Quali cortocircuiti logici tendono a farci prendere decisioni sub-ottime? Come i contesti sociali e gli stereotipi ci influenzano indebitamente?
* Simona Sacchi, ricercatrice presso la facoltà di Psicologia dell'Università di Milano Bicocca
Quarta lezione del corso sugli Strumenti del pensiero all'interno dell'Università dell'Età della Ragione.
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Gli Strumenti del Pensiero - 4
1. GLI STRUMENTI DEL PENSIERO:
Il ragionamento
Simona Sacchi
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Milano-Bicocca
21 e 28 Febbraio 2011 - Educafé Politecnico di Milano
2. I PROCESSI INFERENZIALI
CICLO INFERENZIALE
Ambiente
(fisico, sociale)
Funzione induttiva Funzione di controllo
(genera e modifica conoscenze) (seleziona le informazioni rilevanti)
Funzione deduttiva
Ipotesi, (dirige il comportamento)
Anticipazioni
regole, schemi
Simona Sacchi - Gli strumenti del pensiero – 21 e 28 Febbraio – Educafè Politecnico
4. PROCESSO DI CONTROLLO
• Controllo: l’insieme dei meccanismi che ci permettono di
stabilire in che misura le nostre ipotesi
induttive/deduttive siano vere o false.
• Revisione: è il risultato del controllo. Aumenta la fiducia
nelle ipotesi che si sono rivelate soddisfacenti
(predittive), e la riduce verso quelle che si sono rivelate
insoddisfacenti (bassa predittività)
• Coinvolge processi induttivi e deduttivi, e il confronto
con l’ambiente
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5. PROCESSO DI CONTROLLO esplicito
A) Strategie: criteri di selezione che indicano quali
informazioni è opportuno cercare per controllare
un’ipotesi
B) Comportamenti d’esplorazione: pianificazione del
comportamento, per cercare le informazioni
opportune
C) Interpretazione: le informazioni raccolte devono
essere interpretate per stabilire se confermino, o
meno, l’ipotesi
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6. PROCESSO DI CONTROLLO
• In assenza della possibilità di controllo esplicito potremmo
verificare le conoscenze solo alla prova dei fatti, con gravi
rischi individuali
• Moltissime specie animali hanno sviluppato meccanismi per
controllare attivamente le conoscenze
– gioco, esplorazione, ecc
• Ciò nonostante, il controllo esplicito è seriamente limitato dai
vincoli imposti dall’attenzione e dalla capacità di memoria a
breve termine, oltre che da variabili motivazionali
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7. PROCESSO DI CONTROLLO
• Strategie di selezione:
– Tendenza a controllare le previsioni (controllo positivo)
• Diverso peso attribuito ai dati:
– ci si focalizza su uno solo dei due possibili eventi
…tipicamente quello che confermerebbe l’ipotesi
– se si presenta l’altro, viene sottovalutato o ignorato
• Codifica degli eventi
– quando la fiducia a priori è forte “vediamo ciò che vogliamo
vedere”
– dato un evento Z, che può essere codificato come Y, o come
non-Y, se sussiste una forte aspettativa di Y tendiamo a
interpretare Z come tale.
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8. PROCESSO DI CONTROLLO
Dato X Y
– selezioniamo solo informazioni di tipo positivo
– attribuiamo peso minore a quelle falsificanti
– interpretiamo come confermanti quelle ambigue
…il sistema cognitivo è molto “conservatore”:
quando sviluppiamo un’ipotesi, abbiamo
spesso una notevole inerzia ad abbandonarla
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9. IL COMPITO DI SELEZIONE: paradigma classico
Problema delle “quattro carte” (Wason, 1966)
Su un lato della carta c’è una lettera, sull’altro un numero
A B 2 5
Se c’è la lettera A su un lato di una carta, allora c’è il
numero 2 sull’altro lato.
La regola è vera o è falsa?
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10. IL COMPITO DI SELEZIONE: paradigma classico
Se p allora q
Se A (p) allora 2 (q)
A B 2 5
p non-p q non-q
Scelta logicamente corretta: carta A (p) e carta 5 (non-q)
Scelta compiuta dai soggetti: carta A (p) e carta 2 (q)
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11. IL COMPITO DI SELEZIONE: paradigma classico
Se p allora q
Se A (p) allora 2 (q)
2
G/2
A
K/2
A/2
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12. IL COMPITO DI SELEZIONE: paradigma classico
Esp. Wason e Johnson-Laird, 1970
Istruzione preliminare ai soggetti sperimentali circa
principi di logica e la necessità di utilizzare l’informazione
non-q nel processo di falsificazione della regola
Paradigma delle 4 carte
Nessun cambiamento significativo: i soggetti continuano
a girare p e q
RISULTATO ROBUSTO
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13. IL COMPITO DI SELEZIONE: schemi pragmatici
Teoria pragmatica del ragionamento deduttivo (Cheng e Holyoak)
Esistono regole inferenziali rappresentate in memoria.
Tali regole si applicano ai processi di ragionamento.
Schemi pragmatici di ragionamento: insieme di regole
astratte relative ad azioni e scopi importanti da un punto di
vista pragmatico.
Es. regola di tipo deontico
Se una persona vuole fare p allora deve soddisfare q.
Insieme di regole semi-astratte che guidano il percorso
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14. IL COMPITO DI SELEZIONE: schemi pragmatici
“Se una persona vuole fare l’azione P, deve soddisfare la condizione Q”
“Se vuoi guardare la TV, devi prima finire i compiti”
non
non
guarda guarda ha fatto
ha fatto
la TV la TV i compiti
i compiti
p non-p q non-q
La scelta della carta “non q” (non-P) diventa frequente
Buone capacità di ragionamento deontico si osservano anche in
bambini molto piccoli
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15. IL COMPITO DI SELEZIONE: schemi pragmatici
Il bias scompare quando non vengono proposte regole astratte
ma compiti realistici che implicano conoscenze pregresse del
soggetto e naturalità.
Esp. Johnson-Laird, Legrenzi (1972)
Regola: se una busta è chiusa allora ha un francobollo da 50 lire
50 40
p non-p q non-q
80% di risposte corrette (ma solo tra coloro che conoscono la regola)
Prestazione in funzione del contenuto
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16. IL COMPITO DI SELEZIONE: effetto del contenuto
…MA a volte il contenuto può rafforzare il bias
Stereotipo (regola): se l’individuo (p) è Rom allora è disonesto (q)
p non-p q non-q
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17. IL CONTROLLO POSITIVO
• Il controllo positivo suggerisce di cercare evidenze che
sarebbero presenti se l’ipotesi da controllare fosse vera
• Il controllo positivo, per sé, consente di incontrare sia
informazioni confermanti che falsificanti
• Se l’importanza delle informazioni confermanti è
sovrastimata, e quella delle falsificanti è sottostimata, il
controllo positivo si traduce in una vera e propria
tendenza alla conferma
• La tendenza a vedere evidenze ove non ve ne sono,
avrebbe un effetto confermatorio dirompente nella vita
quotidiana
– Tendenza ad “illudersi”, pregiudizio e stereotipi
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18. LE CORRELAZIONI ILLUSORIE
DEF:
illudersi che esista un’associazione inesistente tra due
eventi o, al contrario, non notare un’associazione esistente
Indotte da aspettative
Indotte da meccanismi di focalizzazione
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19. LE CORRELAZIONI ILLUSORIE
Indotte da aspettative
• Chapman e Chapman 1967, 1969
– Figura umana
– Rorschach
• La presenza di una teoria implicita sull’associazione
tra due eventi porta a percepire illusoriamente
covariazioni tra gli stessi
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20. LE CORRELAZIONI ILLUSORIE
Indotte da focalizzazione
Codifica delle informazioni
si presta attenzione solo ad alcune informazioni; il
giudizio finale viene formulato solo sulla base dei casi
presi in considerazione
Strategie di valutazione
Vengono prese in considerazione tutte le informazioni
ma ad alcuni dati viene assegnato un ‘peso’ maggiore,
ad altri ‘peso’ inferiore o nullo
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21. LE CORRELAZIONI ILLUSORIE
Caratteristica 2
Tratto di personalità
Caratteristica 1
presenza assenza
Segno zodiacale
presenza A (++) B (+ - )
assenza C ( - +) D ( -- )
Es. le persone del segno del leone (C1) sono passionali (C2)
Focalizzazione su C1+ e C2+ correlazione illusoria
Controllo di sufficienza (C1+ C2-): “tutte le persone del segno del
leone sono passionali?”
Controllo di necessità (C1- C2+): “ci sono persone di altri segni che
sono passionali?”
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22. ES. LE CORRELAZIONI ILLUSORIE
Forte tendenza a notare le “presenze”, piuttosto che le
“assenze”
– si prende in considerazione solo la cella A
CORRELAZIONE ILLUSORIA
– si prendono in considerazione A e B, oppure A e C
Controlli di “sufficienza” e di “necessità”
– si prendono in considerazione A, B, C
– si prendono in considerazione tutte le celle
corretta…ma molto rara
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23. Conservare le impressioni
Una volta che un’opinione si è formata, nel complesso, le
informazioni che la falsificano hanno minor peso delle
informazioni che la confermano (Ross, & Lepper, 1980)
Due motivi:
– si attribuisce maggior importanza alle informazioni
confermanti, e minor importanza alle informazioni
falsificanti (o non notarle, o rifiutarle);
– si interpretano come confermanti, piuttosto che
falsificanti, informazioni ambigue o assenti.
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24. Conservare le impressioni
Problema della sequenzialità
quando le informazioni che riceviamo sono un flusso
protratto nel tempo, le prime opinioni che ci formiamo
sono basate sulle prime informazioni ricevute («la
prima impressione è quella che conta»)
le informazioni successive sono valutate in modo
parziale, favorendo l’opinione iniziale
non sempre le prime informazioni ricevute sono le più
rilevanti o diagnostiche
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25. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
(Lord, Ross e Lepper, 1979; Anderson, Lepper e Ross, 1980)
Il nostro approccio all’informazione è più simile a
quello dell’avvocato che a quello del giudice.
Andiamo a caccia di prove che suffraghino la
conclusione a noi più gradita.
Siamo ciechi alle informazioni falsificanti: il mondo ci
sembra essere esattamente così come lo percepiamo
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26. Conservare le impressioni
bias dell’ipotesi
l’ipotesi da testare è più saliente e più disponibile
cognitivamente
bias della domanda
deriva dalla tendenza a porre domande volte alla verifica
dell’ipotesi adottata più che dell’ipotesi alternativa
bias della risposta
consiste nello sovrastimare o sottostimare la
diagnosticità delle informazioni ricevute a seconda che
queste siano coerenti o in contraddizione rispetto alla
credenza sostenuta
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27. Conservare le impressioni
ASSUNTO DI NATURALITÁ (Asch, 1946)
Differenza nella formazione di impressioni sulla base dell’ordine degli
aggettivi
a) intelligente – operoso – impulsivo – testardo – invidioso
b) invidioso – testardo – impulsivo – operoso – intelligente
Nella formazione di impressioni, la prima informazione puó
modificare l’interpretazione delle informazioni seguenti.
Fenomeno del primacy effect
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28. Conservare le impressioni
Arcuri & Salmaso (1978)
+ -
medico cauto sociologo cauto
- +
medico polemico sociologo polemico
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29. Conservare le impressioni
Rosenhan (1973)
Pseudopazienti in clinica psichiatrica
“nella prima infanzia ho avuto un rapporto molto stretto con mia madre,
mentre mio padre è stato piuttosto assente. Solo in adolescenza sono
riuscito a recuperare un rapporto gratificante con lui. A casa, con mia
moglie, le cose vanno piuttosto bene…a parte qualche litigata ogni
tanto…”
Questo soggetto manifesta una lunga storia di ambivalenza affettiva
nelle relazioni intime che comincia nella prima infanzia. Una stretta
relazione con la madre diventa fredda nell’adolescenza. I tentativi che
fa di mostrarsi emotivamente controllato con la moglie sono punteggiati
da scatti d’ira….
(da Arcuri, 1995)
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30. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
LA PERSONALITÀ ESTROVERSA
Generalmente, una persona estroversa è: attiva, calda,
socievole, festosa, loquace…
Claudia è una studentessa di 23 anni.
Frequenta con costanza l’università. Interviene raramente durante
le lezioni. Si ferma spesso a studiare in aula studio con i suoi
compagni di corso, concentrandosi molto sul compito.
La sera esce spesso con gli amici.
(ispirato da Snyder et al.)
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31. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
LA PERSONALITÀ INTROVERSA
Generalmente, una persona introversa è: passiva,
distante, timida, inibita, di poche parole…
Claudia è una studentessa di 23 anni.
Frequenta con costanza l’università. Interviene raramente durante
le lezioni. Si ferma spesso a studiare in aula studio con i suoi
compagni di corso, concentrandosi molto sul compito.
La sera esce spesso con gli amici.
(ispirato da Snyder et al.)
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32. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
(Lord, Ross e Lepper, 1979; Anderson, Lepper e Ross, 1980)
IPOTESI:
• Le evidenze empiriche relative a una credenza o ipotesi non
sono codificate imparzialmente
• Tendiamo a svalutare o trascurare i dati che contraddicono
la nostra ipotesi iniziale
• I dati in linea con le ipotesi iniziali vengono considerati
maggiormente rilevanti e attendibili
• Perseveranza delle credenze anche di fronte a dati
falsificanti…o a volte anche polarizzazione della credenza
iniziale
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33. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
(Lord, Ross e Lepper, 1979; Anderson, Lepper e Ross, 1980)
Atteggiamento iniziale:
studenti favorevoli alla pena di morte vs. contrari
Presentazione evidenza empirica pro/contro pena
capitale:
K & P (1977) hanno confrontato il numero di omicidi commessi un anno
prima dell’introduzione della pena di morte con quello dell’anno
successivo alla sua istituzione in 14 stati. In 11 dei 14 stati, dopo
l’introduzione della pena di morte, il numero di omicidi ha subito un
decremento significativo.
P & C (1978) hanno confrontato il numero di casi di omicidio in 10
coppie di stati con differenti leggi sulla pena di morte. In 8 delle 10
coppie analizzate il numero di omicidi è risultato significativamente
superiore negli stati con pena di morte.
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34. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
(Lord, Ross e Lepper, 1979; Anderson, Lepper e Ross, 1980)
Presentazione di due articoli scientifici completi che
mostrano:
- evidenze sull’efficacia della pena di morte
- evidenze sull’inefficacia della pena di morte
V.D.:
- com’è stato condotto lo studio?
- quanto sono convincenti i dati emersi dallo studio?
- qual è il potere deterrente della pena di morte?
- qual è il tuo atteggiamento nei confronti della pena di morte?
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35. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
ATTEGGIAMENTO
pro
Valutazione dell’articolo
contro
0
A favore Contro
ARTICOLO
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36. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
PRO PENA DI MORTE CONTRO PENA DI MORTE
«lo studio presenta dei dati
studio a favore
relativi solo a 1 anno prima e 1
«L’esperimento è ben fatto, i dati
anno dopo l’introduzione della
raccolti sono validi e sono in
pena di morte. Per essere
grado di rispondere con
significativa la ricerca avrebbe
chiarezza alle critiche»
dovuto prendere in
considerazione un arco
temporale di almeno 10 anni»
studio contro
«Il campione è stato selezionato
«I dati non hanno senso senza
casualmente…il fatto che in 8
che venga indicato di quanto è
delle 10 coppie di stati ci sia
aumentato il numero di crimini
persino un aumento degli omicidi
totali commessi in questi anni»
è significativo»
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37. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
• I dati vengono letti e interpretati alla luce delle
conoscenze, teorie e ipotesi pregresse.
• Persistenza delle teorie e della propria visione del
mondo.
• Le teorie vengono usate per interpretare la ‘bontà’ dei
dati e non vice versa.
• Atteggiamento sospettoso verso l’incoerenza
• Valore adattivo della stabilità delle teorie
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38. Conservare le impressioni: codifica dell’informazione
• Dal conservatorismo non sarebbero immuni neanche
gli esperti e gli scienziati.
• Koehler (1993): anche i dati scientifici sono giudicati
più affidabili quando supportano le ipotesi degli
studiosi rispetto a quando le contraddicono.
• Studi condotti in laboratorio con studenti e sul campo
con esperti
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39. IL CONCETTO DI RAZIONALITÀ
MODELLO MODELLO
NORMATIVO DESCRITTIVO
nella vita reale, aspetti descrittivi e normativi sono
strettamente interconnessi
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40. BIBLIOGRAFIA
Sacchi S. (2007) “Psicologia del Pensiero”. Carocci Editore
PER INFORMAZIONI…
Simona Sacchi
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Stanza 4055 - ed. U6
P.zza dell'Ateneo Nuovo 1 20100 Milano
tel. 0039-02-64483821
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