Magazine "Protezione Civile"
Informare sull’attività istituzionale del Dipartimento e favorire la circolazione delle notizie all’interno del Servizio Nazionale sui temi di previsione, prevenzione e gestione delle emergenze: è l’obiettivo del magazine bimestrale “Protezione Civile”, un canale di comunicazione rivolto alle componenti e alle strutture operative del Sistema, con particolare riguardo al mondo del volontariato e delle istituzioni.
Il magazine è distribuito ad ogni uscita in 18mila copie tra uffici di ministeri, organizzazioni di volontariato iscritte all'Elenco nazionale, biblioteche, Comuni, Province e Regioni.
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[source: protezionecivile.gov.it]
Ambiente - Alberi notevoli della provincia di Roma
Magazine Protezione Civile - Anno 2 - n. 6 - Gennaio-Febbraio 2012
1. Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile
anno 2 n. 6
2PRIMO PIANO
Naufragio nave Concordia:
primi interventi e attività
del Commissario delegato
2FOCUS 2STORIE
Emergenza Etna: l’ultima
maltempo, neve grande eruzione
e gelo su tutta Italia del XX secolo
DAL DIPARTIMENTO: 2012, LE INIZIATIVE PER L’ANNIVERSARIO DELLA PROTEZIONE CIVILE
2. il rischio sismico
tra conoscenza,memoria ed esperienza.
Documenti, foto, strumenti, filmati
per capire cos’è il terremoto e cosa
si può fare per ridurne gli effetti.
“Terremoti d’Italia” ci invita a conoscere da vicino uno dei rischi naturali che più in-
teressa il nostro Paese in termini di diffusione: il rischio sismico. La mostra punta
a stimolare i cittadini a un ruolo attivo nel campo della prevenzione attraverso vi-
deo didattici, documenti, fotografie, filmati storici, strumenti di misura di epoche di-
verse, dispositivi antisimici. Due spettacolari tavole vibranti permettono ai visitatori
di vivere in sicurezza l’esperienza del terremoto e di osservarne da vicino gli effetti.
Informati su protezionecivile.gov.it
e scrivici su ufficio.vol@protezionecivile.it protezionecivile.gov.it
3. L’editoriale l 2012 è l’anno della Protezione Civile. A civile di staccare l’ombra da
estate è tempo per la protezione 30 anni dall’istituzione del
IL’ DipartimentoCon20 campagna antincendio 2011, anche quest’anno
terra. e a la dalla legge costitutiva del Servizio Nazionale si
apre una importante fase di dialogo e confronto tra tutte le dei boschi:
tutto il Servizio Nazionale è impegnato nella difesa
Componenti e le Strutture operative del Sistema.
per l’occasione facciamo un punto sulla stagione passata e sugli
Questo nuovo anno ha già visto ilStato. Alla lottaprotezione civile al lavoro
interventi della flotta aerea dello Sistema della agli incendi boschivi
nella gestione di emergenzeiniziative di sensibilizzazione sulnaufragio
sono dedicate anche molte sul territorio italiano. Su tutte, il territorio
della nave dal crociera Concordia che, nella notte del 13 gennaio,sono la
promosse da Dipartimento, come i 107 Campi scuola “Anch’io a causa
di un urto con lo scoglio delle dai 9 ai 18inclinata la tradizionaledell’Isola
protezione civile” per ragazzi Scole si è anni, e in prossimità
del Giglio. Il“Non scherzate con il fuoco” insi è tempestivamente attivato
campagna Sistema della protezione civile collaborazione con
per pianificare l’assistenza ai passeggeri a Porto S. Stefano.
Legambiente.
Ai primi interventi si alle attività settimana italianadelegato per
Dall’8 al 14 luglio e celebra la del Commissario dell’Anno europeo del
l’emergenza Nave Concordia èprotezione civile contribuiscono con oltre
volontariato: le associazioni di dedicata l’apertura di questo numero, con
un ampio approfondimento sulle attività diin tutto il paese sulla prima
400 eventi, esercitazioni e manifestazioni monitoraggio e e, come il
fase di ricerca sono presenti a Roma nella giornata conclusiva del 13
Dipartimento, e soccorso.
In evidenza nella sezione Focus – oltre all’emergenza neve che tra
luglio. Appuntamenti che, come quelli ricordati sopra, saranno
gennaio e febbraio ha colpito la Penisola – una analisi dell’andamento
consultabili sul sito protezionecivile.gov.it e sulle pagine facebook di
meteorologico dell’estate e dell’autunnogli spazi focus sulle alluvioni che
questo Magazine, che ospitano anche con un di discussione legati a
nei mesi di ottobre e novembre 2011 hanno sferzato il Paese.
due progetti in corso su emergenza e disabilità e sulla psicologia
In questo anno così speciale per la protezione civile non può mancare un
dell’emergenza. Per questi mesi estivi, che ci presentano una Protezione
appuntamento dedicato alVolontariato volontariato. impegnati nella
Civile ed in particolare un mondo del sempre più In vista degli Stati
Generali – che si terranno a Roma nel mese di aprile – il Dipartimento
prevenzione, abbiamo voluto proporvi anche due temi che ci riportano,
dellaper la sua attualità e ideatoper la sua portata storica, rivolta agli oltre
uno Protezione Civile ha l’altro una consultazione online a una
800mila iscritti alle organizzazioni.
riflessione sulla possibilità di funzionamento del Sistema in emergenza.
Nelle settimanesezione Focus a un Generali del Volontariato saranno per
Dedichiamo la precedenti gli Stati riepilogo delle nuove disposizioni
disponibili sul sito del Dipartimento della Protezione Civile i mentre a sui
la dichiarazione e finanziamento degli stati di emergenza, documenti
temi principali della tre giorni romana. I volontari potranno compilare un
trent’anni dalla vicenda di Alfredino Rampi ripercorriamo in
modulo online e partecipare a questaèimportantedella nascita sulun
Storie quell’avvenimento tragico che alla base discussione di
volontariato di protezione protezione civile.
Sistema nazionale per la civile in Italia.
Particolarmente ricca, in questo terzo numero, e con aggiornamenti
anche sul piano per l’accoglienza dei migranti, la sezione dedicata alle
P R OT E Z ION E C I V I L E
MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Anno 2 n. 6 Redazione Luca Delli Passeri
gennaio/febbraio 2012 Vincenzo Arena Andrea Pieralice
P R OT E Z ION E C I V I L E
Pubblicazione bimestrale
iscritta al Registro
Valeria Bernabei
Francesca Dottarelli
Mariacristina Giovannini
Filippo Thiery
Alexander Toniazzo
MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
degli Operatori Sara Iacoboni Contatti
della Comunicazione
Anno 1 n. 3 Elena Lombardo
Redazione Servizio Comunicazione
Impaginazione
al n. 20383 del 6.12.2010
maggio/giugno 2011 Francesca Patti
Vincenzo Arena e relazioni con il pubblico
Silvia Alessandrini
Marianna Schiavon
Sara Babusci 00189 - Roma Via Vitorchiano, 2
Editore
Pubblicazione bimestrale iscritta al CristinaBernabei
Valeria Spatola www.protezionecivile.gov.it
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Presidenza delOperatori della
Registro degli Consiglio Francesca Dottarelli magazine@protezionecivile.it
Romeo Frisina
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Comunicazione al n. 20383 Art Director Giovannini
Mariacristina Matteo Valente
il QR Code qui in basso della Protezione Civile
6.12.2010 Maurilio Silvestri
Sara Iacoboni Stampa
Gino Viani
e accedi direttamente Elena Lombardo Del Gallo Editori
alla pagina magazine sul sito Direttore responsabile Impaginazione
Francesca Patti
protezionecivile.gov.it Mariacristina Giovannini
Editore Silvia Alessandrini
Riccardo Rita Contatti
Presidenza del Consiglio Marianna Schiavon Servizio Comunicazione istituzionale
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dei Ministri-Dipartimento Hanno collaborato
Cristina Spatola Per info suicon il pubblico
e relazioni temi trattati nel
Romeo Frisina Civile
della Protezione a questo Tretter
Veronica numero magazine scrivi al Contact Center.
Matteo Valente Emanuela Campione Compila Roma Via home page 2
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Gino Vianiresponsabile
Direttore Stefano Ciolli
Art Director www.protezionecivile.gov.it
Barbara Altomonte Maurilio Silvestri magazine@protezionecivile.it
4. Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile
anno 2 n. 6
2PRIMO PIANO
Naufragio nave Concordia:
primi interventi e attività
del Commissario delegato
2FOCUS 2STORIE
2 In questo numero
Emergenza Etna: l’ultima
maltempo, neve grande eruzione
e gelo su tutta Italia del XX secolo
Editoriale 1 Storie 32 “Fango sull’obiettivo” 41
Emergenza Etna da gennaio
1991-1992: in mostra a Genova
Primo Piano la grande eruzione
Emergenza 4 Convenzione Regione 41
nave Concordia Veneto e Fir-Ser
Dal Territorio
La sicurezza 14 Prevenzione degli incidenti 40 Expo Emergenze: 42
per i volontari da valanga: giornata a Bastia Umbra
di Protezione Civile nazionale organizzata la prima fiera nazionale
dal Cnsas sulle emergenze
Focus 22 Esercitazione di protezione 40 Cesenatico, delegazioni 42
Emergenza maltempo: civile per posti di comando europee studiano la difesa
gelo e neve su tutta Italia in Costiera Amalfitana idraulica della città
Autunno di piogge. 26 Sardegna: intesa tra 41 Grandi emergenze e 43
Alcuni dettagli Protezione Civile e Ordine soccorso: un convegno
meteorologici dei geologi sul rischio clinico
2
5. Massa Lombarda, 43 Contact Center 45 Meccanismo europeo: 47
presentato il piano neve Dipartimento corso per esperti
comunale della Protezione Civile: di protezione civile
i dati dei primi
Puglia, Sesta Provincia: 43 otto mesi I bambini tra le scrivanie: 47
nasce il Coordinamento un giorno speciale
delle associazioni e dei Ecosistema Rischio 2011: 45 al Dipartimento
gruppi di protezione civile i dati sul rischio
idrogeologico in Italia Val d’Ayas 2012: 47
la decima edizione
Dal Il Capo Dipartimento 46 del Campionato di sci
Dipartimento in visita a Cerzeto della protezione civile
2012: le iniziative per 44
l’anniversario Riorganizzazione della 46
della Protezione Civile Commissione nazionale
Maltempo in Bulgaria: 44
l’intervento
dei grandi rischi
Riattivati i progetti 46
c Normativa
pag. 48
Lettera
del Dipartimento di servizio civile
u pag. 52
6. 2 Primo Piano
Emergenza
nave Concordia
I primi interventi e le attività
del Commissario delegato
7.
8. 2 Primo Piano
I
l 13 gennaio, la nave da crociera Con-
cordia della compagnia Costa con a bor-
do 4.228 persone comincia a imbarca-
re acqua a causa di un urto con lo scoglio del-
le Scole e si inclina in prossimità dell’Isola del
Giglio. Subito dopo l’ordine di evacuazione,
la Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di
Livorno assume il coordinamento delle ope-
razioni di ricerca e soccorso in mare in cui
sono impegnati i reparti specializzati di Ca-
pitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e Forze di
Polizia. Nelle stesse ore, il Sistema di prote-
zione civile si attiva per pianificare l’assistenza
ai passeggeri evacuati all’Isola del Giglio e,
successivamente, trasferiti a Porto S. Stefa-
no. In stretto coordinamento con le squadre
all’opera, partecipano alle operazioni di ri-
cerca e soccorso anche risorse provenienti
dalle strutture operative al di fuori della Re-
gione Toscana, sommozzatori della Marina Tra i compiti del Commissario delegato, co-
Militare e volontari esperti del Corpo nazio- ordinare gli interventi per superare l’emer-
nale del soccorso alpino e speleologico e del- genza, controllare l’esecuzione degli interventi
la Federazione italiana attività subacquee. Il di messa in sicurezza e bonifica da parte del-
Prefetto di Grosseto affida la direzione tec- l’armatore, con il potere di sostituirsi al sog-
nica dei soccorsi al Comandante dei Vigili del getto responsabile in caso di inadempienza,
Fuoco di Grosseto. Le attività di ricerca, rese e verificare che la rimozione del relitto av-
complicate anche dalla posizione, dalla sta- venga in sicurezza. Gabrielli si avvale di una
bilità della nave e dalle condizioni meteoro- Struttura di missione con personale già in ser-
logiche, vengono svolte in raccordo con la co- vizio nel Dipartimento della Protezione Civi-
munità scientifica, impegnata nel monito- le. A supporto delle attività del Commissario
raggio della Concordia. vengono istituiti un Comitato con funzioni
Il 20 gennaio, con decreto del Presidente del consultive e un Comitato tecnico-scientifico.
Consiglio dei Ministri, viene dichiarato lo sta- Sin da subito viene affrontato il problema dei
to di emergenza per il naufragio della Con- possibili rischi ambientali legati alla fuoriu-
cordia nel Comune dell’Isola del Giglio fino scita di carburante dalla nave Concordia. I
al 31 gennaio 2013. Con l’opcm n. 3998, il primi interventi vengono realizzati dalla Ca-
Consiglio dei Ministri nomina il Capo Dipar- pitaneria di Porto - Guardia Costiera, sup-
timento della Protezione Civile, Franco Ga- portata anche dai mezzi specializzati del Mi-
brielli, Commissario delegato per l’emergenza. nistero dell’Ambiente. Tra le misure di pre-
6
9. 7
Il 2 febbraio il Comitato tecnico-scientifico
prende atto delle valutazioni del direttore tec-
nico dei soccorsi, che evidenzia limiti ogget-
tivi rispetto alle condizioni di sicurezza per le
ricerche nella parte sommersa della nave.
Prosegue la ricerca mirata nei 18 chilometri
quadrati di mare circostanti l’area del nau-
fragio, per verificare se gli obiettivi individuati
possano corrispondere ai corpi delle perso-
ne ancora disperse. Il 16 febbraio il diretto-
re tecnico dei soccorsi formalizza la chiusu-
ra delle attività di soccorso con una relazio-
ne delle attività. Continuano, invece, le ope-
razioni di ricerca e recupero dei corpi con-
dotte, sin dai primi momenti, dalle strutture
pubbliche che hanno operato nella fase di ri-
cerca e soccorso e dalle associazioni di vo-
lontariato. Le operazioni sono coordinate dal
Emergenza Concordia: Soggetto attuatore Contrammiraglio Ilarione
un dettaglio dello scafo
venzione dell’inquina- della nave Dell’Anna. Per queste attività viene anche av-
mento in mare, viene col- viato un confronto con esperti subacquei di
locato attorno alla nave un Francia, Inghilterra, Svezia e Svizzera, attivati
sistema di panne anti-inquinamento e avviato nell’ambito del Meccanismo comunitario di
da Arpat - Agenzia regionale per la protezione protezione civile.
ambientale della Regione Toscana, in colla- Date le diverse esigenze operative, vengono
borazione con l’Ispra - Istituto superiore per ridimensionate le forze in campo. La rimo-
la protezione e la ricerca ambientale, un mo- dulazione garantisce la piena funzionalità di
nitoraggio quotidiano dell’acqua del mare. tutte le attività della Struttura commissariale,
Per garantire la sicurezza durante le opera- e, al tempo stesso, risponde all’esigenza di re-
zioni di ricerca dei dispersi e l’attuazione dei stituire progressivamente strutture e tratti del-
piani di recupero del carburante e di raccolta la banchina alla popolazione del Giglio. 2
dei materiali sulla nave, viene avviato un mo-
nitoraggio costante della posizione e degli
I NUMERI DELLA NAVE
spostamenti della nave.
Il Dipartimento della Protezione Civile attiva 114.500: le tonnellate della stazza
i Centri di competenza e gli altri istituti di ri- 290: i metri di lunghezza
cerca per allestire e coordinare un sistema di 35,5: i metri di larghezza
monitoraggio, in tempo reale, con funzione di 52: i metri di altezza
early warning, ovvero di allertamento rapido.
10. 2 Primo Piano
Il supporto all’attività mitato tecnico-scientifico, con
esperti nei settori della tutela
del Commissario ambientale e del recupero
delegato navi appartenenti a diverse
componenti e strutture ope-
Intervista a Fabrizio Curcio, direttore dell’Ufficio Gestione rative del Servizio Nazionale
delle Emergenze - Dipartimento della Protezione Civile della Protezione Civile. Il Co-
mitato assicura l’attività di va-
Qual è la funzione della Strut- perché buona parte dell’azio- lutazione tecnico-scientifica
tura di missione al Giglio? ne commissariale è legata al- per i temi sottoposti all’atten-
L’ordinanza n. 3998 del 20 l’interpretazione di dati tecni- zione del Commissario, quali la
gennaio 2012 individua le co-scientifici. stabilità della nave, il monito-
strutture di supporto alle atti- Quali sono le altre strutture a raggio degli spostamenti, la re-
vità del Commissario delega- supporto dell’attività del Com- lazione tra la stabilità della
to per il naufragio della nave missario delegato? La stessa nave e le attività di ricerca e
Concordia: tra queste, una ordinanza n. 3998 indica che soccorso e quelle di rimozione
Struttura di missione compo- il Commissario delegato pos- del carburante. Oltre a queste
sta da personale interno al Di- sa avvalersi di un Comitato con strutture, sono stati nominati fi-
partimento della Protezione funzioni consultive, compo- nora due Soggetti attuatori,
Civile. La Struttura di missio- sto dal Commissario stesso, che rappresentano il braccio
ne ha il compito di supporta- dal Sindaco del Comune del- operativo del Commissario.
re il Commissario da un pun- l’Isola del Giglio, dal Prefetto di Qual è il ruolo del Soggetto
to di vista tecnico, operativo, Grosseto, da un rappresen- attuatore Ilarione Dell’Anna?
organizzativo, amministrativo tante della Regione Toscana, Il Contrammiraglio Ilarione
e logistico per realizzare gli in- della Provincia di Grosseto, del Dell’Anna, Direttore marittimo
terventi necessari a fronteg- Ministero dell’Ambiente e del- della Toscana del Comparti-
giare l’emergenza. Come di la Tutela del Territorio e del mento marittimo di Livorno, ha
norma avviene nella gestione Mare e del Ministero delle In- il compito di vigilare sulla pre-
delle emergenze, la Struttura frastrutture e Trasporti. Sono disposizione e verifica dell’at-
è organizzata in funzioni di comprese nel Comitato figure tuazione dei piani per la mes-
supporto associate a diversi di rappresentanza politica per sa in sicurezza, il recupero e la
settori di attività e di interven- aiutare il Commissario a pren- bonifica della nave. Controlla,
to: oltre alla Segreteria di co- dere decisioni strategiche che inoltre, che i piani vengano
ordinamento, ci sono undici possono avere un impatto ri- realizzati in condizioni di si-
funzioni, alcune operative sul- levante sul territorio con pos- curezza e nel rispetto del-
l’Isola, altre nella sede di Roma sibili effetti sul tessuto econo- l’ambiente. L’intera filiera com-
del Dipartimento. Tra queste, mico e sociale dell’isola. missariale ha comunque com-
ha un ruolo di primo piano la Inoltre, il Commissario si avvale piti di verifica e controllo e,
funzione tecnico-scientifica, della collaborazione di un Co- qualora dovessero verificarsi
8
11. 9
inadempienze, può procede- e attuazione in condizioni di si- vita ordinaria dei cittadini del-
re con potere sostitutivo. curezza del piano di gestione l’Isola del Giglio.
Cos’è il piano per il recupe- dei materiali e dei rifiuti pre- Costa ha anche costituito un
ro del carburante? Una delle senti nella nave e segue la fi- board, un gruppo tecnico,
prime preoccupazioni della liera dei materiali e dei rifiuti per supportare queste socie-
Struttura commissariale è sta- sulla terraferma. tà nell’elaborazione del piano.
to il recupero degli idrocarbu- Cosa riguarda il piano rifiuti? Entro gli inizi di marzo le so-
ri presenti sulla nave. Per rea- Il progetto per la gestione e lo cietà devono presentare i pri-
lizzare questi interventi Costa smaltimento dei rifiuti che si mi progetti, che Costa visio-
ha predisposto un piano, che trovano all’interno della nave nerà per poi scegliere la so-
è stato approvato dal Comita- prevede diversi ambiti d’in- cietà incaricata.
to tecnico scientifico e dal tervento: la raccolta, lo smalti- Quali sono le misure adotta-
Soggetto attuatore Dell’Anna. Il mento e il trasporto di mate- te per assicurare che le ope-
piano è in esecuzione e pre- riale galleggiante e ingom- razioni avvengano nel rispet-
vede che quasi tutto il carbu- brante; la raccolta e lo smalti- to dell’ambiente? Inizialmen-
rante venga prelevato nell’arco mento delle acque nere e te è scattato il piano antinqui-
di 28 giorni, con condizioni quello dei prodotti chimici e namento locale predisposto
meteo favorevoli. Al 20 febbraio degli olii. Al momento è stata dalla Capitaneria di Porto con
sono stati aspirati circa 1.300 approvata ed è operativa la par- la predisposizione di panne as-
metri cubi degli oltre 2.000 te sulla gestione e il recupero sorbenti che intervenissero in
presenti. Sono stati svuotati i del materiale flottante. Le altre caso di fuoriuscita di sostanze
sei serbatoi esterni che pre- parti del piano, invece, sono le- inquinanti. A tale piano è su-
sentano una maggiore facilità gate ai tempi e alle modalità di bentrato un dispositivo predi-
di accesso, mentre rimangono recupero della nave. È stato sposto da Costa che è attual-
i nove serbatoi più interni. inoltre richiesto alla società mente operativo. Il Commis-
Qual è il ruolo del Soggetto Costa un piano per il recupe- sario ha predisposto, inoltre,
attuatore Gianpiero Sammu- ro dei materiali depositati sul un monitoraggio ambientale
ri? Vista la rilevanza della fondo in prossimità della nave. attraverso l’Arpat-Agenzia re-
problematica ambientale, il È stato già definito un piano gionale per la protezione am-
Commissario delegato si av- di recupero della nave? Co- bientale della Toscana, che
vale anche di un Soggetto at- sta ha avviato una procedura controlla quotidianamente la
tuatore con competenze in per predisporre il piano, invi- qualità delle acque in prossi-
materia ambientale, che è tando dieci società tra le mi- mità della nave e del dissala-
Giampiero Sammuri, Dirigen- gliori al mondo. Tre i requisi- tore. Finora i valori registrati
te dell’area ambiente e con- ti richiesti: il recupero della sono in linea con il bianco, il
servazione della natura della nave deve avvenire in un’uni- valore di confronto, e sono de-
Provincia di Grosseto. Sam- ca soluzione, nel massimo ri- finiti non preoccupanti. Tutti i
muri ha il compito di vigilare spetto dell’ambiente e con il risultati delle analisi sono pub-
sulla predisposizione, verifica minor impatto possibile sulla blicati sul sito dell’Arpat. 2
12. 2 Primo Piano
Il monitoraggio
degli spostamenti della nave
Messe a disposizione tecnologie e reti di monitoraggio da Centri
di competenza e istituiti di ricerca per rilevare i movimenti dello scafo
U
n sistema di strumenti per monito- cupero del carburante e di raccolta dei rifiuti
rare la posizione e gli spostamenti della nave. Le attività sono coordinate dal Di-
della nave Concordia in tempo rea- partimento di Scienze della terra dell’Uni-
le: questa è l’attività di monitoraggio allesti- versità degli Studi di Firenze e i risultati sono
ta sull’Isola del Giglio per garantire la sicu- condivisi con il Comitato tecnico-scientifico.
rezza delle operazioni sulla nave. Sono state scelte diverse tecnologie perché
Il Dipartimento della Protezione Civile ha at- i dati di spostamento siano controllati e af-
tivato Centri di competenza e altri istituti di fidabili. Il sistema è costituito da tecnologie
ricerca per allestire un sistema di monito- e reti di monitoraggio indipendenti che per-
raggio con funzione di early warning, l’aller- mettono di misurare i movimenti dell’intero
tamento rapido per garantire l’incolumità de- scafo, in tempo reale, ad altissima precisio-
gli operatori nelle operazioni ricerca dei di- ne. Gran parte dei sistemi trasmettono i dati
spersi e durante le varie fasi del piano di re- da remoto via radio o su rete internet.
10
13. 11
Questi i Centri di competenza del Diparti- taglio la morfologia del fondo in tre dimen-
mento della Protezione Civile e gli altri enti sioni. Questo sistema consente di verificare
di ricerca coinvolti: la struttura e la resistenza del fondale su cui
Dst-UniFi - Dipartimento di Scienze della è appoggiata la nave e, più in generale, di
terra dell’Università degli Studi di Firenze. tracciare una mappatura del fondo marino.
Ha allestito un sistema di laser scanner long JRC - Joint Research Centre della Commis-
ranging tridimensionale per fare dei rilievi da sione Europea. Ha installato un radar da ter-
cui viene derivato un modello digitale della ra con tecnologia interferometrica Mimo-SAR
nave: dal confronto dei vari modelli digitali si per il monitoraggio in continuo e in tempo
elabora una mappa di spostamento della nave. reale delle deformazioni attraverso la pro-
Cnr Irpi - Geohazard Monitoring Group di duzione di immagini radar. Si tratta di un si-
Torino. Ha installato una stazione totale ro- stema in grado di operare in qualsiasi con-
botizzata TM30 della Leica, automatizzata e dizione di visibilità e meteorologica; il modello
che fornisce da remoto dati ad alta risolu- è in grado di determinare spostamenti sia in
zione. La stazione topografica fa ogni 15 mi- modalità statica che dinamica.
nuti un ciclo di misure su 12 prismi instal- Fondazione Prato Ricerche e Ingv - Istitu-
lati in collaborazione con il gruppo Saf - Spe- to nazionale di geofisica e vulcanologia. Ha
leo alpino fluviale dei Vigili del Fuoco in set- installato una rete di monitoraggio di micro
tori significativi della nave. In particolare, i dati sismicità.
rilevati sono in grado di definire gli sposta- Altre collaborazioni. Si integrano a questi si-
menti tridimensionali della parte emersa. stemi, una stazione GPS installata nelle pri-
L’impiego di particolari accorgimenti stru- me ore dalla Direzione tecnica dei soccorsi
mentali e di calcolo ha consentito di rende- e un sistema accelerometrico installato da
re minimo l’effetto dei fattori atmosferici. una società incaricata dall’armatore. È sta-
Asi - Agenzia spaziale italiana. Fornisce, dal- ta data attività di supporto modellistico sul-
l’inizio dell’emergenza, immagini radar sa- le condizioni meteo marine e modellistica
tellitari spotlight ad altissima risoluzione ac- oceanografica da Gnoo - Gruppo nazionale
quisite dal sistema CosmoSky-Med, elabo- di oceanografia operativa dell’Ingv di Bolo-
rate da Telerilevamento Europa e dal Poli- gna e Lamma - Laboratorio di monitoraggio
tecnico di Milano. Queste acquisizioni sono e modellistica ambientale per lo sviluppo so-
di notevole supporto per valutare gli spo- stenibile Toscana. Attività di supporto delle
stamenti della nave e per mappare eventuali attività di monitoraggio, sia per la modellistica
dispersioni durante le operazioni di estrazione oceanografica e meteo marina operativa sia
del carburante. per il monitoraggio e la previsione, sono sta-
Ogs - Istituto nazionale di oceanografia e di te fornite oltre che dal Dipartimento della Pro-
geofisica sperimentale di Trieste. Utilizza tezione Civile, Ispra e Centro funzionale
una tecnica che si basa sull’invio di impul- della Regione Toscana, anche dal Gnoo - Ingv
si di onde acustiche ad alta frequenza che Bologna, in base all’intesa operativa con la
incidono sul fondale per ricostruire nel det- Guardia Costiera. 2
14. 2 Primo Piano
L’attività di ricerca e soccorso
Intervista al direttore tecnico dei soccorsi per l’emergenza Concordia, Ennio Aquilino -
Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Grosseto
Un sopralluogo dei Vigili
del Fuoco nella fase di
ricerca e soccorso
Come è stata organizzata la pa), fino a - 40 metri (lato di corso alpi-
ricerca delle persone disper- prua). Nella primissima fase no speleo-
se nella parte immersa e in delle operazioni di soccorso logico. La prima preoccupa-
quella emersa della nave Con- sono intervenuti i sommozza- zione è stata quella di com-
cordia? Per prima cosa va sot- tori dei Vigili del Fuoco di Gros- prendere l’assetto e la stabili-
tolineata l’eccezionalità dello seto, della Guardia Costiera di tà dello scafo, nonché le mi-
scenario in cui ha operato il Genova e del Gruppo operati- sure della profondità del fon-
personale, che rappresenta un vo subacquei del Comando dale. Le operazioni hanno ri-
caso unico nella storia dei di- raggruppamento subacquei e guardato quattro tipologie di
sastri in mare: la nave, di no- incursori della Marina Milita- attività:
tevoli dimensioni, si presenta- re di La Spezia. Nell’arco del- • Interventi nelle prime ore con
va semiaffondata, inclinata sul le 48 ore successive al nau- tecniche Saf - Speleo alpi-
lato di dritta di un angolo di fragio il dispositivo di soccorso no fluviali. I Vigili del Fuoco
circa 80° rispetto al normale interforze è stato integrato con del Comando di Grosseto,
assetto verticale, adagiata a personale dei reparti subac- guidati dal Comandante pro-
poca distanza dalla costa su quei della Polizia di Stato, del- vinciale sono saliti a bordo
un fondale a profondità varia- la Guardia di Finanza e del e hanno recuperato 66 per-
bile da - 18 metri (lato di pop- Cnsas - Corpo nazionale soc- sone rimaste intrappolate.
12
15. 13
• Attività con tecniche di de- Chi ha coordinato le opera- ando un raro clima di siner-
rivazione alpinistica nella zo- zioni di ricerca e soccorso? gia e di intesa.
na emersa attraverso verifi- Per ottimizzare le operazioni Quanti uomini sono stati im-
che call-out (chiamata e ri- di ricerca e soccorso è stato piegati in queste attività? Per
sposta). È l’unico metodo costituito un Ccsi - Centro di co- la primissima fase di soccorso
che poteva garantire di rag- ordinamento subacqueo in- tecnico urgente a bordo nave
giungere superstiti da soc- terforze, gestito dal Direttore sono state impiegate dieci uni-
correre in tempi rapidi. Que- tecnico dei soccorsi, del qua- tà Saf e sommozzatori dei Vi-
sta attività si è esaurita di fat- le hanno fatto parte le com- gili del Fuoco, oltre a due uni-
to nelle prime 72 ore, con ponenti dei sommozzatori di: tà SAR - Search and Rescue
una copertura stimata di ol- Vigili del Fuoco, Guardia Co- della Guardia Costiera. Nella pri-
tre il 97% della parte emer- stiera, Gruppo operativo su- me 48 ore hanno operato due
sa e ha permesso di salvare bacquei - Marina Militare, squadre da otto unità che si
tre persone rimaste intrap- Cnsas, Guardia di Finanza e alternavano nell’arco delle 24
polate all’interno della nave. Polizia di Stato. ore con turni da sei ore. Dal
• Interventi di ricerca negli Per evitare interferenze e con- 16 gennaio, con l’aumento del
ambienti semi-allagati ester- flitti sulle procedure adottate personale disponibile sono sta-
ni della nave con maggiore da ciascuna componente su- te impiegate tre squadre da
probabilità di presenza di bacquea è stata suddivisa la 12 unità che operavano h24
superstiti. Al 31 gennaio ri- nave in settori di competen- secondo distinte task opera-
sultano aperte complessi- za operativa, assegnati ai va- tive, con continue rotazioni del
vamente 669 cabine e 57 ri Enti in relazione anche alle personale ogni 4/6 ore. Dal 31
locali ad uso comune. competenze tecniche degli gennaio opera un’unica squa-
• Missioni di soccorso alle operatori subacquei. All’in- dra di dieci unità nelle ore diur-
persone intrappolate nello terno del Ccsi è stato possi- ne. Nel prospetto sono riepi-
scafo entrando negli am- bile condividere le esperien- logati i dati sull’attività svolta
bienti allagati in assetto spe- ze, le tecniche, le strategie e, dai sommozzatori nella fase
leo-subacqueo. soprattutto, le decisioni, cre- di ricerca e soccorso. 2
ATTIVITÀ SVOLTA NELLA FASE DI RICERCA E SOCCORSO
ENTE UNITÀ SOMMOZZATORI NUMERO IMMERSIONI TEMPI TOTALI IMMERSIONI
Vigili del Fuoco 37 93 94h 39’
Gos Marina Militare 13 86 71h 39’
Guardia Costiera 19 101 55h 15’
Polizia di Stato 13 65 43h 10’
Guardia di Finanza 8 38 26h 50’
Cnsas 16 8 8h 00’
Totale 106 391 300
16. 2 Primo Piano
La sicurezza
per i volontari
di Protezione
Civile
L’intesa che fornisce
indirizzi comuni alle
organizzazioni completa
l’iter normativo
P
rendere in esame i temi relativi alla lute, dell’Interno e del Dipartimento della Pro-
sicurezza dei volontari di protezione tezione Civile, prevista dal decreto intermi-
civile durante il loro servizio in base nisteriale del 13 aprile. Il nuovo provvedi-
a quanto previsto nel decreto legislativo mento definisce: le attività di sorveglianza sa-
81/2008, sulla tutela della salute e della si- nitaria contenute nell’articolo 41 del decre-
curezza nei luoghi di lavoro, e nel decreto in- to legislativo 81 “Sorveglianza sanitaria” (vi-
terministeriale del 13 aprile 2011. Questo sita medica preventiva, periodica e su par-
l’obiettivo del gruppo di lavoro composto da ticolare richiesta del datore di lavoro) e le re-
rappresentanti delle Regioni e Province lative modalità di svolgimento; le forme or-
Autonome, delle principali organizzazioni di ganizzative per assicurare l’individuazione dei
volontariato di protezione civile di rilevanza medici competenti, con oneri a carico del Di-
nazionale, della Croce rossa italiana e del partimento della Protezione Civile e delle Re-
Corpo nazionale del soccorso alpino e spe- gioni e Province Autonome. Inoltre il grup-
leologico, integrato e coordinato dai dirigenti po ha stabilito che l’intesa, formalizzata in
dell’Ufficio I - Volontariato, Formazione e Co- decreto a firma del Capo Dipartimento, si
municazione del Dipartimento della Prote- fonda su: condivisione di indirizzi comuni per
zione Civile. Il gruppo di lavoro si è dedica- lo svolgimento delle attività di formazione, in-
to ai contenuti preliminari dell’intesa tra Mi- formazione e addestramento dei volontari per
nisteri del Lavoro e Politiche Sociali, della Sa- assicurare il consolidamento di una base di
14
17. 15
conoscenze comuni sull’intero territorio na- la sicurezza dei lavoratori, si applica alle at-
zionale, rimettendo all’autonomia delle Re- tività svolte dai volontari di protezione civi-
gioni e Province Autonome e delle organiz- le con modalità specifiche dedicate esclu-
zazioni di volontariato di protezione civile di sivamente a loro.
rilievo nazionale il compito di disciplinarle nel Il legislatore ha ritenuto infatti che un settore
dettaglio; condivisione di indirizzi comuni per tanto importante per la vita del Paese e ca-
l’individuazione degli accertamenti medici ratterizzato da esigenze particolari e non as-
basilari finalizzati all’attività di controllo sa- similabili ad altri ambiti di attività come è il
nitario dei volontari. L’11 gennaio 2012 la volontariato di protezione civile meritasse
Conferenza delle Regioni e delle Province un’attenzione particolare.
Autonome riunita in seduta straordinaria ha In tal senso le disposizioni contenute nel de-
approvato l’intesa. creto legislativo n. 81/2008 non devono es-
Il provvedimento a firma del Capo Diparti- sere applicate alle attività del volontariato di
mento della Protezione Civile completa il protezione civile mediante la faticosa ricer-
quadro normativo sulle disposizioni in ma- ca di somiglianze più o meno difficilmente
teria di sicurezza contenute nel decreto le- individuabili all’attività di un’azienda, ad un
gislativo n. 81/2008 e nel decreto intermi- datore di lavoro, e così via. È, invece, ne-
nisteriale del 13 aprile 2011. cessario considerare tutto il percorso di-
Il decreto legislativo n. 81/2008, che tutela spositivo appositamente predisposto.
18. 2 Primo Piano
I FONDAMENTI NORMATIVI U 1. Decreto legislativo n. 81/2008:
il primo caposaldo.
SULLA SICUREZZA DEI VOLONTARI
Il decreto legislativo n. 81/2008 ha aperto la
DI PROTEZIONE CIVILE
strada a un approccio specifico e mirato al-
Art. 3, comma 3-bis, del d. lgs. 81/2008 la sicurezza per le attività di volontariato di
Ha stabilito che le disposizioni del Testo Unico protezione civile, rinviandone l’individuazio-
sulla salute e la sicurezza negli luoghi di lavoro ne precisa a un successivo provvedimento, di
sono applicate – nei riguardi delle organizzazioni contenuto tecnico, da emanarsi a cura dei
di volontariato della protezione civile, compresi i Ministeri del Lavoro e Politiche Sociali, della
volontari della Croce rossa italiana e del Corpo Salute, di concerto con il Ministero dell’In-
nazionale soccorso alpino e speleologico, e i terno e il Dipartimento della Protezione Civi-
volontari dei Vigili del Fuoco – tenendo conto le della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
delle particolari modalità di svolgimento delle
rispettive attività da individuarsi con un U 2. Decreto interministeriale del 13
successivo decreto interministeriale. aprile 2011: il secondo caposaldo.
Decreto interministeriale del 13 aprile 2011 Il decreto interministeriale del 13 aprile
Il decreto interministeriale di attuazione del 13 2011, di attuazione del decreto legislativo n.
aprile 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 81/2008, ha fissato i principi delle attività per
l’11 luglio 2011, ha fissato i principi delle la tutela della salute e della sicurezza dei vo-
attività per la tutela della salute e della lontari di protezione civile, sui quali dovrà svi-
sicurezza dei volontari di protezione civile, sui lupparsi l’azione concreta delle organizzazioni
quali dovrà svilupparsi l’azione concreta delle di volontariato e delle Amministrazioni pub-
organizzazioni di volontariato e delle bliche che le coordinano.
Amministrazioni pubbliche che le coordinano. Questi principi, in estrema sintesi, sono:
Decreto del Capo del Dipartimento della • le specifiche esigenze che contraddistinguono
Protezione Civile di prossima emanazione le attività dei volontari di protezione civile e che
D’intesa con le Regioni e le Province Autonome hanno reso necessario individuare un per-
e in condivisione con la Consulta nazionale corso dedicato. Le attività si caratterizzano
delle organizzazioni di volontariato di per la possibilità di intervento immediato an-
protezione civile, con la Croce rossa italiana ed che in assenza di preliminare pianificazio-
il Corpo nazionale del soccorso alpino e ne; l’organizzazione di uomini, mezzi e logi-
speleologico, vengono definite le modalità di stica, basata sull’immediatezza operativa;
realizzazione della sorveglianza sanitaria per i l’imprevedibilità e l’indeterminatezza del con-
volontari di protezione civile e vengono testo degli scenari emergenziali nei quali il
condivisi indirizzi comuni in materia di scenari volontario viene chiamato a operare tempe-
di rischio di protezione civile e dei compiti in stivamente e la conseguente impossibilità
essi svolti dai volontari, di controllo sanitario di pratica di valutare tutti i rischi connessi secondo
base e di formazione. quanto disposto dagli articoli 28 e 29 del de-
creto legislativo n. 81/2008 (Sezione II-va-
16
19. 17
lutazione dei rischi); la necessità di deroga- tezione civile e ai compiti svolti dal volonta-
re, prevalentemente per gli aspetti formali, rio in questi ambiti; il controllo sanitario ge-
alle procedure e agli adempimenti riguar- nerale; la sorveglianza sanitaria esclusiva-
danti le scelte in materia di prevenzione e mente per quei volontari che nell’ambito del-
protezione, pur osservando e adottando so- le attività di volontariato risultino esposti agli
stanziali e concreti criteri operativi in grado di agenti di rischio citati nel decreto legislativo
garantire la tutela dei volontari e delle per- n. 81/2008 in misura superiore a soglie pre-
sone comunque coinvolte; viste e calcolate secondo adeguati procedi-
• l’individuazione preventiva di: scenari di menti; la dotazione di dispositivi di protezio-
rischio di protezione civile, nei quali il vo- ne individuale idonei per i compiti che il vo-
lontario può essere chiamato a operare; com- lontario può essere chiamato a svolgere nei
piti che possono essere svolti dai volontari diversi scenari di rischio di protezione civi-
negli scenari di rischio individuati; le. Il volontario deve essere preparato all’uti-
• l’equiparazione del volontario di protezione lizzo dei dispositivi;
civile al lavoratore esclusivamente per le se- • l’obbligo, per il legale rappresentante del-
guenti attività, elencate all’art. 4 del decreto le organizzazioni di volontariato di protezio-
e indicate come obbligatorie per le organiz- ne civile, di assicurare l’osservanza di questi
zazioni di volontariato di protezione civile: la obblighi;
formazione, l’informazione e l’addestramento, • la precisazione che le sedi delle organiz-
con riferimento agli scenari di rischio di pro- zazioni di volontariato di protezione civile e i
20. 2 Primo Piano
luoghi di intervento e le sedi di attività for- tici. Anche in considerazione dei dati di-
mative o esercitative non sono considerati sponibili sul ridotto numero di infortuni che
luoghi di lavoro (a meno che al loro interno si si verificano nell’ambito delle attività di vo-
svolgano eventuali attività lavorative); lontariato di protezione civile, si è quindi scel-
• la puntualizzazione che l’applicazione del- to un approccio concreto e molto pratico, evi-
le disposizioni in materia di sicurezza non tando di creare l’esigenza di costruire so-
può, comunque, comportare l’omissione o vrastrutture o elaborare documenti astratti e
il ritardo nello svolgimento dei compiti di pro- privilegiando l’attività di formazione e adde-
tezione civile. stramento operativo.
È responsabilità di ciascuna organizzazione
di volontariato di protezione civile definire un U 3. Intesa per definire le modalità
proprio piano formativo e addestrativo, nel di svolgimento della sorveglianza
quale i temi della sicurezza dei volontari ab- sanitaria: il terzo caposaldo
biano adeguato e primario risalto. Il decreto interministeriale di aprile rinvia a
Mentre è responsabilità delle Pubbliche una successiva intesa tra Dipartimento del-
amministrazioni che, ai vari livelli, dal cen- la Protezione Civile, Regioni e Province Au-
tro alla periferia, coordinano il Sistema na- tonome per la definizione delle modalità di
zionale della protezione civile, supportare in svolgimento della sorveglianza sanitaria,
ogni modo la partecipazione delle organiz- compatibili con le esigenze connesse al
zazioni di volontariato di protezione civile ad servizio svolto. Il gruppo di lavoro ha elabo-
attività formative e addestrative in materia di rato tre documenti preliminari all’intesa sul-
sicurezza. La sicurezza deve essere vissuta la sorveglianza sanitaria contenenti:
dai volontari di protezione civile come un pro- • indirizzi comuni per l’individuazione degli
cesso continuo, parallelo allo sviluppo della “scenari di rischio di protezione civile” e dei
propria organizzazione, all’acquisizione di compiti in essi svolti dai volontari di prote-
nuovi mezzi ed attrezzature o di nuove spe- zione civile, elencati all’articolo 4, del decreto
cializzazioni, alla crescita del ruolo che il sin- interministeriale, allo scopo di assicurare un
golo volontario può essere chiamato a svol- livello omogeneo di base di articolazione dei
gere nel gruppo a cui appartiene. La cura del- predetti scenari e compiti;
la salute dei volontari merita un’attenzione • indirizzi comuni per lo svolgimento delle
particolare: sia dal punto di vista del controllo attività di formazione, informazione e adde-
sanitario generale e di base, sia da quello, stramento dei volontari di protezione civile
specifico, della sorveglianza sanitaria, limi- in materia di tutela della propria salute e si-
tata ai casi di superamento delle soglie di curezza, per consolidare una base di cono-
esposizione e negli altri casi previsti nel de- scenze comuni in materia sull’intero territo-
creto legislativo n. 81/2008. rio nazionale;
Il provvedimento pone attenzione alle azio- • indirizzi comuni per l’individuazione degli
ni e alle disposizioni organizzative piuttosto accertamenti medici basilari finalizzati al-
che agli adempimenti gestionali o burocra- l’attività di controllo sanitario dei volontari di
18
21. 19
In questa pagina e nelle
successive, volontari di
protezione civile, per l’organizzazione e lo viste e di verifiche e con- protezione civile impegnati
in emergenza
svolgimento dell’attività stessa. Viene defini- trolli periodici sull’adem-
ta al riguardo la tempistica di aggiornamen- pimento alle misure sta-
to degli accertamenti, le modalità di conser- bilite. Nessuna delle mi-
vazione dei dati relativi e le procedure di con- sure indicate prevede un adempimento
trollo sull’adempimento dell’attività. immediato, in mancanza del quale le orga-
Questi tre documenti contenenti “indirizzi co- nizzazioni di volontariato non possono più
muni”, costituiranno le basi di partenza per svolgere la propria attività di protezione ci-
l’applicazione delle disposizioni sulla tutela vile: la sicurezza è un processo continuo che
della salute e della sicurezza dei volontari di si sviluppa lungo tutta la vita dell’organiz-
protezione civile. zazione, fatto di attività, in particolare for-
Le organizzazioni di volontariato e le autori- mative, finalizzate a tutelare i volontari nel-
tà pubbliche che le coordinano potranno co- la loro attività di protezione civile preser-
struire sulle loro fondamenta i propri percorsi vandone la specificità.
operativi, anche specifici. Tutti gli indirizzi I tre documenti sono parte integrante del-
contengono misure per la loro attuazione sen- l’intesa in materia di sorveglianza sanitaria,
za aggravio di oneri a carico delle organiz- espressamente prevista dal decreto inter-
zazioni di volontariato e responsabilizzano le ministeriale del 13 aprile.
autorità pubbliche di protezione civile per il Il 12 gennaio il Capo Dipartimento ha sotto-
supporto allo svolgimento delle attività pre- scritto il decreto che adotta le nuove dispo-
22. 2 Primo Piano
sizioni e l’ha trasmesso gli organi di control- Corpi comunali e provinciali dei Vigili del Fuo-
lo per concludere l’iter di approvazione e co volontari delle Province Autonome di Tren-
giungere, infine, alla pubblicazione nella Gaz- to e di Bolzano nonché alla componente vo-
zetta Ufficiale. Questo decreto costituirà il ter- lontaria del Corpo Valdostano dei Vigili del
zo caposaldo del sistema di norme per la tu- Fuoco, tutelati dalle norme specifiche che di-
tela della salute e della sicurezza dei volon- sciplinano l’autonomia di quelle comunità.
tari di protezione civile. Il testo del decreto e gli importanti documenti
Il provvedimento si applica ai volontari ap- che contiene saranno pubblicati sul sito del
partenenti alle organizzazioni di volontaria- Dipartimento protezionecivile.gov.it non ap-
to che svolgono attività di protezione civile pena disponibili, insieme ad alcune sinteti-
iscritte negli elenchi regionali e nell’elenco na- che note finalizzate a renderne la lettura più
zionale, oltre che ai volontari della Croce ros- agevole e immediata.
sa italiana e del Corpo nazionale del soccorso Il biennio 2011-2012 segnerà, in questo
alpino e speleologico. modo, una tappa fondamentale nel percor-
Per queste due ultime realtà, il provvedimento so della sicurezza del volontariato di prote-
contiene alcune disposizioni specifiche con- zione civile, consentendo così di dare una
nesse alle loro rispettive particolarità orga- forma maggiormente organizzata a quella
nizzative. Altrettanto particolare, infine, è l’ap- cultura della sicurezza che già permea il
plicazione delle disposizioni contenute nel mondo del volontariato di protezione civile
provvedimento ai volontari appartenenti ai fin dalla sua nascita. 2
20
23.
24. 2 Focus
Emergenza maltempo:
gelo e neve su tutta Italia
Oltre 6mila i volontari a supporto delle attività di presidio
e assistenza alla popolazione. 2mila le segnalazioni al Contact Center
Operatori al lavoro
per liberare le strade
dalla neve
D
al 31 gennaio, intense braio, un nucleo di aria artica ture locali
precipitazioni nevose attraversa nuovamente l’Italia di protezio-
colpiscono la Peniso- da nord a sud, generando ne- ne civile. Attivato da subito an-
la, in particolare le regioni del vicate fino a quote basse, ven- che il volontariato locale e na-
centro e del sud Italia. Il mal- ti forti e locali rovesci e tem- zionale di protezione civile per
tempo sferza il Paese in due porali sul basso tirreno. Il Di- supportare le attività di presi-
fasi successive. Nella prima partimento della Protezione dio sul territorio e di assisten-
fase un vortice depressiona- Civile monitora dal 27 genna- za della popolazione, in rac-
rio, alimentato da aria fredda, io l’evoluzione dello scenario cordo con i sistemi regionali.
raggiunge le regioni centro- meteorologico, emana avvisi Sono molte le Regioni colpite
settentrionali con nevicate fi- di avverse condizioni meteo- dal maltempo al centro e al
no a quote collinari, per poi rologiche e segue l’evolversi sud della Penisola, in questa
spostarsi al centro e al sud. degli eventi in contatto con le fase. In particolare in Emilia-
Nella seconda fase, dal 9 feb- prefetture, le regioni e le strut- Romagna, nelle Marche, in
22
25. 23
Umbria e in Campania si ve- si strade statali e tratti auto- ne Civile, Franco Gabrielli, da
rificano gravi situazioni di cri- stradali. Quasi 2.300 le chia- decreto, ha il compito di co-
ticità con l’isolamento di inte- mate al Contact Center del Di- ordinare a livello nazionale tut-
ri paesi e la disalimentazione partimento per segnalare que- ti gli interventi necessari. A fi-
di energia elettrica, gas e ac- ste e altre criticità. L’8 febbraio ne emergenza, saranno oltre
qua. Consistenti le difficoltà il Presidente del Consiglio dei 6mila i volontari impiegati sul
anche sul fronte della viabili- Ministri firma un decreto che campo tra Sistemi regionali di
tà: viene interrotta per alcuni dispone il coinvolgimento del- volontariato di protezione ci-
giorni la circolazione dei mez- le strutture operative nazio- vile, organizzazioni di rilievo
zi pesanti e consentita la cir- nali del Servizio Nazionale del- nazionale, Cnsas - Corpo na-
colazione degli altri veicoli la Protezione Civile per fron- zionale del soccorso alpino e
esclusivamente con pneu- teggiare l’emergenza. Il Capo speleologico e Cri - Croce ros-
matici da neve o catene. Chiu- Dipartimento della Protezio- sa italiana.
IL CAPO DIPARTIMENTO RINGRAZIA DONNE E UOMINI
DEL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
Ci vorranno ancora alcuni giorni affinché anche strutture territoriali delle Forze dell’ordine.
nelle zone maggiormente colpite dalle copiose Voglio ringraziare tutte queste donne e questi
nevicate si possa ritornare a una situazione di vita uomini, gli oltre 25mila tecnici delle aziende
ordinaria. Il Comitato operativo – l’organo centrale fornitrici dei servizi essenziali, e con loro le migliaia
del Servizio Nazionale della Protezione Civile che di amministratori, funzionari, tecnici delle strutture
assicura la direzione unitaria e il coordinamento comunali, provinciali e regionali che, ognuno con i
delle attività di emergenza, stabilendo gli interventi propri compiti, hanno profuso uno straordinario
di tutte le amministrazioni e degli enti interessati impegno. Non penso solo a quanti hanno operato
al soccorso – che era riunito in seduta permanente nelle zone interessate dal maltempo; mi riferisco
dalla sera dell’8 febbraio, è stato sciolto, ma anche a coloro che, rimanendo nei propri territori,
l’attenzione verso il territorio e il coordinamento tra non hanno esitato a organizzare l’invio di proprie
i diversi soggetti permangono. squadre e mezzi per concorrere alla gestione
I volontari di protezione civile, oltre 6mila dell’emergenza. Tutto il Servizio Nazionale della
appartenenti alle associazioni locali e alle Protezione Civile – nato vent’anni fa con la legge n.
organizzazioni nazionali, insieme a Croce rossa e 225 del 24 febbraio 1992, oggi così tanto al centro
Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, dell’attenzione – si è coordinato e ha risposto con
sono attualmente ancora impegnati in attività di uno sforzo corale che ha consentito, in molti casi, di
assistenza alla popolazione, ripristino della salvare la vita a persone in difficoltà.
viabilità e supporto alle autorità locali; i quasi Di questo non posso che essere soddisfatto, pur
2mila uomini delle Forze Armate stanno lavorando nella consapevolezza che la macchina può e deve
per superare il contesto emergenziale accanto a essere ancora migliorata.
circa 5mila Vigili del Fuoco e 20mila uomini delle Franco Gabrielli
26. 2 Focus
Il distacco partimento. Il sistema è dotato di una cam-
pana trasportabile, appesa al gancio bari-
programmato centrico di un elicottero, il cui funzionamento
delle valanghe si basa sull’onda dell’esplosione controllata
di una miscela di gas al suo interno. Il fatto
La soluzione tecnica che la struttura possa essere elitrasportata
adottata dal Dipartimento risponde all’esigenza di coprire un territorio
molto vasto.
è il metodo DaisyBell
U Le fasi dell’operazione
Gli osservatori nivologici di Corpo Forestale del-
lo Stato, Esercito e Aineva - Associazione in-
I
l Dipartimento della Protezione Civile a terregionale neve e valanghe rilevano la con-
fronte della intensa perturbazione che sistenza del manto per l’individuazione dei
ha colpito l’Italia nei giorni scorsi ha in- siti in cui poter realizzare il distacco. Queste
viato alle Regioni interessate dai fenomeni operazioni di monitoraggio vengono seguite
una nota per verificare la necessità di con- da un esperto del Dipartimento sul posto che
corso nelle attività di valutazione nivologica, collabora alla pianificazione delle fasi ope-
finalizzate alla prevenzione del rischio va- rative. Una volta stabilita la fattibilità dell’in-
langhivo, da conseguire anche con inter- tervento, si può dare il via alle operazioni. In
venti di bonifica dei versanti. Il periodo su- questa emergenza il Dipartimento si è av-
bito successivo ad una nevicata è infatti il valso del sistema DaisyBell e dell’elicottero del
più pericoloso per quanto riguarda le valan- Nucleo elicotteri della Provincia Autonoma
ghe e pertanto si rende spesso necessario di Trento.
provocarne il distacco preventivo, special-
mente per quanto riguarda il ripristino della U Il sistema
viabilità e della funzionalità di infrastrutture Due bombole, una di idrogeno e una di os-
di interesse pubblico. sigeno, sono fissate alla campana. L’appa-
recchio è appeso ad un elicottero ad una di-
U I metodi stanza di circa 10/20 metri a seconda delle
Sono due i più utilizzati: il metodo Vassalle caratteristiche morfologiche del terreno. In
e il DaisyBell. Il primo prevede l’utilizzo di un base al tipo di neve e del suolo, l’esplosione
certo quantitativo di esplosivo il cui impiego avviene ad una distanza che può variare tra
necessita di autorizzazioni per l’approvvigio- i tre e i dieci metri. Può essere necessario
namento e il trasporto, quindi di difficile rea- del tempo e diversi tiri per generare la va-
lizzazione nel caso specifico di più Regioni in langa. Inoltre l’operazione viene effettuata in
cui intervenire. La seconda soluzione tecni- totale sicurezza e coinvolge diversi soggetti che
ca è stata sperimentata negli ultimi anni con garantiscono la successiva percorribilità del-
successo ed è stata la scelta adottata dal Di- le strade o delle piste. 2
24
27.
28. 2 Focus
Autunno
di piogge.
Alcuni
dettagli
meteorologici
L’analisi del Settore
meteo del Centro
Funzionale Centrale
G
li eventi meteorologici che hanno in- te piovoso, con temperature anche sotto la
teressato la nostra Penisola duran- media. Le precipitazioni sono risultate ben al
te i mesi di ottobre e novembre del di sopra della media sulle Regioni centrali ed
2011 sono stati molto intensi e ravvicinati. il sistema di allertamento nazionale ha emes-
Prima di analizzarli è bene approfondire l’an- so otto avvisi di avverse condizioni meteo di-
damento meteorologico dell’estate e dell’ini- stribuiti nella seconda parte del mese.
zio dell’autunno 2011 sul nostro Paese. La seconda metà di agosto e il mese di set-
Giugno è stato caratterizzato da una spiccata tembre sono risultati poco piovosi con tem-
variabilità e quindi da una alternanza di fasi perature – specie le massime – ben al di so-
stabili e situazioni perturbate, con precipi- pra dei valori medi di riferimento. In questi
tazioni superiori alla norma sul nord-ovest e due mesi il sistema di allertamento nazionale
temperature al di sopra delle medie sul nord- ha emesso sette avvisi di avverse condizio-
est. Sul resto della Penisola i valori delle pre- ni. Anche i consueti temporali pomeridiani
cipitazioni e delle temperature sono risulta- sulle Alpi sono stati poco frequenti.
ti in media o poco superiori alla norma; il si- Dopo un giugno e un luglio caratterizzati da
stema di allertamento nazionale ha emesso una spiccata instabilità, le condizioni estive
sei avvisi di avverse condizioni meteo, equa- si sono affermate soltanto in agosto, pro-
mente distribuiti durante tutto il mese. lungandosi fino all’inizio dell’autunno su
Luglio, esclusa una breve ondata di calore tra gran parte del bacino del Mediterraneo
il 9 e il 12, è stato un mese particolarmen- centrale. Questa anomala fase di stabilità ha
26
29. 27
versi eventi alluvionali che hanno sferzato
città intere e zone turistiche tra le più im-
portanti del Paese, con vittime, danni e mol-
ti disagi per la popolazione e i territori.
I quantitativi di pioggia caduta: i record spet-
tano alla Liguria. Le precipitazioni sullo Spez-
zino, e quelle successive su Genova, han-
no registrato valori in media compresi tra i
400 e 500 mm in un periodo tra le 12 e 24
ore, con rate orari anche superiori ai 100
mm. Si tratta di valori molto intensi, se con-
frontati con la media climatica delle preci-
pitazioni che a Genova a novembre s’atte-
sta sui 180 mm.
U Le alluvioni sullo Spezzino e su Genova
Il 25 ottobre un sistema frontale a carattere
freddo è entrato sul Mediterraneo centro-oc-
cidentale, collegato ad una vasta area de-
permesso alle acque del mare di disperde- pressionaria con centro sull’Atlantico set-
re solo una modesta parte del potenziale tentrionale. Tale fronte freddo è stato pre-
energetico, evidenziando valori di tempera- ceduto da intense correnti umide ed insta-
ture più alte rispetto alle medie decennali. bili sud-orientali nei bassi strati, in scorri-
mento dal Tirreno centrale al Mar Ligure. Un
U Ottobre e novembre: l’Italia sferzata contestuale flusso in quota con direttrice sud-
dalle alluvioni occidentale, pilotato dal getto polare, ha de-
Le precipitazioni più significative di ottobre terminato all’interno della banda nuvolosa la
e novembre hanno interessato Roma il 20 formazione di una intensa linea temporale-
ottobre, la Spezia e le Cinque Terre il 25 e sca nell’area dello Spezzino.
il 26 Ottobre, Genova, il Piemonte e l’Isola La lenta rotazione ciclonica intorno all’area
d’Elba tra il 4 e l’8 novembre, Messina, Bar- depressionaria ha reso stazionario il fronte
cellona Pozzo di Gotto e la Calabria tra il 21 freddo sulla medesima area per circa 15 ore,
e il 23 novembre. In questi casi, il sistema dando luogo a precipitazioni persistenti, a ca-
di allertamento nazionale ha emesso avvisi rattere diffuso e continuo, intervallate da im-
di avverse condizioni meteo almeno 24-36 pulsi temporaleschi intensi. I fenomeni sono
ore prima degli eventi alluvionali, in accor- stati localmente amplificati dalla forzante oro-
do con i Settori meteo dei centri funzionali grafica. Il miglioramento è sopraggiunto sol-
decentrati regionali, dove presenti. tanto dopo le 23.00, quando il fronte fred-
Nel giro di un solo mese si sono verificati di- do si è spostato sulle Regioni centrali, per la
30. 2 Focus
spinta del getto polare verso sud-est. Dina- nimo barico al suolo ha determinato, anche
miche meteorologiche simili sono state ri- in questa giornata, abbondanti precipitazio-
scontrate nell’evento alluvionale di Roma di ni sul nord-ovest, specie sui settori alpini, pre-
una settimana prima. Dal 4 all’8 novembre alpini e pedemontani, con attività tempora-
violente precipitazioni hanno colpito dapprima lesca al centro-sud.
Genova e successivamente anche il Piemonte
e la Toscana. Un evento meteorologico de- U “Rolf”: il ciclone mediterraneo che si
gno di nota perché di lunga durata e carat- trasforma in simil-tropicale
terizzato da diverse dinamiche. Inizialmen- Tra lunedì 7 e martedì 8 novembre il ciclone
te la confluenza prefrontale tra area fredda mediterraneo “Rolf”, posizionato tra la Sar-
e area più mite in quota ha preceduto l’in- degna ed il Golfo del Leone, torna ad appro-
gresso sul Mediterraneo occidentale di una fondirsi. Presente al suo interno un nucleo
vasta saccatura di origine atlantica. L’avvi- di aria più calda come nei cicloni tropicali.
cinarsi di un sistema frontale atlantico ha pro- Questa inedita trasformazione da ciclone ex-
dotto un corposo afflusso di aria sub-tropi- tra-tropicale a ciclone simil-tropicale (TLC -
cale proveniente dall’Africa, altamente umi- Tropical Like Ciclone) spingerà l’Agenzia fe-
da ed instabile, trasportata da un flusso sud- derale americana NOAA - National Oceanic
orientale al suolo, che è andato a contrap- and Atmospheric Administration a classifi-
porsi ad un flusso sud-occidentale in quota. carlo come “ciclone tropicale 01-M”.
La rotazione ciclonica delle masse d’aria sul Una probabile causa dell’inedita trasforma-
Golfo Ligure ed il trasporto di masse d’aria zione del ciclone da extra-tropicale a simil-
molto umida e potenzialmente instabile, a ri- tropicale è da attribuire all’anomalia positi-
dosso delle aree montuose, ha determinato va di temperatura superficiale del mare su
la formazione di temporali che per più ore gran parte del bacino centro-occidentale del
hanno insistito sulla stessa area della peri- Mediterraneo. La temperatura superficiale del
feria orientale di Genova, in particolare nel mare risultava essere superiore alla media di
primo pomeriggio di venerdì 4 novembre, con circa 4°C. A seguito di tale profonda de-
celle temporalesche auto-rigeneranti, dette pressione, forti venti, anche superiori ai
supercelle, con direttrice di spostamento da 100 km/h, hanno interessato le coste fran-
sud-ovest a nord-est. Nella giornata di sabato cesi la sera dell’8 novembre. Il 7 novembre
5 novembre, flussi umidi ed instabili meri- un violento nubifragio, riconducibile all’area
dionali hanno interessato ancora il nord-ovest, esterna del ciclone, ha interessato l’Isola d’El-
con precipitazioni diffuse e continue che si ba. Le principali caratteristiche meteorolo-
sono estese anche al resto del Nord: è sta- giche di questo evento sono: la vasta strut-
ta diffusa in questo caso la preallerta per una tura depressionaria atlantica, la forzante
piena del Po ed è stata attivata l’Autorità di meteorologica, che è entrata sul Mediterra-
Bacino. Il continuo approfondirsi dell’area de- neo centro-occidentale; l’afflusso di aria
pressionaria sul Mediterraneo centro-occi- sub-tropicale altamente umida ed instabile
dentale con l’ulteriore formazione di un mi- che ha preceduto l’ingresso del sistema atlan-
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31. 29
tico; la formazione del minimo barico al suo- causata anche dal forcing operato da un mas-
lo; l’orografia complessa che ha amplificato simo del getto in quota, in corrispondenza di
i fenomeni convettivi, la struttura di alta pres- un ambiente atmosferico dominato da aria di
sione sull’Europa orientale che ha “blocca- origine subtropicale, quindi molto umida
to” per più giorni il vortice sul Mediterraneo nei bassi strati. Infatti i rovesci temporaleschi
centro-occidentale; infine, il successivo ed più intensi si sono verificati sulla Sicilia
inedito approfondimento del minimo al suo- nord-orientale e poi su tutta la Calabria, a cau-
lo tra il Mar di Sardegna ed il Golfo del Leo- sa di linee di convergenza attivate dal deci-
ne: quest’ultimo è un evento raro, causato so aumento dei venti di scirocco.
probabilmente dall’alta temperatura del La stagione autunnale del 2011 sulla nostra
mare. Tutti questi fattori hanno esteso il fe- scena meteorologica si è rivelata molto di-
nomeno meteorologico a gran parte della Pe- namica. Specie nella seconda parte della sta-
nisola, con una durata di circa 4-5 giorni. gione, quando gli scambi termici fra le zone
a diverse latitudini del globo hanno assunto
U Alluvioni dovute ai cambiamenti particolare vigore, dando luogo sul Mediter-
climatici? raneo a frequenti e spiccati contrasti fra mas-
Uno dei quesiti più frequenti giunti al Setto- se d’aria a differenti caratteristiche termodi-
re meteo del Centro Funzionale Centrale nel- namiche, con fenomeni tipicamente impul-
le scorse settimane riguardava gli effetti dei sivi e concentrati nello spazio e nel tempo,
cambiamenti climatici su questi fenomeni sotto forma quindi di intense condizioni di in-
estremi. Pochi eventi estremi non fanno stabilità meteorologica.
statistica e quindi è difficile rilevare una ten- Ad un autunno così evolutivo ha fatto seguito
denza: è comunque evidente che l’anoma- una stagione invernale che, fino al mese di
lia di temperatura superficiale positiva del Me- gennaio, ha visto al contrario una prevalen-
diterraneo, nei primi giorni di novembre, ab- za di condizioni di stabilità sulla scena ita-
bia amplificato le intensità quell’evento. Il co- liana, confinando il flusso perturbato princi-
stante monitoraggio legato all’esperienza e la pale a scorrere prevalentemente a latitudini
sensibilità meteorologica acquisita in questi più elevate, sulla scena continentale e set-
anni, permetteranno in futuro al Settore me- tentrionale europea, ed affondando solo
teo del Centro Funzionale di fornire risposte episodicamente verso il Mediterraneo cen-
più sistematiche relativamente a questi fe- trale e quindi verso la nostra Penisola, sen-
nomeni. L’evento meteorologico tra il 21 e il za dar luogo a una fenomenologia partico-
23 novembre al Sud è stato meno raro: un larmente persistente o severa.
ciclone mediterraneo ha convogliato intensi Difficile stabilire se la seconda parte della sta-
flussi meridionali sulle due isole maggiori. La gione invernale manterrà una linea di pre-
depressione ha prodotto elevata instabilità e valente stabilità intervallata da episodi di de-
formazione di sistemi temporaleschi orga- bole o moderata instabilità, o vedrà al con-
nizzati sul settore meridionale della Peniso- trario una nuova fase di scambi meridiani con
la e sulla Sardegna. La depressione è stata conseguente arrivo di frequenti perturbazioni,
32. 2 Focus
in seno alle quali trovi posto l’innesco di fe- operative, volte a salvaguardare beni e per-
nomeni meteorologici diffusi, persistenti ed sone. Nonostante questi fisiologici limiti del-
intensi. A questo quesito è possibile rispon- le previsioni, il Settore meteo del Centro Fun-
dere parzialmente, al momento, optando per zionale Centrale, operativo 24 ore su 24 e 365
la seconda ipotesi. Anche se per avere dati giorni all’anno, segue quotidianamente gli
più precisi occorrerà aspettare la fine del- scenari di tendenza ipotizzati dai modelli nu-
l’inverno. L’Italia, infatti, è uscita solo a metà merici a lunga o lunghissima scadenza, al
febbraio da una fase molto fredda della du- fine di monitorare giorno dopo giorno i cam-
rata di circa 15 giorni, in cui fenomeni dif- biamenti – quasi sempre sostanziali, talvolta
fusi nevosi hanno interessato da nord a sud anche drastici – che le successive corse dei
l’intera Penisola con nevicate fino al livello del modelli apportano, a mano a mano che ci si
mare. Le nevicate intense hanno riguarda- avvicina alla data di un presunto evento av-
to maggiormente il settore adriatico. Ulteriori verso, rispetto allo scenario previsto inizial-
dettagli su questo evento saranno appro- mente. Solo approssimandosi alla data del-
fonditi nel prossimo numero. l’evento, però, si può confermare con ragio-
nevole margine di affidabilità lo scenario evo-
U Previsioni meteorologiche e attività lutivo, inizialmente ipotizzato.
del Settore meteo del Centro Fare previsioni meteo per fini di protezione
Funzionale del Dipartimento civile significa focalizzarsi sugli eventi rilevanti
Le previsioni dello stato futuro dell’atmosfe- dal punto di vista dell’impatto sul territorio,
ra hanno mediamente una buona attendibilità sulla popolazione o sulle infrastrutture: que-
per quanto riguarda le prime 48 o 72 ore dal sto obiettivo così specifico, se da un lato per-
momento dell’elaborazione e possono forni- mette di concentrarsi sulle situazioni in cui
re una tendenza indicativa anche per i suc- i fenomeni possono superare soglie di at-
cessivi due giorni, ma poi perdono rapida- tenzione o di allarme, dall’altro lato introdu-
mente affidabilità, a causa della natura for- ce la necessità di dettagliare al massimo gli
temente caotica del sistema fisico costituito eventi meteorologici intensi che si annun-
dell’atmosfera e dalle sue interazioni con il ciano sul territorio italiano, sia dal punto di
globo terracqueo. Gli scenari dell’evoluzione vista della probabile localizzazione dei fe-
meteorologica, a scadenze superiori ai 5-6 nomeni, che da quello della loro tempistica
giorni nel futuro hanno una attendibilità e, soprattutto, della loro quantificazione nu-
mediamente molto bassa, specie se ci si ri- merica. Gli eventuali avvisi sono diramati nel-
ferisce a previsioni spinte addirittura oltre il l’ambito del Sistema nazionale di protezione
decimo giorno o quindicesimo giorno nel fu- civile, cercando di minimizzare i falsi allar-
turo. Questi scenari non sono inoltre in gra- mi ed al tempo stesso fornendo, a chi deve
do di discriminare la fenomenologia prevista operare o prendere decisioni sul territorio, gli
a livello deterministico e quantitativo, e di det- elementi necessari ed utili a valutare gli op-
tagliarla a livello di localizzazione e tempistica, portuni provvedimenti e garantire l’efficace
fornendo informazioni utili per decisioni risposta del sistema di allertamento. 2
30
33.
34. 2 Storie
Una sezione dedicata Uno sguardo al passato che
agli eventi che hanno segnato è anche occasione di riflessione
la storia italiana e che, sui temi di previsione
al contempo, hanno contribuito e prevenzione dei rischi e sulla
alla nascita e all’evoluzione capacità del Sistema di
di una cultura condivisa protezione civile di rispondere
di protezione civile. efficacemente alle emergenze.
Emergenza Etna 1991-1992
la grande eruzione
L’obiettivo delle operazioni
è salvare il centro abitato
di Zafferana Etnea dalla lava
Mi colpì la differenza tra le due facce dell’Etna. Quella che mostra
“ nelle zone sommitali lo splendido spettacolo della lava rossa che
scorre frusciando con quel caratteristico profumo. E quella dell’eruzione a
valle, che si mangia case e coltivazioni. In questi casi mi scoprii fratello di
questa gente testarda e dignitosissima che continuava a coltivare la terra
dei padri anche quando la colata era a un metro dalle piante, e mi
N
veniva voglia, come loro, di fermare la lava con le mani1.
”
ella notte tra il 13 e il 14 dicembre 1991 – preannunciata da un ri-
gonfiamento dell’edificio vulcanico e da una breve crisi sismica, con
l’apertura di una frattura eruttiva alla base del Cratere di sud-est –
ha inizio l’ultima grande eruzione dell’Etna del XX secolo.
Il Dipartimento della Protezione Civile, con il concorso del Gnv - Gruppo nazionale di vul-
canologia del Consiglio nazionale delle ricerche, attiva sin dalle prime ore un sistema di
controllo dell’eruzione.
Le bocche eruttive si trovano sulla ripida parete Valle del Bove, un territorio impervio
e privo di insediamenti, che si apre sul fianco orientale del vulcano. La difficile posizione
delle bocche, inaccessibile soprattutto nei mesi invernali, rende necessaria per il monito-
raggio anche la costante presenza di un elicottero. Alle colate laviche bastano tuttavia po-
chi giorni per raggiungere il Salto della Giumenta ed affacciarsi in Val Calanna, proprio
sopra all’abitato di Zafferana Etnea, esattamente come previsto dalle simulazioni al cal-
32
35. 33
colatore effettuate dagli esperti, che peraltro annunciano un’eruzione di lunga durata. Il
rischio è che la lava travolga il paese, portando via con sé le case, le coltivazioni, il frutto
del lavoro e il futuro di una intera collettività.
Dai primi giorni di gennaio e sino al 27 maggio 1992, il Dipartimento della Protezio-
ne Civile, con il supporto scientifico del Gnv e della Commissione Grandi Rischi, e grazie
al contributo di diverse strutture operative del Sistema di protezione civile, avvia una se-
rie di interventi diversificati e complessi, alcuni dei quali mai tentati prima su di un vul-
cano in eruzione.
Il 1° gennaio, quando la colata è ormai a soli due chilometri da Zafferana, il Diparti-
mento – di concerto con il Genio dell’Esercito – decide il primo intervento, che consiste nel-
la costruzione di un terrapieno di sbarramento a Portella Calanna, all’estremità della Val-
le. Il terrapieno viene realizzato dall’Esercito e dai Vigili del Fuoco, con il supporto di mez-
zi meccanici privati, in due settimane di lavoro ininterrotto.
La barriera, eretta perpendicolarmente al percorso della colata, è alta 21 metri e lun-
ga 234. Per circa un mese il terrapieno contiene la lava, impedendone l’avanzata e co-
stringendola a disperdersi a monte. Alla fine, sebbene non sarà in grado di arrestarla del
tutto, riuscirà comunque a rallentarne il corso quel tanto che occorre per consentire la mes-
sa in opera di altre misure.
L’8 aprile, dopo una fase di relativa tranquillità, la lava tracima cominciando a scen-
dere verso Zafferana. Tra il 10 e il 14 aprile sono realizzati altri tre terrapieni tra Portel-
la Calanna e Piano dell’Acqua: neanche queste opere minori riescono però ad arrestare la
lava, che prosegue il suo cammino, travolgendo alcune abitazioni e frutteti.
Il 10 aprile la Commissione Grandi Rischi decide di ricorrere alla sperimentazione di
tecniche innovative per tentare di interrompere il flusso lavico nella parte alta del canale
di alimentazione. Il Governo dichiara lo stato di emergenza e un Com - Centro operativo
misto interforze si insedia a Zafferana per la gestione degli interventi. Il fronte della co-
lata si arresta comunque il 16 aprile, a meno di un chilometro dal paese.
Nel mese di maggio un nuovo flusso lavico ben alimentato si sovrappone al preceden-
te. Il 27 maggio – per la seconda volta dopo l’eruzione del 1983 – viene dunque scavato
con le ruspe un canale artificiale e l’argine di lava che lo separa dal canale naturale è fat-
to saltare con 7mila chili di esplosivo.
Il corso naturale è al contempo ostruito con blocchi di cemento lanciati dall’elicottero.
(1) Dichiarazione di Franco Barberi , 3 maggio 1992, «L’Indipendente». Il vulcanologo Franco Barberi ha ricoperto numerosi incarichi
scientifici in Italia e in organismi internazionali quali la presidenza del Gruppo nazionale per la vulcanologia (1983-1995), la Commis-
sione Grandi Rischi della Protezione Civile – settori rischio sismico e rischio vulcanico, il Volcanology Network dell’European Science Foun-
dation, il Comitato tecnico-scientifico dell’ONU per la riduzione dei rischi naturali, la vice-presidenza dell’International Association of Vol-
canology (IAVCEI), il Comitè Superieur pour la Reductiondes Risques Volcaniques (Francia, 2003-2007), nonché l’incarico di Sottosegretario
di Stato del Ministero degli Interni con delega alla Protezione Civile.
36. 2 Storie
Foto tratta dal volume “Leruzione 1991-1992 dell’Etna e gli interventi per fermare o ritardare l’avanzata della lava” (vedi fonti)
12 maggio 1992,
punto più avanzato
Nei giorni successivi il flusso di lava originato dalla deviazione scorre nel Pia-
del fronte lavico
della zona di Piano
dell’Acqua no del Trifoglietto e l’alimentazione a valle viene meno. Tra il 31 maggio e il
1 giugno diminuisce l’emissione di lava anche alla bocca principale.
Zafferana Etnea è salva. Alla fine l’eruzione sarà durata per 473 giorni e avrà prodotto un
volume di lava attorno ai 400 milioni di metri cubi.
L’Emergenza Etna del 1992 si chiude, dunque, con un successo, nonostante le opera-
zioni si siano svolte in un acceso clima di polemica. Sono molti, infatti, i detrattori di que-
sta iniziativa di “difesa attiva”, ritenuta potenzialmente dannosa per la tutela dell’ecosi-
stema, ma il successo immediato delle operazioni ha un impatto favorevole sull’opinione
pubblica e, in particolare, sulla popolazione di Zafferana Etnea.
U 2001: L’ERUZIONE ESTIVA
Nell’estate del 2001 si verifica una nuova breve ma intensa eruzione. L’attività si svi-
luppa successivamente da più bocche, che si aprono a diverse quote lungo il versante sud.
La simulazione del percorso dei flussi lavici mostra una possibile minaccia per gli abitati
di Nicolosi e Belpasso, ma soprattutto per le infrastrutture turistiche nella zona dello sto-
rico Rifugio Sapienza. Per proteggere questa zona vengono costruite a più riprese e a quo-
te via via inferiori, 13 barriere di terra. L’esperienza maturata nel ‘92 si rivela preziosa:
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