Pubblico in questo spazio una mia presentazione del 2008 sul principio di trasparenza nella pubblica amministrazione. I link interni non sono attivi, facendo riferimento a vecchi materiali. Appena possibile, sistemerò la presentazione.
1. Il nuovo ruolo dell’Amministrazione nell’espletamento dei vari ambiti della sua attività Principio di trasparenza e nuova comunicazione nella pubblica amministrazione “ Le leggi non possono superare le 22 parole (tante quanto le lettere del loro alfabeto) e devono essere espresse nei termini più semplici e piani” Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver Milano, 1 – 8 – 13 ottobre 2008 Brescia, 15 ottobre 2008
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3. In Inghilterra, prima, poi anche nell’America del Nord, in Francia, in Germania, in Italia nascono le prime teorizzazioni della necessità di una comunicazione pubblica basata sul principio di trasparenza
4. Passerà ancora molto tempo prima che in Italia si possa parlare di una vera comunicazione pubblica Tuttavia …
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18. Legge 150/2000 le strutture (art. 6) La L. 241/90 e la L. 150/2001 trovano poi completamento nel D. Lgs 165/2001 che propone un modello di organizzazione dei pubblici uffici, imperniato sui principi di trasparenza dell’azione amministrativa. In tale contesto vengono ridefiniti alcuni compiti degli URP. Nel MIUR, il DPR 347/2000 ha attivato un apposito Servizio per la Comunicazione, cui è stato affidato il coordinamento della comunicazione istituzionale, del sito web dell’amministrazione, la promozione di attività e convenzioni editoriali e pubblicitarie, le campagne di comunicazione, la promozione di monitoraggi e indagini demoscopiche, il coordinamento delle attività degli uffici relazioni con il pubblico operanti a livello centrale e periferico. informazione comunicazione portavoce Ufficio per le relazioni con il pubblico Ufficio stampa
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30. La comunicazione istituzionale approfondimento Per approfondire : La comunicazione pubblica (pdf) - Fonte: www.comunecampagnano.it/comunicazione/ La Legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica di Stefano Patriarca (pdf) – link web A. Comunicazione istituzionale finalizzata ad esternare le attività e le funzioni, ad applicare norme, a regolare giuridicamente i rapporti; ad informare gli utenti sulle modalità di funzionamento degli uffici e sull’applicazione di norme; a far conoscere l’identità e orientamento operativo delle istituzioni pubbliche D. Comunicazione interna rivolta all’interno dell’organizzazione (pubblico interno, sia dipendente che collaboratori). • rinsalda l’identità dell’amministrazione • favorisce il senso di appartenenza • contribuisce a porre su nuove basi l’immagine della sfera pubblica. B. Comunicazione politica proviene dalle istituzioni pubbliche e dai partiti o movimenti politici, ed è incentrata su tematiche controverse di interesse generale sulle quali sussistono orientamenti e opinioni contrastanti. Verso una nuova “comunicazione pubblica” Insieme delle attività di comunicazione e informazione rivolte ai cittadini che fanno capo ad un soggetto pubblico e che si avvalgono di strumenti diversi e di strutture dedicate (URP). Si sancisce la distinzione tra comunicazione pubblica e comunicazione istituzionale, escludendo forme di comunicazione con fine preminente la costruzione del consenso come la comunicazione politica. C. Comunicazione sociale (o promozionale) è diretta a promuovere la risoluzione di problemi di interesse generale (tutela ambientale, salute, previdenza, istruzione, occupazione, sicurezza sociale, ordine pubblico, ecc.). La funzione di questo strumento comunicazionale è sensibilizzare e convincere i cittadini utenti: in poche parole, di “amministrare convincendo”.
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33. “ Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite: proprio per questo, diceva un filosofo, gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie. Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori. È un maleducato, se parla in privato e da privato. È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante, un dipendente pubblico, un eletto dal popolo. Chi è al servizio di un pubblico ha il dovere costituzionale di farsi capire.” (Tullio De Mauro) Due parole
Editor's Notes
Il Ministro della Funzione Pubblica desidera, con questa direttiva, contribuire alla semplificazione del linguaggio usato dalle amministrazioni pubbliche per la redazione dei loro testi scritti. Le amministrazioni pubbliche utilizzano infatti un linguaggio molto tecnico e specialistico, lontano dalla lingua parlata dai cittadini che pure ne sono i destinatari. Invece, tutti i testi prodotti dalle amministrazioni devono essere pensati e scritti per essere compresi da chi li riceve e per rendere comunque trasparente l’azione amministrativa. I numerosi atti prodotti dalle pubbliche amministrazioni, sia interni (circolari, ordini di servizio, bilanci) sia esterni, devono prevedere l’utilizzo di un linguaggio comprensibile, evitando espressioni burocratiche e termini tecnici. Anche gli atti amministrativi in senso stretto, che producono effetti giuridici diretti e immediati per i destinatari, devono essere progettati e scritti pensando a chi li legge. Oltre ad avere valore giuridico, però, gli atti amministrativi hanno un valore di comunicazione e come tali devono essere pensati. Devono, perciò, essere sia legittimi ed efficaci dal punto di vista giuridico, sia comprensibili, cioè di fatto efficaci, dal punto di vista comunicativo.