
Pregiudizio. Serve a far incontrare e innamorare i
due protagonisti.
Nell’ambito artistico-letterario coetanei della Austen furono:
Scott, romanziere inglese; Foscolo, poeta italiano; Beethoven, musicista tedesco.
La Austen e la sua famiglia conoscevano la musica italiana e Jane sapeva un po’ di italiano, poi
conoscevano la musica di Mozart, infatti nel cottage dove vissero lei, la madre e la sorella sono
stati trovati spariti tra cui l’aria di Cherubino “Non più andrai farfallone amoroso” (dalle Nozze di
Figaro).
Frankestein di Mary Shelley fu edito nel 1817 anno della morte della Austen
In Italia è l'epoca di Leopardi e Manzoni
Dopo di lei vennero le sorelle Bronte e Dickens...
Ma lei leggeva? Nella società descritta dalla Austen le donne leggono molto e suonano molto.
Suonano e cantano (talvolta insieme agli uomini) più o meno bene. La musica si fa in casa, anche
se ci possono essere concerti. Il fatto interessante è che le eroine come Emma, Elizabeth, Elinor
suonano meno bene delle altre, delle comprimarie.
Ci si diletta anche col teatro e soprattutto fondamentali sono i balli: di cui la Austen parla spesso
anche nelle lettere. Perché sono un momento di socializzazione, svago e divertimento. Anche un
bel momento narrativo.
La sua idea della poesia, espressa in Persuasione:
“Recitò con tanta vibrante emozione i numerosi versi
che parlavano di un cuore infranto o di un animo
distrutto dall'infelicità, e sembrò così desideroso di
essere compreso, che Anne osò sperare che non si
limitasse a leggere esclusivamente poesia,
aggiungendo che a suo parere la triste sorte della
poesia consisteva nell'essere raramente gustata senza
pericolo da chi era in grado di gustarla appieno, e
nel fatto che le persone particolarmente sensibili, che
sole potevano apprezzarla fino in fondo, erano
proprio quelle che avrebbero dovuto assaporarla con
parsimonia.”
Forse la Austen preferisce la prosa!
Che la poesia possa arrecare danni lo diceva da tempo Dante (… quel giorno più non vi leggemmo
avante: Paolo e Francesca), come in effetti accade a Marianne in Ragione e sentimento
Marianne giudica così Edward Ferrars “Oh, mamma com'era noiosa e banale la lettura che
Edward ci ha fatto ieri sera! A me dispiaceva moltissimo per mia sorella. Eppure lei l'ha
sopportata con grande compostezza (…): sentire quei bellissimi versi che tante volte mi hanno
fatto quasi impazzire, recitati con quella impassibile flemma, con quell'orribile indifferenza”.
Invece il suo eroe reciterà i versi in modo ben più musicale ed emozionante... con la conseguenza
di spezzarle il cuore...
E no… non è questo che sa leggere le poesie, ma questo
La trama di Ragione e Sentimento:
•Due sorelle (più una troppo piccola per contare)
•Una madre vedova, tutte impoverite
•Parenti invadenti, alcuni simpatici altri meno
•Due eroi
•Anzi due eroi e un antieroe
•Due amori contrastati
•Una grave malattia
•Due lieto fine
•Anzi un lieto fine e un matrimonio “combinato”
Oh, ma è un Harmony o un
qualsiasi altro romanzo rosa!!!
Ebbene sì, la struttura
ridotta all’osso è la
stessa…
Anche i Romanzi ellenistici sono così, quasi tutti i romanzi. Quel che conta infatti è quel qualcosa
che rende un romanzo rosa un grande romanzo. Si tratta di elementi molteplici anche inspiegabili.
Perché mi piace tanto la Austen? Non lo so.
E non saperlo mi rassicura.
Vuol dire che molta carne c’è intorno a quelle ossa:
la sua scrittura, la sua intelligenza, la sua ironia, i suoi personaggi…
Chris Hammond
Elinor, this eldest daughter whose advice was so effectual, possessed a
strength of understanding, and coolness of judgment, which qualified her,
though only nineteen, to be the counsellor of her mother, and enabled her
frequently to counteract, to the advantage of them all, that eagerness of
mind in Mrs. Dashwood which must generally have led to imprudence.
She had an excellent heart; - her disposition was affectionate, and her
feelings were strong; but she knew how to govern them: it was a
knowledge which her mother had yet to learn; and which one of her sisters
had resolved never to be taught.
La figlia maggiore, il cui parere era stato così efficace, possedeva una
capacità di comprensione, e una freddezza di giudizio, che la
qualificavano, anche se a soli diciannove anni, a dare consigli alla madre, e
le davano la facoltà di contrapporsi, con vantaggio per tutti,
all'avventatezza di Mrs. Dashwood che conduceva generalmente
all'imprudenza. Aveva un cuore eccellente, era affettuosa, e i suoi
sentimenti erano forti, ma lei sapeva come governarli, una qualità che la
madre doveva ancora imparare, e che una delle sue sorelle era risoluta a
non imparare mai.
Chris Hammond
Marianne's abilities were, in many respects, quite equal to Elinor's. She was sensible and clever; but eager in
every thing; her sorrows, her joys, could have no moderation. She was generous, amiable, interesting: she was
every thing but prudent. The resemblance between her and her mother was strikingly great.
Le doti di Marianne erano, per molti aspetti, del tutto simili a quelle di Elinor. Era sensibile e intelligente, ma
impaziente in tutto; le sue pene, le sue gioie, non potevano essere moderate. Era generosa, amabile, interessante,
tutto meno che prudente. La somiglianza tra lei e la madre era straordinaria.
C. E. Brock
Edward Ferrars was not recommended to their good opinion
by any peculiar graces of person or address. He was not
handsome, and his manners required intimacy to make them
pleasing. He was too diffident to do justice to himself; but
when his natural shyness was overcome, his behaviour gave
every indication of an open affectionate heart. His
understanding was good, and his education had given it solid
improvement. But he was neither fitted by abilities nor
disposition to answer the wishes of his mother and sister, who
longed to see him distinguished - as - they hardly knew what.
They wanted him to make a fine figure in the world in some
manner or other.
Edward Ferrars non era assurto alla loro stima per
particolari doti nell'aspetto o nel comportamento. Non era
bello, e i suoi modi avevano bisogno di una conoscenza
intima per risultare piacevoli. Era troppo insicuro per rendere
giustizia a se stesso; ma quando riusciva a superare una
connaturata timidezza, il suo comportamento rivelava
pienamente un cuore aperto e affettuoso. La sua intelligenza,
già buona di per sé, era stata saldamente valorizzata
dall'Istruzione. Ma non era dotato né di talenti né di
aspirazioni che potessero rispondere ai desideri della madre e
della sorella, che desideravano ardentemente vederlo
distinguersi... come, non lo sapevano nemmeno loro. In una
maniera o nell'altra volevano che facesse bella figura nel
mondo.
John Willoughby visto da Chris Hammond
His manly beauty and more than common gracefulness were
instantly the theme of general admiration, and the laugh which his
gallantry raised against Marianne, received particular spirit from his
exterior attractions. - Marianne herself had seen less of his person
that the rest, for the confusion which crimsoned over her face, on his
lifting her up, had robbed her of the power of regarding him after
their entering the house. But she had seen enough of him to join in all
the admiration of the others, and with an energy which always
adorned her praise. His person and air were equal to what her fancy
had ever drawn for the hero of a favourite story; and in his carrying
her into the house with so little previous formality, there was a
rapidity of thought which particularly recommended the action to her.
Every circumstance belonging to him was interesting. His name was
good, his residence was in their favourite village, and she soon found
out that of all manly dresses a shooting-jacket was the most
becoming. Her imagination was busy, her reflections were pleasant,
and the pain of a sprained ankle was disregarded.
La bellezza virile e il garbo non comune diventarono all'istante oggetto dell'ammirazione generale, e le battute
verso Marianne provocate dalla galanteria che lui aveva dimostrato, acquistavano uno spirito particolare a causa
delle sue attrattive fisiche. Marianne ne aveva potuto osservare i tratti meno delle altre, perché l'imbarazzo che le
aveva imporporato il viso quando l'aveva sollevata, le aveva tolto il coraggio di guardarlo dopo l'ingresso in casa.
Ma aveva visto abbastanza per unirsi all'ammirazione delle altre, con l'entusiasmo che accompagnava sempre le
sue lodi. La persona e i modi erano uguali a quelli che la sua fantasia aveva sempre immaginato per l'eroe delle sue
storie predilette; e in quel suo portarla in casa senza badare troppo a inutili formalità, c'era stata una rapidità di
decisione che glielo rendeva particolarmente gradito. Ogni circostanza che lo riguardasse era diventata
interessante. Aveva un bel nome, la casa in cui viveva era nel loro villaggio preferito, e presto scoprì che di tutti gli
abiti maschili una giacca da caccia era la più appropriata. La sua immaginazione era tutta presa, i pensieri deliziosi,
e il dolore della caviglia slogata ormai trascurabile.
Dalle descrizioni dei personaggi è evidente uno scarto rispetto alla classica letteratura rosa: vi è
infatti un capovolgimentocapovolgimento del concetto di eroe e antieroe.
L’eroe maschile NON è il bello, nemmeno il brillante; la meno eroina, cioè Marianne, è quella
che sarà a breve nel romanticismo l'unica vera eroina: sensibile e impulsiva. Altro che la razionale
e controllata Elinor.
Altro elemento che fa della Austen, la Austen sono i “comprimari”, quelli che nei film sono i
caratteristi. Li descrive magistralmente Virginia Woolf... da scrittrice a scrittrice
Uno dopo l'altro, ella crea i suoi buffoni, i suoi pedanti, i suoi mondani, i suoi Mr Collins, i suoi
Sir Walter Elliot, le sue signorine Bennet. Nascono avvolti nel colpo di frusta di una frase che,
nell'atto di circoscriverli, ritaglia per sempre la loro sagoma. Ma rimangono lì; per loro non
servono scuse, per loro non c'è pietà. (…) A volte sembra che Jane Austen facesse nascere le sue
creature per il solo piacere di poter tagliare loro la testa.
Un tipo in Ragione e sentimento fra i tanti è Lucy, la
invidiosa, Lucy la adulatrice senza freni... Lucy la
furba che se la cava sempre …
Dice Lucy “E che famigliola
incantevole! Non ho mai visto dei
bambini così belli in tutta la mia vita. Me
ne sono già innamorata, dico la verità, e
io ho sempre adorato i bambini!”
(…) a Elinor “Ho il sospetto che voi
pensiate che i piccoli Middleton siano un
po' troppo viziati; forse corrono il rischio
di esserlo un tantino; (…) e per parte mia
amo i bambini pieni di vita e di
intelligenza. Non li posso sopportare
quando sono docili e tranquilli”
“Confesso, rispose Elinor, che quando mi
trovo a Barton Park non penso mai con
orrore ai bambini docili e tranquilli”.
“Alla generale curiosità e alla minuziosa osservazione di questa (Lucy) nulla sfuggiva; vedeva tutto, tutto
chiedeva; non trovava pace se prima non sapeva il prezzo di ogni componente dell'abbigliamento di
Marianne, intuiva il numero dei suoi vestiti quasi meglio di quanto non lo sapesse colei che li portava (…).
L'indiscrezione di questo genere di esami, per di più, era generalmente conclusa da un complimento che,
nonostante fosse considerato molto delicato, era ritenuto da Marianne la più grande impertinenza del
mondo...”
I tipi sono gli adulatori, dunque, e gli
ipocondriaci - meravigliosi inimitabili
ipocondriaci come il padre di Emma
tenero e noiosissimo o la madre di Beth
o la sorella di Anne... una frotta di
ipocondriaci e poi gli arrampicatori, i
fedifraghi: quanti uomini traditori si
trovano...
La malattia vera gode invece presso la
Austen di grande considerazione, come
accade in Persuasione all'amica
paralizzata di Anne, qui la Austen
probabilmente parla della caratteristica
caratteriale che più le sta a cuore e
forse la contraddistingue o forse no...
Chissà:
“Un animo remissivo poteva essere paziente, un intelletto forte avrebbe portato alla risolutezza,
ma qui v'era qualcosa di più: un'elasticità mentale, una disposizione a trarre dalla realtà motivi
di conforto, una capacità di passare rapidamente dal pessimismo all'ottimismo che potevano
soltanto essere un dono della natura. Era la più preziosa fra le benedizioni celesti...”
In apparenza la Austen si riallinea al classici romanzi
rosa nei finali: gli happy end, i lieto fine.
I finali delle opere della Austen sono però, a farci
caso, sempre di corsa, un tantino deludenti sul lato
romantico e anche sessuale, lato di cui lei non vuole
parlare (per esempio anche solo un bacio che nei film
c'è nei romanzi mai!), ma sono appunto lieti anzi
ORDINATI...
Ogni tessera torna al suo posto: chi si deve sposare si
sposa, chi deve ereditare eredita, chi deve stare in
armonia sta in armonia, chi deve fare qualche
confessione la fa e anche il mascalzone può avere una
redenzione, ma solo in relazione alla eroina. In
Ragione e sentimento il dialogo fra Elinor e
Willoughby, rivela che questi ama Marianne, perché
Marianne merita amore, e se anche il sentimento non
si realizzerà concretamente pure questo amore c'è
stato (diverso da Wikcham e Lidia in Orgoglio e
Pregiudizio dove c'è sesso si intuisce, ma non amore.
Nel finale tutto rientra in un ordine superiore che è
nella mente della Austen.
Tutto?
Colin Firth, Darcy
No, non tutto va a posto, non per tutti il lieto fine è happy
La Austen non sarebbe il genio che è senza il guizzo senza che qualcosa, essendo straniante metta in
rilievo il finale. Di solito, a fare le spese del genio creativo della Austen, è uno dei famosi
personaggi che lei crea apposta per tagliargli la testa...In Emma è il trionfo della moglie del
reverendo Eton che si rammarica d'un matrimonio tanto modesto cui pure non era stata invitata!
In Persuasione è la constatazione ironica che la ricchezza non era riuscita a guastare la natura
ottimista dell'amica malata di Anne, in Orgoglio e Pregiudizio sono i parenti di Beth a creare un
contrasto ironico nella loro soggezione al nobile Darcy, ma forse la più interessante è la madre
Ferrars in Ragione e sentimento un capolavoro di ironia cui deve aver guardato Oscar Wilde…
Un’altra nobile signora terribile,
in L’Importanza di chiamarsi
Ernesto
Dopo un'appropriata resistenza da parte di Mrs. Ferrars, violenta e ferma quanto bastava per
preservarla da quell'onta nella quale sembrava aver sempre paura di incorrere, l'onta di essere
troppo amabile, Edward fu ammesso alla sua presenza, e proclamato di nuovo suo figlio.
La famiglia della signora era stata di recente assai fluttuante. Per molti anni aveva avuto due figli;
ma il crimine e la cancellazione di Edward qualche settimana prima, l'aveva derubata di uno;
l'analoga cancellazione di Robert l'aveva lasciata per un paio di settimane senza nessuno; e ora,
con la resurrezione di Edward, ne aveva di nuovo uno.
Nonostante gli fosse stato concesso ancora una volta di vivere, però, lui non riteneva certa la
continuazione della propria esistenza, fino a quando non avesse rivelato il fidanzamento attuale,
poiché temeva che rendere pubblica quella circostanza avrebbe comportato un subitaneo
capovolgimento di quella ricomposizione, riportandolo rapidamente al punto di prima. Fu perciò
con timorosa prudenza che lo rivelò, e fu ascoltato con una calma inaspettata. Dapprima Mrs.
Ferrars cercò di dissuaderlo dal matrimonio con Miss Dashwood, con tutti gli argomenti
ragionevoli in suo possesso; gli disse che in Miss Morton avrebbe trovato una donna di rango più
alto e fortuna maggiore, e rafforzò l'asserzione osservando che Miss Morton era figlia di un nobile
e aveva trentamila sterline, mentre Miss Dashwood era solo figlia di un semplice gentiluomo e non
ne aveva che tremila; ma quando si rese conto che lui, pur ammettendo l'assoluta verità della sua
descrizione, non era minimamente incline a farsi guidare da essa, giudicò, vista l'esperienza del
passato, più saggio cedere, e quindi, dopo lo scortese indugio che doveva alla propria dignità, e che
sarebbe servito a impedire qualsiasi sospetto di benevolenza, licenziò il suo decreto di consenso al
matrimonio di Edward ed Elinor.
Non resta che gustare il ritratto…
E plaudere (cioè applaudire) a tanta magnifica e leggera crudeltà.
Ma nei finali c'è anche la realtà dei
matrimoni di convenienza (come in
Emma) e triste alla fine è la sorte di
Marianne che diviene razionale e si
sposa con chi non voleva sposare
trattata proprio come una ricompensa,
parola di Austen
Conoscevano entrambi le sofferenze
del colonnello, e i loro obblighi verso
di lui, e Marianne, per opinione
unanime, doveva essere la
ricompensa di tutto.
Crudeltà leggera che si incarna nella sublime ironia…
In Ragione e sentimento l’ironia crudele si esercita persino sulla eroina nel momento del massimo
dolore quello della perdita dell'amore:
Marianne si sarebbe considerata veramente imperdonabile se fosse riuscita a dormire la prima
notte dopo la separazione da Willoughby. Si sarebbe vergognata di guardare in faccia i suoi
familiari il mattino dopo, se non si fosse alzata dal letto più bisognosa di riposo di quando ci era
andata. Ma i sentimenti che avrebbero reso un disonore una simile compostezza, non le fecero
rischiare di correre un pericolo del genere. Rimase sveglia per tutta la notte, e pianse per la
maggior parte del tempo. Si alzò col mal di testa, incapace di parlare e di toccare cibo, suscitando
continuamente la compassione della madre e delle sorelle, e impedendo a tutte loro di provare a
consolarla. Aveva davvero un grande sensibilità!
… come ha scritto qualcuno la Austen non ha pietà di nulla
Nemmeno dei bambini
La conversazione tuttavia non languì, perché Sir John era un gran chiacchierone, e Lady Middleton
aveva preso la saggia precauzione di portare con sé il figlio maggiore, un bel bambino di circa sei anni,
la presenza del quale offrì sempre un argomento a cui ricorrere da parte delle signore in caso di
necessità, poiché ci si poteva informare sul nome e sull'età, ammirarne la bellezza, e interrogarlo su
questioni a cui la madre rispondeva per lui, mentre il bambino le stava attaccato a capo chino, con
grande stupore di sua signoria, che si meravigliava di come fosse timido davanti agli altri visto che a
casa faceva tanto chiasso. In ogni visita di cortesia ci dovrebbe essere un bambino, per fornire alimento
alla conversazione. Nel caso in questione ci vollero dieci minuti per decidere se il ragazzo somigliasse
più al padre o alla madre, e in quali particolari la somiglianza fosse da attribuire all'uno a all'altra,
poiché naturalmente ognuno la pensava diversamente, e ognuno si stupiva dell'opinione degli altri.
e nemmeno dei morti (Persuasione)
Le effettive circostanze di questo toccante episodio familiare erano che i Musgrove avevano avuto la
sfortuna di un figlio molto fastidioso e incapace, e la fortuna di perderlo prima che raggiungesse i
vent'anni; che era stato mandato in mare poiché era stupido e ribelle a terra; che la famiglia se ne era
sempre curata pochissimo, sebbene molto più di quanto meritasse; avevano raramente avuto sue notizie,
e non l'avevano affatto rimpianto, quando la notizia della sua morte all'estero si era fatta strada fino a
Uppercross, due anni prima.
Era stato, in effetti, nonostante
le sorelle facessero ora del
loro meglio, chiamandolo "il
povero Richard", nulla di più
di un ottuso, insensibile, inutile
Dick Musgrove, che non aveva
mai fatto nulla che gli desse
diritto a qualcosa di più che
essere chiamato con
l'abbreviazione del proprio
nome, vivo o morto che fosse.
La Austen non è neanche politicamente corretta
Erano davvero seduti sullo stesso divano, poiché
Mrs. Musgrove si era affrettata a fargli posto;
erano divisi solo da Mrs. Musgrove. Era una
barriera non proprio insignificante. Mrs.
Musgrove era considerevolmente ben piantata,
infinitamente più adatta per natura a esprimere
allegria e buonumore che tenerezza e
commozione; e mentre l'agitazione della figura
snella e del volto pensoso di Anne si poteva
considerare completamente occultata, al capitano
Wentworth si deve dare atto dell'autocontrollo con
il quale affrontò quei grassi sospiri sul destino di
un figlio, del quale, da vivo, nessuno si era
preoccupato.
La mole del fisico e il dolore dell'animo non hanno
di certo nessuna necessaria correlazione. Una
figura corpulenta ha diritto a provare una
profonda afflizione quanto le più graziose membra
del mondo. Ma, giusto o ingiusto che sia, ci sono
combinazioni imbarazzanti, delle quali la ragione
prenderebbe invano le difese, che il buongusto non
riesce a tollerare, che sono preda del ridicolo.
Era così anche nella vita quotidiana. Così scriveva nelle lettere alla sorella cioè questo era il suo
sguardo di crudeltà leggera e impietosa, di acuta intelligenza... ecco un assaggio:
“Ieri Mrs Hall ha partorito un bimbo morto a causa di uno spavento. Immagino che
involontariamente le sia capitato di gettare lo sguardo sul marito...”
Non tutti, per me inspiegabilmente, amano la Austen... Mark Twain così scrive (resta il mistero
sul perché continui a leggerla? È masochista?)
Non ho alcun diritto di criticare libri e non lo faccio a meno che non li odi. Vorrei spesso fare la
critica di Jane Austen ma i suoi libri mi fanno infuriare a tal punto che non posso nascondere al
lettore la mia agitazione; e quindi ogni volta mi fermo. Ogni qualvolta leggo 'Orgoglio e
Pregiudizio' la vorrei tirar su dalla tomba e colpirle il teschio con la sua stessa tibia.
Io invece sono contenta di pensarla come un uomo e per giunta un siciliano... Tomasi di
Lampedusa
La Austen è uno dei pochi romanzieri che ha davvero creato un mondo: un mondo ristretto,
certamente, che non ha la vastità degli universi di Balzac o di Dostoevskij, ma che può, come
estensione, gareggiare con il mondo di Marcel Proust. (...)
Essa è completamente priva d'illusioni: di ogni azione apparentemente disinteressata essa vi
mostra, in una mezza frase, i motivi egoistici. Non ha rispetto per niente.
Pensate, per esempio, al modo con il quale nel
romanzo del primo Ottocento erano dipinte le
figure dei "genitori": una venerabilità, una
virtuosità da togliere il respiro. Guardate la
Austen: il ridicolo, la vanità, l'infatuazione vi sono
ritratti senza ritegno. La Austen è uno di quegli
scrittori che richiedono di esser letti lentamente: un
attimo di distrazione può far trascurare una frase
che ha un'importanza primaria: arte di sfumature,
arte ambigua sotto l'apparente semplicità.
In conclusione: la Austen per me, che ne sono fanatica, è come la meccanica quantistica:
attraverso l'infinitamente piccolo mostra l'essenza di ciò che è universale, la struttura, perché
nulla esiste senza l'infinitamente piccolo, ma il problema è saperlo dire, saperlo raccontare...

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Pensieri sparsi su Jane Austen e "Ragione e sentimento"

  • 1. Jane Austen: pensieri sparsi su Ragione e sentimento di Maria Rosa Panté Date importanti: Nasce nel 1775 in un paese del sud dell’Inghilterra Muore nel 1817 a 42 anni La famiglia è numerosa e molto unita, particolare è il legame fra Jane e la sorella Cassandra che ha 3 anni più di lei. Il padre è un pastore, Jane ha molti fratelli.Tutti studiano e la vita culturale familiare è vivace. Tanto che la famiglia incoraggia Jane a scrivere. Ma tutti i suoi romanzi eccetto i due postumi Mansfield Park e Persuasione escono anonimi: by a lady... quanto meno si sa che è una donna Perché la Austen è la prima delle grandi narratrice inglesi del XIX secolo
  • 2. In Persuasione ecco cosa scrive sulle donne che scrivono: “Gli uomini hanno avuto ogni vantaggio su di noi nel raccontare la propria storia. Hanno sempre beneficiato del privilegio dell'istruzione, in un grado molto più alto di noi; la penna è sempre stata nelle loro mani.” Raro caso, nei suoi romanzi, di recriminazioni esplicite sulla questione femminile, nonostante frequenti siano i richiami all'istruzione femminile e a cosa un uomo vorrebbe da una donna... Non sempre l'intelligenza è al primo posto. Rari sono i casi in cui la Storia interviene nelle sue storie, in Mansfield Park l'ombra dello schiavismo, in Orgoglio e Pregiudizio i militari perché l'Inghilterra era in guerra... Ma chi lo sa nelle opere della Austen?
  • 3. CONTESTO STORICO E ARTISTICO 1789 Rivoluzione francese Cui segue l’età napoleonica 1815 Waterloo: Napoleone sconfitto va in esilio Congresso di Vienna: inizia la Restaurazione In Inghilterra: società ancora rigida e rurale (ma siamo alle soglie della prima rivoluzione industriale che avviene proprio in Inghilterra) il benessere viene dalla terra e la Austen, che è molto economica nelle sue narrazioni, non scrive del paesaggio se non abitativo e agricolo, l'idea romantica del paesaggio stato d'animo in lei non c'è... La pioggia per esempio è, come nell'Eneide, un cupido, quindi una necessità narrativa sia in Ragione e Sentimento che in Orgoglio e Pregiudizio. Serve a far incontrare e innamorare i due protagonisti.
  • 4. Nell’ambito artistico-letterario coetanei della Austen furono: Scott, romanziere inglese; Foscolo, poeta italiano; Beethoven, musicista tedesco. La Austen e la sua famiglia conoscevano la musica italiana e Jane sapeva un po’ di italiano, poi conoscevano la musica di Mozart, infatti nel cottage dove vissero lei, la madre e la sorella sono stati trovati spariti tra cui l’aria di Cherubino “Non più andrai farfallone amoroso” (dalle Nozze di Figaro). Frankestein di Mary Shelley fu edito nel 1817 anno della morte della Austen In Italia è l'epoca di Leopardi e Manzoni Dopo di lei vennero le sorelle Bronte e Dickens...
  • 5. Ma lei leggeva? Nella società descritta dalla Austen le donne leggono molto e suonano molto. Suonano e cantano (talvolta insieme agli uomini) più o meno bene. La musica si fa in casa, anche se ci possono essere concerti. Il fatto interessante è che le eroine come Emma, Elizabeth, Elinor suonano meno bene delle altre, delle comprimarie. Ci si diletta anche col teatro e soprattutto fondamentali sono i balli: di cui la Austen parla spesso anche nelle lettere. Perché sono un momento di socializzazione, svago e divertimento. Anche un bel momento narrativo. La sua idea della poesia, espressa in Persuasione: “Recitò con tanta vibrante emozione i numerosi versi che parlavano di un cuore infranto o di un animo distrutto dall'infelicità, e sembrò così desideroso di essere compreso, che Anne osò sperare che non si limitasse a leggere esclusivamente poesia, aggiungendo che a suo parere la triste sorte della poesia consisteva nell'essere raramente gustata senza pericolo da chi era in grado di gustarla appieno, e nel fatto che le persone particolarmente sensibili, che sole potevano apprezzarla fino in fondo, erano proprio quelle che avrebbero dovuto assaporarla con parsimonia.” Forse la Austen preferisce la prosa!
  • 6. Che la poesia possa arrecare danni lo diceva da tempo Dante (… quel giorno più non vi leggemmo avante: Paolo e Francesca), come in effetti accade a Marianne in Ragione e sentimento Marianne giudica così Edward Ferrars “Oh, mamma com'era noiosa e banale la lettura che Edward ci ha fatto ieri sera! A me dispiaceva moltissimo per mia sorella. Eppure lei l'ha sopportata con grande compostezza (…): sentire quei bellissimi versi che tante volte mi hanno fatto quasi impazzire, recitati con quella impassibile flemma, con quell'orribile indifferenza”. Invece il suo eroe reciterà i versi in modo ben più musicale ed emozionante... con la conseguenza di spezzarle il cuore... E no… non è questo che sa leggere le poesie, ma questo
  • 7.
  • 8. La trama di Ragione e Sentimento: •Due sorelle (più una troppo piccola per contare) •Una madre vedova, tutte impoverite •Parenti invadenti, alcuni simpatici altri meno •Due eroi •Anzi due eroi e un antieroe •Due amori contrastati •Una grave malattia •Due lieto fine •Anzi un lieto fine e un matrimonio “combinato” Oh, ma è un Harmony o un qualsiasi altro romanzo rosa!!! Ebbene sì, la struttura ridotta all’osso è la stessa…
  • 9. Anche i Romanzi ellenistici sono così, quasi tutti i romanzi. Quel che conta infatti è quel qualcosa che rende un romanzo rosa un grande romanzo. Si tratta di elementi molteplici anche inspiegabili. Perché mi piace tanto la Austen? Non lo so. E non saperlo mi rassicura. Vuol dire che molta carne c’è intorno a quelle ossa: la sua scrittura, la sua intelligenza, la sua ironia, i suoi personaggi… Chris Hammond Elinor, this eldest daughter whose advice was so effectual, possessed a strength of understanding, and coolness of judgment, which qualified her, though only nineteen, to be the counsellor of her mother, and enabled her frequently to counteract, to the advantage of them all, that eagerness of mind in Mrs. Dashwood which must generally have led to imprudence. She had an excellent heart; - her disposition was affectionate, and her feelings were strong; but she knew how to govern them: it was a knowledge which her mother had yet to learn; and which one of her sisters had resolved never to be taught. La figlia maggiore, il cui parere era stato così efficace, possedeva una capacità di comprensione, e una freddezza di giudizio, che la qualificavano, anche se a soli diciannove anni, a dare consigli alla madre, e le davano la facoltà di contrapporsi, con vantaggio per tutti, all'avventatezza di Mrs. Dashwood che conduceva generalmente all'imprudenza. Aveva un cuore eccellente, era affettuosa, e i suoi sentimenti erano forti, ma lei sapeva come governarli, una qualità che la madre doveva ancora imparare, e che una delle sue sorelle era risoluta a non imparare mai.
  • 10. Chris Hammond Marianne's abilities were, in many respects, quite equal to Elinor's. She was sensible and clever; but eager in every thing; her sorrows, her joys, could have no moderation. She was generous, amiable, interesting: she was every thing but prudent. The resemblance between her and her mother was strikingly great. Le doti di Marianne erano, per molti aspetti, del tutto simili a quelle di Elinor. Era sensibile e intelligente, ma impaziente in tutto; le sue pene, le sue gioie, non potevano essere moderate. Era generosa, amabile, interessante, tutto meno che prudente. La somiglianza tra lei e la madre era straordinaria.
  • 11. C. E. Brock Edward Ferrars was not recommended to their good opinion by any peculiar graces of person or address. He was not handsome, and his manners required intimacy to make them pleasing. He was too diffident to do justice to himself; but when his natural shyness was overcome, his behaviour gave every indication of an open affectionate heart. His understanding was good, and his education had given it solid improvement. But he was neither fitted by abilities nor disposition to answer the wishes of his mother and sister, who longed to see him distinguished - as - they hardly knew what. They wanted him to make a fine figure in the world in some manner or other. Edward Ferrars non era assurto alla loro stima per particolari doti nell'aspetto o nel comportamento. Non era bello, e i suoi modi avevano bisogno di una conoscenza intima per risultare piacevoli. Era troppo insicuro per rendere giustizia a se stesso; ma quando riusciva a superare una connaturata timidezza, il suo comportamento rivelava pienamente un cuore aperto e affettuoso. La sua intelligenza, già buona di per sé, era stata saldamente valorizzata dall'Istruzione. Ma non era dotato né di talenti né di aspirazioni che potessero rispondere ai desideri della madre e della sorella, che desideravano ardentemente vederlo distinguersi... come, non lo sapevano nemmeno loro. In una maniera o nell'altra volevano che facesse bella figura nel mondo.
  • 12. John Willoughby visto da Chris Hammond His manly beauty and more than common gracefulness were instantly the theme of general admiration, and the laugh which his gallantry raised against Marianne, received particular spirit from his exterior attractions. - Marianne herself had seen less of his person that the rest, for the confusion which crimsoned over her face, on his lifting her up, had robbed her of the power of regarding him after their entering the house. But she had seen enough of him to join in all the admiration of the others, and with an energy which always adorned her praise. His person and air were equal to what her fancy had ever drawn for the hero of a favourite story; and in his carrying her into the house with so little previous formality, there was a rapidity of thought which particularly recommended the action to her. Every circumstance belonging to him was interesting. His name was good, his residence was in their favourite village, and she soon found out that of all manly dresses a shooting-jacket was the most becoming. Her imagination was busy, her reflections were pleasant, and the pain of a sprained ankle was disregarded. La bellezza virile e il garbo non comune diventarono all'istante oggetto dell'ammirazione generale, e le battute verso Marianne provocate dalla galanteria che lui aveva dimostrato, acquistavano uno spirito particolare a causa delle sue attrattive fisiche. Marianne ne aveva potuto osservare i tratti meno delle altre, perché l'imbarazzo che le aveva imporporato il viso quando l'aveva sollevata, le aveva tolto il coraggio di guardarlo dopo l'ingresso in casa. Ma aveva visto abbastanza per unirsi all'ammirazione delle altre, con l'entusiasmo che accompagnava sempre le sue lodi. La persona e i modi erano uguali a quelli che la sua fantasia aveva sempre immaginato per l'eroe delle sue storie predilette; e in quel suo portarla in casa senza badare troppo a inutili formalità, c'era stata una rapidità di decisione che glielo rendeva particolarmente gradito. Ogni circostanza che lo riguardasse era diventata interessante. Aveva un bel nome, la casa in cui viveva era nel loro villaggio preferito, e presto scoprì che di tutti gli abiti maschili una giacca da caccia era la più appropriata. La sua immaginazione era tutta presa, i pensieri deliziosi, e il dolore della caviglia slogata ormai trascurabile.
  • 13. Dalle descrizioni dei personaggi è evidente uno scarto rispetto alla classica letteratura rosa: vi è infatti un capovolgimentocapovolgimento del concetto di eroe e antieroe. L’eroe maschile NON è il bello, nemmeno il brillante; la meno eroina, cioè Marianne, è quella che sarà a breve nel romanticismo l'unica vera eroina: sensibile e impulsiva. Altro che la razionale e controllata Elinor.
  • 14. Altro elemento che fa della Austen, la Austen sono i “comprimari”, quelli che nei film sono i caratteristi. Li descrive magistralmente Virginia Woolf... da scrittrice a scrittrice Uno dopo l'altro, ella crea i suoi buffoni, i suoi pedanti, i suoi mondani, i suoi Mr Collins, i suoi Sir Walter Elliot, le sue signorine Bennet. Nascono avvolti nel colpo di frusta di una frase che, nell'atto di circoscriverli, ritaglia per sempre la loro sagoma. Ma rimangono lì; per loro non servono scuse, per loro non c'è pietà. (…) A volte sembra che Jane Austen facesse nascere le sue creature per il solo piacere di poter tagliare loro la testa.
  • 15. Un tipo in Ragione e sentimento fra i tanti è Lucy, la invidiosa, Lucy la adulatrice senza freni... Lucy la furba che se la cava sempre … Dice Lucy “E che famigliola incantevole! Non ho mai visto dei bambini così belli in tutta la mia vita. Me ne sono già innamorata, dico la verità, e io ho sempre adorato i bambini!” (…) a Elinor “Ho il sospetto che voi pensiate che i piccoli Middleton siano un po' troppo viziati; forse corrono il rischio di esserlo un tantino; (…) e per parte mia amo i bambini pieni di vita e di intelligenza. Non li posso sopportare quando sono docili e tranquilli” “Confesso, rispose Elinor, che quando mi trovo a Barton Park non penso mai con orrore ai bambini docili e tranquilli”. “Alla generale curiosità e alla minuziosa osservazione di questa (Lucy) nulla sfuggiva; vedeva tutto, tutto chiedeva; non trovava pace se prima non sapeva il prezzo di ogni componente dell'abbigliamento di Marianne, intuiva il numero dei suoi vestiti quasi meglio di quanto non lo sapesse colei che li portava (…). L'indiscrezione di questo genere di esami, per di più, era generalmente conclusa da un complimento che, nonostante fosse considerato molto delicato, era ritenuto da Marianne la più grande impertinenza del mondo...”
  • 16. I tipi sono gli adulatori, dunque, e gli ipocondriaci - meravigliosi inimitabili ipocondriaci come il padre di Emma tenero e noiosissimo o la madre di Beth o la sorella di Anne... una frotta di ipocondriaci e poi gli arrampicatori, i fedifraghi: quanti uomini traditori si trovano... La malattia vera gode invece presso la Austen di grande considerazione, come accade in Persuasione all'amica paralizzata di Anne, qui la Austen probabilmente parla della caratteristica caratteriale che più le sta a cuore e forse la contraddistingue o forse no... Chissà: “Un animo remissivo poteva essere paziente, un intelletto forte avrebbe portato alla risolutezza, ma qui v'era qualcosa di più: un'elasticità mentale, una disposizione a trarre dalla realtà motivi di conforto, una capacità di passare rapidamente dal pessimismo all'ottimismo che potevano soltanto essere un dono della natura. Era la più preziosa fra le benedizioni celesti...”
  • 17. In apparenza la Austen si riallinea al classici romanzi rosa nei finali: gli happy end, i lieto fine. I finali delle opere della Austen sono però, a farci caso, sempre di corsa, un tantino deludenti sul lato romantico e anche sessuale, lato di cui lei non vuole parlare (per esempio anche solo un bacio che nei film c'è nei romanzi mai!), ma sono appunto lieti anzi ORDINATI... Ogni tessera torna al suo posto: chi si deve sposare si sposa, chi deve ereditare eredita, chi deve stare in armonia sta in armonia, chi deve fare qualche confessione la fa e anche il mascalzone può avere una redenzione, ma solo in relazione alla eroina. In Ragione e sentimento il dialogo fra Elinor e Willoughby, rivela che questi ama Marianne, perché Marianne merita amore, e se anche il sentimento non si realizzerà concretamente pure questo amore c'è stato (diverso da Wikcham e Lidia in Orgoglio e Pregiudizio dove c'è sesso si intuisce, ma non amore. Nel finale tutto rientra in un ordine superiore che è nella mente della Austen. Tutto? Colin Firth, Darcy
  • 18. No, non tutto va a posto, non per tutti il lieto fine è happy La Austen non sarebbe il genio che è senza il guizzo senza che qualcosa, essendo straniante metta in rilievo il finale. Di solito, a fare le spese del genio creativo della Austen, è uno dei famosi personaggi che lei crea apposta per tagliargli la testa...In Emma è il trionfo della moglie del reverendo Eton che si rammarica d'un matrimonio tanto modesto cui pure non era stata invitata! In Persuasione è la constatazione ironica che la ricchezza non era riuscita a guastare la natura ottimista dell'amica malata di Anne, in Orgoglio e Pregiudizio sono i parenti di Beth a creare un contrasto ironico nella loro soggezione al nobile Darcy, ma forse la più interessante è la madre Ferrars in Ragione e sentimento un capolavoro di ironia cui deve aver guardato Oscar Wilde… Un’altra nobile signora terribile, in L’Importanza di chiamarsi Ernesto
  • 19. Dopo un'appropriata resistenza da parte di Mrs. Ferrars, violenta e ferma quanto bastava per preservarla da quell'onta nella quale sembrava aver sempre paura di incorrere, l'onta di essere troppo amabile, Edward fu ammesso alla sua presenza, e proclamato di nuovo suo figlio. La famiglia della signora era stata di recente assai fluttuante. Per molti anni aveva avuto due figli; ma il crimine e la cancellazione di Edward qualche settimana prima, l'aveva derubata di uno; l'analoga cancellazione di Robert l'aveva lasciata per un paio di settimane senza nessuno; e ora, con la resurrezione di Edward, ne aveva di nuovo uno. Nonostante gli fosse stato concesso ancora una volta di vivere, però, lui non riteneva certa la continuazione della propria esistenza, fino a quando non avesse rivelato il fidanzamento attuale, poiché temeva che rendere pubblica quella circostanza avrebbe comportato un subitaneo capovolgimento di quella ricomposizione, riportandolo rapidamente al punto di prima. Fu perciò con timorosa prudenza che lo rivelò, e fu ascoltato con una calma inaspettata. Dapprima Mrs. Ferrars cercò di dissuaderlo dal matrimonio con Miss Dashwood, con tutti gli argomenti ragionevoli in suo possesso; gli disse che in Miss Morton avrebbe trovato una donna di rango più alto e fortuna maggiore, e rafforzò l'asserzione osservando che Miss Morton era figlia di un nobile e aveva trentamila sterline, mentre Miss Dashwood era solo figlia di un semplice gentiluomo e non ne aveva che tremila; ma quando si rese conto che lui, pur ammettendo l'assoluta verità della sua descrizione, non era minimamente incline a farsi guidare da essa, giudicò, vista l'esperienza del passato, più saggio cedere, e quindi, dopo lo scortese indugio che doveva alla propria dignità, e che sarebbe servito a impedire qualsiasi sospetto di benevolenza, licenziò il suo decreto di consenso al matrimonio di Edward ed Elinor. Non resta che gustare il ritratto…
  • 20. E plaudere (cioè applaudire) a tanta magnifica e leggera crudeltà. Ma nei finali c'è anche la realtà dei matrimoni di convenienza (come in Emma) e triste alla fine è la sorte di Marianne che diviene razionale e si sposa con chi non voleva sposare trattata proprio come una ricompensa, parola di Austen Conoscevano entrambi le sofferenze del colonnello, e i loro obblighi verso di lui, e Marianne, per opinione unanime, doveva essere la ricompensa di tutto.
  • 21. Crudeltà leggera che si incarna nella sublime ironia… In Ragione e sentimento l’ironia crudele si esercita persino sulla eroina nel momento del massimo dolore quello della perdita dell'amore: Marianne si sarebbe considerata veramente imperdonabile se fosse riuscita a dormire la prima notte dopo la separazione da Willoughby. Si sarebbe vergognata di guardare in faccia i suoi familiari il mattino dopo, se non si fosse alzata dal letto più bisognosa di riposo di quando ci era andata. Ma i sentimenti che avrebbero reso un disonore una simile compostezza, non le fecero rischiare di correre un pericolo del genere. Rimase sveglia per tutta la notte, e pianse per la maggior parte del tempo. Si alzò col mal di testa, incapace di parlare e di toccare cibo, suscitando continuamente la compassione della madre e delle sorelle, e impedendo a tutte loro di provare a consolarla. Aveva davvero un grande sensibilità!
  • 22. … come ha scritto qualcuno la Austen non ha pietà di nulla Nemmeno dei bambini La conversazione tuttavia non languì, perché Sir John era un gran chiacchierone, e Lady Middleton aveva preso la saggia precauzione di portare con sé il figlio maggiore, un bel bambino di circa sei anni, la presenza del quale offrì sempre un argomento a cui ricorrere da parte delle signore in caso di necessità, poiché ci si poteva informare sul nome e sull'età, ammirarne la bellezza, e interrogarlo su questioni a cui la madre rispondeva per lui, mentre il bambino le stava attaccato a capo chino, con grande stupore di sua signoria, che si meravigliava di come fosse timido davanti agli altri visto che a casa faceva tanto chiasso. In ogni visita di cortesia ci dovrebbe essere un bambino, per fornire alimento alla conversazione. Nel caso in questione ci vollero dieci minuti per decidere se il ragazzo somigliasse più al padre o alla madre, e in quali particolari la somiglianza fosse da attribuire all'uno a all'altra, poiché naturalmente ognuno la pensava diversamente, e ognuno si stupiva dell'opinione degli altri.
  • 23. e nemmeno dei morti (Persuasione) Le effettive circostanze di questo toccante episodio familiare erano che i Musgrove avevano avuto la sfortuna di un figlio molto fastidioso e incapace, e la fortuna di perderlo prima che raggiungesse i vent'anni; che era stato mandato in mare poiché era stupido e ribelle a terra; che la famiglia se ne era sempre curata pochissimo, sebbene molto più di quanto meritasse; avevano raramente avuto sue notizie, e non l'avevano affatto rimpianto, quando la notizia della sua morte all'estero si era fatta strada fino a Uppercross, due anni prima. Era stato, in effetti, nonostante le sorelle facessero ora del loro meglio, chiamandolo "il povero Richard", nulla di più di un ottuso, insensibile, inutile Dick Musgrove, che non aveva mai fatto nulla che gli desse diritto a qualcosa di più che essere chiamato con l'abbreviazione del proprio nome, vivo o morto che fosse.
  • 24. La Austen non è neanche politicamente corretta Erano davvero seduti sullo stesso divano, poiché Mrs. Musgrove si era affrettata a fargli posto; erano divisi solo da Mrs. Musgrove. Era una barriera non proprio insignificante. Mrs. Musgrove era considerevolmente ben piantata, infinitamente più adatta per natura a esprimere allegria e buonumore che tenerezza e commozione; e mentre l'agitazione della figura snella e del volto pensoso di Anne si poteva considerare completamente occultata, al capitano Wentworth si deve dare atto dell'autocontrollo con il quale affrontò quei grassi sospiri sul destino di un figlio, del quale, da vivo, nessuno si era preoccupato. La mole del fisico e il dolore dell'animo non hanno di certo nessuna necessaria correlazione. Una figura corpulenta ha diritto a provare una profonda afflizione quanto le più graziose membra del mondo. Ma, giusto o ingiusto che sia, ci sono combinazioni imbarazzanti, delle quali la ragione prenderebbe invano le difese, che il buongusto non riesce a tollerare, che sono preda del ridicolo.
  • 25. Era così anche nella vita quotidiana. Così scriveva nelle lettere alla sorella cioè questo era il suo sguardo di crudeltà leggera e impietosa, di acuta intelligenza... ecco un assaggio: “Ieri Mrs Hall ha partorito un bimbo morto a causa di uno spavento. Immagino che involontariamente le sia capitato di gettare lo sguardo sul marito...”
  • 26. Non tutti, per me inspiegabilmente, amano la Austen... Mark Twain così scrive (resta il mistero sul perché continui a leggerla? È masochista?) Non ho alcun diritto di criticare libri e non lo faccio a meno che non li odi. Vorrei spesso fare la critica di Jane Austen ma i suoi libri mi fanno infuriare a tal punto che non posso nascondere al lettore la mia agitazione; e quindi ogni volta mi fermo. Ogni qualvolta leggo 'Orgoglio e Pregiudizio' la vorrei tirar su dalla tomba e colpirle il teschio con la sua stessa tibia.
  • 27. Io invece sono contenta di pensarla come un uomo e per giunta un siciliano... Tomasi di Lampedusa La Austen è uno dei pochi romanzieri che ha davvero creato un mondo: un mondo ristretto, certamente, che non ha la vastità degli universi di Balzac o di Dostoevskij, ma che può, come estensione, gareggiare con il mondo di Marcel Proust. (...) Essa è completamente priva d'illusioni: di ogni azione apparentemente disinteressata essa vi mostra, in una mezza frase, i motivi egoistici. Non ha rispetto per niente. Pensate, per esempio, al modo con il quale nel romanzo del primo Ottocento erano dipinte le figure dei "genitori": una venerabilità, una virtuosità da togliere il respiro. Guardate la Austen: il ridicolo, la vanità, l'infatuazione vi sono ritratti senza ritegno. La Austen è uno di quegli scrittori che richiedono di esser letti lentamente: un attimo di distrazione può far trascurare una frase che ha un'importanza primaria: arte di sfumature, arte ambigua sotto l'apparente semplicità.
  • 28. In conclusione: la Austen per me, che ne sono fanatica, è come la meccanica quantistica: attraverso l'infinitamente piccolo mostra l'essenza di ciò che è universale, la struttura, perché nulla esiste senza l'infinitamente piccolo, ma il problema è saperlo dire, saperlo raccontare...