Solo con riqualificazioni profonde siamo troppo lenti!
17 herpesvirus
1. Famiglia Herpesviridae
Herpes virus
Dal greco herpein = strisciare, insinuarsi
Virus ubiquitari, con infezioni molto diffuse
Nel 1950, Burnet e Buddingh dimostrarono la latenza del virus dopo
l’infezione primaria e la capacità di riattivazione
Weller (1954) isolò VZV dalle lesioni cutanee della varicella e dello
zoster
Sono stati isolati circa 100 Herpesvirus, almeno 1 per ogni specie
animale per la quale si è fatta una ricerca specifica
Al momento attuale sono stati descritti 8 Herpesvirus umani
2. Herpes Virus
Virus a DNA a doppio filamento lineare, circolarizza durante la moltiplicazione.
Dimensioni ampie: 150-200 nm.
Forma sferica con doppia membrana lipoproteica (envelope) e capside icosaedrico
(162 capsomeri).
Tra il capside e il rivestimento è situato uno strato amorfo detto tegumento costituito da
8 differenti polipeptidi.
La caratteristica peculiare: latenza, in seguito all’infezione primaria.
A distanza di tempo l’infezione si può riattivare (recidiva ricorrente) con patologie che
possono essere anche differenti dall’infezione primaria.
Le infezioni sono spesso asintomatiche ma possono assumere decorso molto
sfavorevole in individui immunocompromessi.
3.
4. Gli 8 herpesvirus umani, sulla base della struttura, azione
citopatica, tropismo tissutale, siti dell’infezione latente, patogenesi
e sintomatologia, sono stati suddivisi in 3 sottofamiglie.
Ciclo replicativo-breve,
marcato effetto citopatico,
tropismo tissutale ampio,
ghiandole salivari, tubuli
renali, linfoghiandole
(cellule epiteliali, monociti).
ciclo replicativo-lungo,
ristretto tropismo tissutale e
capacità di indurre sincizi,
6. Genomi di herpesvirus
DNA a doppio filamento. La lunghezza e la complessità del genoma
differiscono fra i vari virus.
La presenza di sequenze invertite ripetute separa il genoma in 2
segmenti UL (regione unica lunga) e US (regione unica corta). Le seq inv
e ripet permettono la ricombinazione del genoma stesso in modo da
formare degli isomeri che presentano UL e US orientati differentemente.
VZV ha una sola seq inv e ripet, perciò può
generare solo due isomeri.
EBV esiste in una sola configurazione:
differenti regioni uniche circondate da
sequenze ripetute dirette
HHV-6, herpesvirus umano di tipo 6 e HHV-8,
herpesvirus umano di tipo 8 non hanno seq inv
e ripet.
7. HSV
Envelope contiene almeno 10 differenti glycoproteine gB-gM
•gB e gC legano recettori delle cellule ospiti
•successivamente gD lega la nectin-1, oppure HVEM (herpes virus
entry mediator)
•L’ envelope si fonde con la membrana cellulare
•Il nucleocapside è rilasciato nel citosol e trasportato ad un poro
nucleare
•DNA è rilasciato nel nucleo dove circolarizza
8. RNApol II
QuickTimeª e un
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9. Genome Expression in Nucleus
• Viral genes transcribed by cellular RNA Poly II
• Gene expression divided into 4 groups
• Group a occurs within hours of viral infection (these genes also
referred to as “immediate early genes”)
• β genes (early genes) transcription occurs 4-8 hrs past infection
• β genes involved with viral DNA replication
• γ1 and γ2 (late genes) are the bulk of viral genes
Durata ciclo replicativo:
18-20 ore per HSV-1 e 2, 36 ore lisi totale
Oltre 60 ore per CMV, 8-10gg cellule diventano rotondeggianti,
globose ed aumentano di volume (citomegalovirus) e vanno
incontro a lisi, che pero’ non è mai totale.
10.
11. Infezione latente
Esempio tipico di latenza è l’erpesvirus di tipo 1
• Infezione primaria il virus si moltiplica nelle cellule epiteliali della cute o
delle mucose, producendo le caratteristiche lesioni erpetiche
• Trasporto lungo l’assone del nervo sensitivo
• Localizza ganglio sensorio regionale, soprattutto nei gangli del trigemino.
• Persiste in più copie nel nucleo in forma episomiale dei neuroni tutta la
vita
• Eventi patogeni e di stress, attivano il virus latente che si moltiplica nei
neuroni e viene trasmesso la fibra nervosa sensitiva alle giunzioni
neuroepiteliali con conseguente infezione delle cellule sovrastanti epiteliali
e produzione della lesione erpetica.
12.
13. Virus della Varicella Zoster (VZV)
malattia esantematica molto contagiosa e diffusa (varicella) tipica
dell’infanzia.
Si trasmette con le secrezioni delle vie respiratorie o mediante
contatto con i fluidi vescicolari.
Il periodo di incubazione è di 14 gg.
Il virus si moltiplica inizialmente nelle vie aeree superiori e si
diffonde ai linfonodi regionali.
Qui c'è un'ulteriore amplificazione virale con trasferimento
dell’infezione agli organi interni (fegato, milza, reni ecc.) e quindi
all’epidermide dove provoca macule (in prevalenza nel capo e nel
torso) che evolvono in papule, vescicole e pustole.
Il virus migra nei gangli sensori (dorsali) e rimane in uno stato di
latenza che può durare anche tutta la vita.
14. Virus della Varicella Zoster (VZV)
La riattivazione
trasferimento del virus, lungo l’assone, alle terminazioni nervose
periferiche epidermali dove provoca una eruzione vescicolare
dolorosa (herpes zoster o fuocodi sant’Antonio), generalmente
Localizzata nella regione toracica.
Durante la latenza la replicazione virale può occasionalmente
riprendere Se l’immunità cellulare è efficiente la manifestazione
clinica è inibita.
Questi episodi abortivi contribuiscono a mantenere elevato il livello
di immunità cellulare.
Depressione immunitaria riattivazione e manifestazione clinica.
L’immunità con ferita dall’infezione primaria è duratura e protegge
dalla reinfezione ma non dalle riattivazioni.
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17. Infezione latente che esprime antigeni virali
Tipico esempio è il virus di Epstein Barr (EBV), un altro virus erpetico,
agente della mononucleosi infettiva
Si moltiplica nelle cellule epiteliali naso faringee
infetta i linfociti B stabilendo in essi un’infezione latente in forma
episomiale (più copie di DNA circolarizzato nel nucleo).
La latenza di EBV nei linfociti B non è completamente silente. Il genoma
virale esprime alcune proteine:
• antigeni nucleari (EBNA) dei quali è stato particolarmente studiato
EBNA-1 che induce la DNA polimerasi cellulare a produrre più copie di
DNA virale.
• antigeni di membrana che compaiono sulla superficie della cellula
infetta, stimolano una risposta cellulo-mediata nei confronti del linfocita B
infetto (quindi aumento dei Linfociti T nel corso della mononucleosi
infettiva).
18. Citomegalovirus (CMV/HHV5)
L’infezione molto diffusa ma spesso asintomatica (nell’individuo
immunocompetente) sia nell’infezione primaria sia in quelle
ricorrenti.
Si possono avere sintomi aspecifici: febbre, linfoadenopatia,
faringite accompagnati da linfocitosi.
Ci può essere anche un coinvolgimento epatico.
Immunodepressione: polmonite, epatite, nefrite, esofagite, colite,
retinite, encefalite.
Malati di AIDS (retinite da CMV).
19. Citomegalovirus (CMV/HHV5)
La sede cellulare dell’infezione primaria è multipla interessando
cellule epiteliali sia di mucose che di ghiandole, oppure cellule linfoidi.
-La sede della latenza non è ancora accertata, ma nelle fasi non attive
il DNA virale è dimostrabile nei monociti e nelle cellule endoteliali.
Trasmissione con secrezioni contaminate, sangue, trapianti
CMV è estremamente diffuso nella popolazione e l’infezione viene
contratta in genere in età precoce e sipuò riattivare in epoca
successiva.
può causare aborto o gravi alterazioni patologiche (splenomegalia,
cecità, sordità, microcefalia)
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25. Terapia HSV
Contro le infezioni da HSV è usato con notevole efficacia l’aciclovir, un
nucleoside analogo della guanina, fosforilato dalla timidina-chinasi virale:
risulta quindi selettivo nell’agire nella cellula infetta risultando meno
tossico di altri farmaci.
Viene usato in applicazione topica per le affezioni cutanee e sistemica per
le rare affezioni disseminate.
-Il Ganciclovir e il Foscarnet sonoi due farmaci usati per il CMV e sono
inbitori della sintesi del DNA virale (dipendenti da Timidinokinasi cellulare)
Se somministrati tempestivamente, consentono il controllo dell’infezione
(soprattutto in soggetti immunocompromessi).