3. I disturbi alimentari sono un modo per comunicare
Disturbi alimentari fisicamente sofferenze e paure interiori.
Perdite affettive importanti, abbandoni, abusi e traumi
infantili: il cibo diventa l’anestetico che permette di
non sentire la sofferenza, un’auto-cura per non
pensare. In questo modo, però, il dolore permane e la
vita non viene vissuta.
In Italia più di 3 milioni di persone ne soffrono, anche
se il numero è in costante aumento. Nell’ 85% dei casi
si tratta di donne adulte, adolescenti e bambine. Negli
ultimi anni il fenomeno riguarda anche gli Uomini.
Questi disturbi non devono essere scambiati per
malattie dell’appetito. Sono, infatti, disagi psicologici
profondi. Attraverso il rapporto con il cibo – negato,
cercato e rifiutato, o ingerito in quantità smodata –
esprimono in modi diversi uno stesso bisogno: una
disperata fame d’amore.
4. Di solito si comincia con una dieta dimagrante:
tutto ciò che si desidera, apparentemente, è
migliorare e controllare la propria immagine.
Anoressia
La persona anoressica non si sente mai
abbastanza magra.
Si cade nel calcolo ossessivo delle calorie e nel
controllo spasmodico del peso. Ci si illude che
cambiando il proprio corpo sia possibile
cambiare anche la propria vita.
Questo tipo di disturbo si manifesta in modo
molto evidente: il corpo, scarno e denutrito,
diviene una tela su cui dipingere l’immagine di
un dolore interiore, un disagio che le parole non
possono esprimere.
5. L’anoressia può portare danni molto gravi alla
salute come insufficienza renale, alterazioni
cardiovascolari, perdita dei capelli e dei denti.
Anoressia
Spesso si verifica il blocco del ciclo mestruale che,
se permane a lungo, può causare l’osteoporosi.
Spesso anoressia e bulimia si alternano
ciclicamente: la persona anoressica, che non
riesce più a controllare la fame, cede all’istinto e
si punisce con il vomito autoindotto.
6. Principali sintomi 1. Iperattività nel comportamento della persona;
di anoressia 2. Gonfiore e dolori addominali dovuti all’eccessivo
dimagrimento;
3. Sensazione di freddo, specie alle estremità;
4. Riduzione del ritmo cardiaco, fino a giungere alla
brachicardia, ovvero ad un rallentamento molto
forte dei battiti del cuore;
5. Ipotensione, ovvero pressione sanguigna bassa, sia
per la massima (sistolica) sia per la minima
(diastolica);
6. Crescita di una peluria diffusa, il cosiddetto lanugo;
7. Anoressia e Bulimia “L'anoressia e la bulimia sono il sintomo
tangibile di un dolore che non si vede, di un
disagio psicologico lungamente incubato,
segno di una crepa nella memoria o nella vita
famigliare. La persona anoressica e la persona
bulimica sono come il gatto dei cartoni animati
che inseguito dal grosso cane del quartiere si
arrampica velocemente in cima a un albero,
per cercare il rifugio e la protezione che non
saprebbe trovare altrove. Da lassù guarda con
sufficienza e sollievo ciò che dal basso lo
minaccia. Da lassù è sicuro di avere un
controllo totale, a trecento sessanta gradi, del
mondo sottostante. In più, se scendesse
dovrebbe anche fare i conti con ciò da cui si era
messo al riparo”
8. Nella bulimia si instaura una dipendenza dal cibo
come quella dalla droga e dall’alcool. La
sensazione soggettiva è quella di “un pozzo buio e
Bulimia
profondo da riempire”: si tratta di un vuoto
soggettivo incolmabile, disperato, che si cerca di
riempire attraverso l'assunzione di quantità
eccessive di cibo. La vita si svolge mangiando, in
una sensazione di totale perdita di controllo, e
vomitando incessantemente. Il senso di colpa è
devastante e lascia la persona in un circolo vizioso
senza fine.
Oltre alle abbuffate e al vomito, alcuni
dei sintomi attraverso i quali si declina la bulimia
sono condotte compensatorie come l’eccessivo
esercizio fisico e l’abuso di lassativi e diuretici.
9. La bulimia, nonostante spesso rappresenti l’altro
lato della medaglia delle persone anoressiche che
non riescono più a controllare la fame, lascia sul
corpo segni meno evidenti: per questo è più difficile
Bulimia
da riconoscere rispetto all’anoressia.
Le conseguenze sono comunque devastanti sulla
salute di chi ne soffre: il vomito autoindotto causa
problemi gastrici, erosione dello smalto dentale,
disidratazione, ipotalassemia e disfunzioni
cardiache.
10. Se si esclude quella che è conseguenza di disfunzioni
metaboliche, anche l’obesità si associa a fattori psicologici.
E’ una vera e propria malattia sociale che riguarda un
numero sempre maggiore di persone di ogni età, anche
Obesità
bambini.
Come nella bulimia, anche nell’obesità psicogena si è di
fronte a una dipendenza, cambiano solo le modalità. Il
cibo è scelto con cura e assunto fino ad aumentare di peso
in modo spropositato. Viene inconsciamente considerato
una soluzione magica alle difficoltà del vivere,
un anestetico rispetto al dolore che si ha dentro.
Il grasso rappresenta una barriera difensiva per
proteggersi dalla propria depressione.
In chi soffre di questo disturbo insorgono gravi danni alla
salute quali patologie cardiocircolatorie e malattie
metaboliche come il diabete. Possono essere seriamente
compromesse anche la capacità di memorizzazione e
concentrazione.
11. 1. Disturbi del sonno
I principali sintomi 2. Russare
dell’obesità 3. Apnea nel sonno
4. Dolori alla schiena e alle articolazioni
5. Sudorazione eccessiva
6. Costante senso di calore
7. Sentirsi a corto d’aria dopo uno sforzo
minimo
8. Stanchezza e affaticamento durante il
giorno
9. Depressione
12. Testimonianza obesa Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza sono stati
quelli più traumatici per me in quanto sono stati gli
anni in cui l’ obesità l’ho cominciata a vivere come
se fosse una colpa. A rendere tutto difficile erano i
bambini che sghignazzavano della mia condizione di
obesa e del mio essere sola ed emarginata. Ricordo
che non potevo fare attività fisica, non ci riuscivo
perché l’affanno mi coglieva dopo i primi
movimenti, ricordo anche del grembiulino blu, che
era stato adattato ad un corpo che non volevo fosse
il mio. Ricordo anche delle giornate a piangere
perché non ero stata invitata alla festa più attesa
dell’anno, perché ero brutta agli occhi degli altri
bambini, ero un essere diverso per loro.
13. Anche crescendo ho avuto problemi
Testimonianza obesa nell'affrontare la quotidianità, dal
vestirmi, all'uscire di casa, dal prendere i mezzi
pubblici a trovare lavoro, fino all'avere
relazioni sociali soddisfacenti. Non è stato
facile perché oltre alla sofferenza fisica c'è
stata una grande sofferenza morale, che
ancora oggi viene spesso sottovalutata. Non è
semplice perché molte volte si subisce a una
grande discriminazione e quando invece si
viene accettati il problema parte da dentro e
siamo noi stessi a non accettarci, creando una
discriminazione di noi stessi.
14. Testimonianza obesa
Da 3 anni io ho reagito ed ho detto
basta all’ obesità una volta per tutte.
Ora ho 46 kg in meno:
sono kg che non gravano più né sul mio
corpo né sulla mia anima.