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TITOLO: L’uomo del sabato sera
GENERE: Drammatico
AUTORE: Paolo Fulvio Mazzacane


Una     donna             trentaduenne          viene        trovata           morta     nel      suo
appartamento, con un colpo di pistola alla testa.
E’    giorno          e    Gabriele    svolge         le     sue    mansioni          impiegatizie
presso       l’ufficio         postale          con       metodo     e     calma,       strappando
qualche      sorriso          alle    persone         al    di     là    del        vetro.   La   sua
giornata         trascorre        liscia         fino       alla     fine        dell’orario       di
lavoro,      quando          ormai     è       pomeriggio        inoltrato.           Gabriele     si
incammina e lo sguardo stanco sembra trovare conforto solo
davanti          all’espresso         del       bar        della    stazione.           La    solita
cameriera         gli       sorride        e    gli       domanda        della       giornata,     le
risposte         sembrano       battute         di    un    copione        scritto.      Il    treno
regionale delle 17:30 è stracolmo di pendolari: Gabriele si fa
sorpassare da una massa indemoniata di persone che lottano per
un posto a sedere. Solo quando tutti sono saliti a bordo,
entra nella cabina e quasi le porte gli schiacciano il naso.
Il placido impiegato, sceso alla prima fermata, si dirige così
a    casa,       un       appartamento         che    è    una     sorta       di    cristalleria,
pulita       e        ordinata,       dove       ogni       oggetto        è     meticolosamente
piazzato nel suo angolo. Si toglie le scarpe, si accomoda sul
divano ed attiva la segreteria telefonica: un messaggio, è di
Giovanni Monti - Ehi vecchiaccio! Dato che ti piace tanto,
domani sera ti va di andare al bowling? Ci fermiamo anche a
mangiare una pizza e potrei anche farti conoscere una persona
interessante! Fatti sentire presto che così prenoto, ciao -
Gabriele prende il telefono, digita il numero, dall’altro lato
Giovanni: la serata è confermata.
La sera successiva così, un gruppetto eterogeneo si sfida ad
abbattere birilli. Oltre ai due vi è Carmela, la moglie di
Giovanni,    il   collega      Carlo    Landi    con    la    compagna     Erika   e
Veronica    Negri,       quarantaquattrenne           single.    Giovanni      non
risparmia frasi accomodanti cercando di avvicinare i due cuori
solitari: Veronica cerca di attaccar bottone ma Gabriele sta
parlando con Carlo del piano urbanistico della città in cui
lavora e non è interessato alla donna.
Più tardi, al ristorante, Gabriele va in bagno e Veronica lo
segue,    braccandolo     in   quei     pochi   metri    quadri;     lo    bacia   e
sembra voler continuare ma Gabriele la scosta - Queste sono
cose che fanno i giovani – Non sei mica vecchio? – ribatte la
donna.
Il lunedì successivo, mentre Gabriele lavora, gli si avvicina
Carlo - Sei gay per caso? – Cosa? – Non ho avuto modo di
dirtelo    ma   sabato    sera    hai    avuto       un’occasione    con    quella
supermodella      di   Veronica…      perché?    –    Carlo    sto   lavorando     e
comunque non ho più l’età per fare certe cose – Ah! Ma se esci
più tu che un ventenne! Ho capito, ho capito… avrai avuto i
tuoi buoni motivi! -
La sera Gabriele è in bagno, lava i denti ed è in pigiama. Si
guarda allo specchio, si tocca il viso segnato dal tempo, poi
va verso la sua camera e si siede sul letto. Il suo sguardo si
posa sulla fotografia di una donna: è la moglie. Ci sono altre
foto, le guarda come se fosse la prima volta; rievocano bei
ricordi di lui, di lei e di una bambina. La loro figlia. I
suoi occhi si posano sulla propria figura, sembra riflettere
su come sia cambiato nel tempo, su come quel sorriso ormai non
gli appartenga più.
E’ pomeriggio. Gabriele è seduto in una sala d’attesa. Dopo
pochi istanti si apre una porta e la dott.sa Antonella Catani
lo invita ad accomodarsi nello studio. All’interno è presente
il classico lettino degli psicoanalisti che Gabriele guarda
quasi       con    paura      -    Devo       stendermi         lì?   –    Se    non     vuole      può
accomodarsi         sulla         poltrona      -     le       risponde    Antonella          con    un
sorriso - Preferisco - ribatte Gabriele.
Quella sera Antonella raggiunge la sua piccola combriccola al
bar, due donne e due uomini di cui uno è Stefano Milani, il
suo compagno. Parlano delle solite cose tra un drink e un
altro soffermandosi sulla faticosità del proprio lavoro e la
voglia di starsene a casa il sabato sera, quando evidentemente
tutti escono per divertirsi.
-     Non    credo      sia       un     motivo      molto        valido        per    entrare       in
psicoanalisi,           sig.       Senese       -    è     il    giudizio        preliminare         di
Antonella a Gabriele, seduto sulla poltrona dello studio della
dottoressa.         “Rodrigo           Senese,       cinquantadue          anni,       divorziato.
Non     avverte         problemi         di     sorta       se     non     il    fastidio        dato
dall’esigenza           di    uscire       il       sabato       sera”.    Ecco        cosa   appare
nella       cartella       del      paziente         n°23E.       Antonella           afferma    che,
nonostante tutto, ha il dovere di prestare aiuto, non fosse
altro per la parcella. Così continua ad ascoltare le parole di
Gabriele          che   cerca       di    spiegare          come      si   senta       sempre       più
appassito con il passare dei giorni.
E’ sabato sera e Gabriele cammina solo per un viale alberato.
Attorno a lui ci sono molte persone: gruppetti di adolescenti,
innamorati,         coppie        adulte.       Il       suo    sguardo     si    perde       tra    la
folla, poi vede una donna e le si avvicina per proferire in
sua direzione, quasi con la voce strozzata                             - Maria… – Mi
dispiace, deve avermi confusa con qualcun’altra - afferma la
passante.
Nuovamente sabato sera, Gabriele è in un club con Carlo e
Giovanni a giocare a biliardo. E’ tardi e i due devono tornare
a   casa   ma    Gabriele      cerca    di    trattenerli,           non    riuscendoci.
Così, da solo, va in un altro locale, si accomoda, ordina un
paio di drink finché la vista non gli si appanna. Pare di
vedere al bancone la dottoressa, sua psicologa, ma l’immagine
si confonde con quella di sua figlia bambina per poi diventare
nuovamente quella della dottoressa.
-     Sabato    sera   era     all’Irish          pub?   -    domanda       Gabriele       ad
Antonella       durante   la    seduta       di    psicoanalisi.           La   dottoressa
risponde interdetta - No… il sabato sera in genere resto a
casa, con i tempi che corrono e volendo sistemarsi è meglio
risparmiare qualcosina. Invece lei non ha di questi problemi…
– Gliel’ho detto che devo uscire il sabato sera, è più forte
di me – Sì, stiamo cercando di capire il perché. -
- Perché? – Perché dobbiamo sposarci Stefano, una vacanza non
è l’ideale adesso, non fare i capricci! - Antonella e Stefano
discutono       in   palestra,    durante          il    loro   allenamento.         Entra
Gabriele       guardandosi      attorno,      Antonella         lo    vede      e   gli    va
incontro: l’uomo ha bisogno di parlarle.
Nello studio della dottoressa Gabriele confessa che si sente
consumato dentro. Quando esce, la sera, vede gente felice e
spensierata ma lui non riesce ad amalgamarsi alla gioia, che
sia    anche    falsa,    che    lo    circonda.         -   Perché    non      trova     una
compagna di vita? – Non posso – replica secco l’uomo.
- Perché non puoi? – Non posso – risponde Gabriele a Carlo,
avendo appena rifiutato l’avanzamento a direttore delle Poste.
Incredulo, l’amico gli chiede i motivi.
- Devo restare dove sono, diventare direttore significherebbe
trasferirsi ed io non posso trasferirmi - spiega Gabriele alla
dottoressa, nel suo studio. - Capisco, e questo è in linea con
una possibile sistemazione sentimentale - ribatte Antonella.
E’ quasi sera ed è venerdì. Antonella invita Gabriele a bere
qualcosa insieme, lui accetta. Al bar la dottoressa ammette
che    dal    suo   punto      di    vista     Gabriele     le   sta    mentendo     o,
probabilmente,         le     sta    facendo    perdere     tempo      con   un   gioco
assurdo. Non riesce a venirne a capo, non riesce a capire la
psicologia di quell’uomo seduto dinanzi a lei. Lo fissa, i
loro occhi si incrociano e lei s’incanta come se stesse per
risolvere un enigma finché non si ritrova stesa sul lettino
del    suo   studio      ed    accanto    a    lei   c’è    Stefano.     -   Mi   stavi
dicendo? - le domanda l’uomo. - Non riesco a capire cosa ci
sia    in    quell’uomo,       non    riesco    a    capire,     sono   bloccata,     è
terribile! - afferma disperata la donna.
Gabriele continua ad uscire imperterrito il sabato sera. Ogni
sabato è sempre più triste, sempre più solo. Il mondo attorno
a lui comincia a svanire piano piano, le facce cominciano ad
offuscarsi.
E’ notte e nel suo letto Gabriele fissa il soffitto. L’abat-
jour    è    accesa,     la    sua    camera     improvvisamente        diventa     una
camera ardente.
Il giorno dopo Gabriele spiega ad Antonella quanto accaduto la
sera    prima;      la      dottoressa        ascolta      con   attenzione.       Quel
pomeriggio riferisce tutto a Stefano, spezzando di fatto il
segreto professionale. Stefano ascolta domandandole come mai
questo caso le stia portando tanto sgomento interiore.
Nel tardo pomeriggio Antonella cammina per una via della città
ed incontra Carlo Landi. I due si conoscono e si salutano.
L’uomo, in divisa da poliziotto, va di fretta a causa di un
possibile omicidio.
In     un    pomeriggio           di     pioggia,        nello        studio       di     Antonella,
Gabriele confessa alcune delle sue paure più profonde. Una di
queste è il rimanere solo. Inoltre confessa di non aver detto
la    verità       alla     dottoressa:            non    è       divorziato,       sua       moglie    è
morta ventisette anni prima.
E’ sera, la stessa sera in cui Antonella ha incontrato Carlo.
I     due    si      sono       appena      salutati          e     dopo     pochi      isolati        la
dottoressa raggiunge un palazzo. Sale le scale per il secondo
piano e giunge davanti ad un portone dove appena si legge
“Catani – Monti”. Ha le chiavi, apre ed entra - Papà sono a
casa!       –     Dice      Antonella         ma     l’appartamento            è     polveroso          e
disabitato; alle spalle della dottoressa appare Stefano ed in
sua direzione domanda – Era questa la tua casa? -
E’    sabato       sera     e    in    una    discoteca            Antonella,        più      giovane,
balla e si diverte con i suoi amici. A casa Gabriele tossisce
nel letto, intorno a lui alcuni parenti, il medico. Sono le
sue ultime ore.
E’    sera      ed    Antonella         è    stesa       sul       lettino    nel       suo    studio.
Dietro la scrivania è seduto Gabriele, più giovane. Lei ha un
sussulto, si alza e corre verso la scrivania dove, in realtà,
non    c’è      nessuno.         Apre       l’archivio         e    trova     la     cartella      del
paziente N°23E intitolata “Antonella Catani, trentadue anni,
single”. Nella stanza entra Stefano, i due si guardano, lui le
domanda cosa sia facendo.
E’   mattina     presto.      Su     un    lungomare         Gabriele        ed    Antonella
passeggiano - Quando è morta mia moglie io mi sono ammalato.
Non ero più in grado di badare né a me, né a mia figlia – Ha
una figlia e non me l’ha detto? - replica Antonella. Dietro di
loro arriva un’auto, da essa scende Giovanni. Antonella gli va
incontro     salutandolo        con       stupore        -    zio!     -    ma     Giovanni,
sconvolto, prosegue dritto verso un gruppo di giovani, tra cui
è    presente    la   giovane        Antonella       -       Tuo    padre     è     morto…   -
Antonella si guarda attorno, incredula, e improvvisamente non
vede più nessuno, apparendo ora completamente distrutta. Di lì
passa un uomo che corre, lo ferma e gli domanda che giorno è.
L’uomo     risponde     che    è     domenica       ma       non    prosegue,        la   vede
ridotta     in    uno        stato        pietoso        e     cerca        di     aiutarla,
qualificandosi        come     un    dottore,       il       dott.     Stefano       Milani,
psicologo.
E’ sera ed Antonella sta lasciando quello che fino ad ora è
sembrato il suo studio, saluta il dott. Milani e si avvia
verso casa. Per strada incontra Carlo Landi che dice di dover
correre a causa di un possibile omicidio. La scena del crimine
è l’appartamento di Antonella e la vittima è Antonella stessa,
suicidatasi con un colpo di pistola nella tempia.
E’    il   tramonto     e     sul    lungomare       il       dott.        Milani    osserva
l’orizzonte. Giovanni Monti è lì con lui – Devo sapere che lei
ha tentato di fare il possibile con mia nipote - Probabilmente
se quel sabato sera di dieci anni fa Antonella avesse deciso
di    restare    accanto       al     padre,        tutto          questo    non     sarebbe
successo. A volte la mente tesse delle trame troppo contorte.
Il rimorso, il ricordo, la sottile linea tra il vero e la
menzogna. Tutto è vero finché non si scopre che è falso e la
cognizione della realtà spesso è fatale - E’ sabato. I due,
dopo essersi salutati tristemente, si allontanano. Dopo aver
camminato   un   po’,   il   dott.   Milani   incrocia   un   uomo,   lo
riconosce e lo saluta – Buonasera sig. Catani, sempre in forma
eh? – Gabriele Catani, conosciuto finora come Gabriele Senese,
si ferma e si volta, quindi sorride al dottore rispondendo –
Beh, l’età avanza… Meglio tenersi in allenamento! Buon sabato!
E buon fine settimana dottore! –


Fine.

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L'uomo del sabato sera

  • 1. TITOLO: L’uomo del sabato sera GENERE: Drammatico AUTORE: Paolo Fulvio Mazzacane Una donna trentaduenne viene trovata morta nel suo appartamento, con un colpo di pistola alla testa. E’ giorno e Gabriele svolge le sue mansioni impiegatizie presso l’ufficio postale con metodo e calma, strappando qualche sorriso alle persone al di là del vetro. La sua giornata trascorre liscia fino alla fine dell’orario di lavoro, quando ormai è pomeriggio inoltrato. Gabriele si incammina e lo sguardo stanco sembra trovare conforto solo davanti all’espresso del bar della stazione. La solita cameriera gli sorride e gli domanda della giornata, le risposte sembrano battute di un copione scritto. Il treno regionale delle 17:30 è stracolmo di pendolari: Gabriele si fa sorpassare da una massa indemoniata di persone che lottano per un posto a sedere. Solo quando tutti sono saliti a bordo, entra nella cabina e quasi le porte gli schiacciano il naso. Il placido impiegato, sceso alla prima fermata, si dirige così a casa, un appartamento che è una sorta di cristalleria, pulita e ordinata, dove ogni oggetto è meticolosamente piazzato nel suo angolo. Si toglie le scarpe, si accomoda sul divano ed attiva la segreteria telefonica: un messaggio, è di Giovanni Monti - Ehi vecchiaccio! Dato che ti piace tanto, domani sera ti va di andare al bowling? Ci fermiamo anche a mangiare una pizza e potrei anche farti conoscere una persona interessante! Fatti sentire presto che così prenoto, ciao -
  • 2. Gabriele prende il telefono, digita il numero, dall’altro lato Giovanni: la serata è confermata. La sera successiva così, un gruppetto eterogeneo si sfida ad abbattere birilli. Oltre ai due vi è Carmela, la moglie di Giovanni, il collega Carlo Landi con la compagna Erika e Veronica Negri, quarantaquattrenne single. Giovanni non risparmia frasi accomodanti cercando di avvicinare i due cuori solitari: Veronica cerca di attaccar bottone ma Gabriele sta parlando con Carlo del piano urbanistico della città in cui lavora e non è interessato alla donna. Più tardi, al ristorante, Gabriele va in bagno e Veronica lo segue, braccandolo in quei pochi metri quadri; lo bacia e sembra voler continuare ma Gabriele la scosta - Queste sono cose che fanno i giovani – Non sei mica vecchio? – ribatte la donna. Il lunedì successivo, mentre Gabriele lavora, gli si avvicina Carlo - Sei gay per caso? – Cosa? – Non ho avuto modo di dirtelo ma sabato sera hai avuto un’occasione con quella supermodella di Veronica… perché? – Carlo sto lavorando e comunque non ho più l’età per fare certe cose – Ah! Ma se esci più tu che un ventenne! Ho capito, ho capito… avrai avuto i tuoi buoni motivi! - La sera Gabriele è in bagno, lava i denti ed è in pigiama. Si guarda allo specchio, si tocca il viso segnato dal tempo, poi va verso la sua camera e si siede sul letto. Il suo sguardo si posa sulla fotografia di una donna: è la moglie. Ci sono altre foto, le guarda come se fosse la prima volta; rievocano bei ricordi di lui, di lei e di una bambina. La loro figlia. I suoi occhi si posano sulla propria figura, sembra riflettere
  • 3. su come sia cambiato nel tempo, su come quel sorriso ormai non gli appartenga più. E’ pomeriggio. Gabriele è seduto in una sala d’attesa. Dopo pochi istanti si apre una porta e la dott.sa Antonella Catani lo invita ad accomodarsi nello studio. All’interno è presente il classico lettino degli psicoanalisti che Gabriele guarda quasi con paura - Devo stendermi lì? – Se non vuole può accomodarsi sulla poltrona - le risponde Antonella con un sorriso - Preferisco - ribatte Gabriele. Quella sera Antonella raggiunge la sua piccola combriccola al bar, due donne e due uomini di cui uno è Stefano Milani, il suo compagno. Parlano delle solite cose tra un drink e un altro soffermandosi sulla faticosità del proprio lavoro e la voglia di starsene a casa il sabato sera, quando evidentemente tutti escono per divertirsi. - Non credo sia un motivo molto valido per entrare in psicoanalisi, sig. Senese - è il giudizio preliminare di Antonella a Gabriele, seduto sulla poltrona dello studio della dottoressa. “Rodrigo Senese, cinquantadue anni, divorziato. Non avverte problemi di sorta se non il fastidio dato dall’esigenza di uscire il sabato sera”. Ecco cosa appare nella cartella del paziente n°23E. Antonella afferma che, nonostante tutto, ha il dovere di prestare aiuto, non fosse altro per la parcella. Così continua ad ascoltare le parole di Gabriele che cerca di spiegare come si senta sempre più appassito con il passare dei giorni. E’ sabato sera e Gabriele cammina solo per un viale alberato. Attorno a lui ci sono molte persone: gruppetti di adolescenti, innamorati, coppie adulte. Il suo sguardo si perde tra la
  • 4. folla, poi vede una donna e le si avvicina per proferire in sua direzione, quasi con la voce strozzata - Maria… – Mi dispiace, deve avermi confusa con qualcun’altra - afferma la passante. Nuovamente sabato sera, Gabriele è in un club con Carlo e Giovanni a giocare a biliardo. E’ tardi e i due devono tornare a casa ma Gabriele cerca di trattenerli, non riuscendoci. Così, da solo, va in un altro locale, si accomoda, ordina un paio di drink finché la vista non gli si appanna. Pare di vedere al bancone la dottoressa, sua psicologa, ma l’immagine si confonde con quella di sua figlia bambina per poi diventare nuovamente quella della dottoressa. - Sabato sera era all’Irish pub? - domanda Gabriele ad Antonella durante la seduta di psicoanalisi. La dottoressa risponde interdetta - No… il sabato sera in genere resto a casa, con i tempi che corrono e volendo sistemarsi è meglio risparmiare qualcosina. Invece lei non ha di questi problemi… – Gliel’ho detto che devo uscire il sabato sera, è più forte di me – Sì, stiamo cercando di capire il perché. - - Perché? – Perché dobbiamo sposarci Stefano, una vacanza non è l’ideale adesso, non fare i capricci! - Antonella e Stefano discutono in palestra, durante il loro allenamento. Entra Gabriele guardandosi attorno, Antonella lo vede e gli va incontro: l’uomo ha bisogno di parlarle. Nello studio della dottoressa Gabriele confessa che si sente consumato dentro. Quando esce, la sera, vede gente felice e spensierata ma lui non riesce ad amalgamarsi alla gioia, che sia anche falsa, che lo circonda. - Perché non trova una compagna di vita? – Non posso – replica secco l’uomo.
  • 5. - Perché non puoi? – Non posso – risponde Gabriele a Carlo, avendo appena rifiutato l’avanzamento a direttore delle Poste. Incredulo, l’amico gli chiede i motivi. - Devo restare dove sono, diventare direttore significherebbe trasferirsi ed io non posso trasferirmi - spiega Gabriele alla dottoressa, nel suo studio. - Capisco, e questo è in linea con una possibile sistemazione sentimentale - ribatte Antonella. E’ quasi sera ed è venerdì. Antonella invita Gabriele a bere qualcosa insieme, lui accetta. Al bar la dottoressa ammette che dal suo punto di vista Gabriele le sta mentendo o, probabilmente, le sta facendo perdere tempo con un gioco assurdo. Non riesce a venirne a capo, non riesce a capire la psicologia di quell’uomo seduto dinanzi a lei. Lo fissa, i loro occhi si incrociano e lei s’incanta come se stesse per risolvere un enigma finché non si ritrova stesa sul lettino del suo studio ed accanto a lei c’è Stefano. - Mi stavi dicendo? - le domanda l’uomo. - Non riesco a capire cosa ci sia in quell’uomo, non riesco a capire, sono bloccata, è terribile! - afferma disperata la donna. Gabriele continua ad uscire imperterrito il sabato sera. Ogni sabato è sempre più triste, sempre più solo. Il mondo attorno a lui comincia a svanire piano piano, le facce cominciano ad offuscarsi. E’ notte e nel suo letto Gabriele fissa il soffitto. L’abat- jour è accesa, la sua camera improvvisamente diventa una camera ardente. Il giorno dopo Gabriele spiega ad Antonella quanto accaduto la sera prima; la dottoressa ascolta con attenzione. Quel pomeriggio riferisce tutto a Stefano, spezzando di fatto il
  • 6. segreto professionale. Stefano ascolta domandandole come mai questo caso le stia portando tanto sgomento interiore. Nel tardo pomeriggio Antonella cammina per una via della città ed incontra Carlo Landi. I due si conoscono e si salutano. L’uomo, in divisa da poliziotto, va di fretta a causa di un possibile omicidio. In un pomeriggio di pioggia, nello studio di Antonella, Gabriele confessa alcune delle sue paure più profonde. Una di queste è il rimanere solo. Inoltre confessa di non aver detto la verità alla dottoressa: non è divorziato, sua moglie è morta ventisette anni prima. E’ sera, la stessa sera in cui Antonella ha incontrato Carlo. I due si sono appena salutati e dopo pochi isolati la dottoressa raggiunge un palazzo. Sale le scale per il secondo piano e giunge davanti ad un portone dove appena si legge “Catani – Monti”. Ha le chiavi, apre ed entra - Papà sono a casa! – Dice Antonella ma l’appartamento è polveroso e disabitato; alle spalle della dottoressa appare Stefano ed in sua direzione domanda – Era questa la tua casa? - E’ sabato sera e in una discoteca Antonella, più giovane, balla e si diverte con i suoi amici. A casa Gabriele tossisce nel letto, intorno a lui alcuni parenti, il medico. Sono le sue ultime ore. E’ sera ed Antonella è stesa sul lettino nel suo studio. Dietro la scrivania è seduto Gabriele, più giovane. Lei ha un sussulto, si alza e corre verso la scrivania dove, in realtà, non c’è nessuno. Apre l’archivio e trova la cartella del paziente N°23E intitolata “Antonella Catani, trentadue anni,
  • 7. single”. Nella stanza entra Stefano, i due si guardano, lui le domanda cosa sia facendo. E’ mattina presto. Su un lungomare Gabriele ed Antonella passeggiano - Quando è morta mia moglie io mi sono ammalato. Non ero più in grado di badare né a me, né a mia figlia – Ha una figlia e non me l’ha detto? - replica Antonella. Dietro di loro arriva un’auto, da essa scende Giovanni. Antonella gli va incontro salutandolo con stupore - zio! - ma Giovanni, sconvolto, prosegue dritto verso un gruppo di giovani, tra cui è presente la giovane Antonella - Tuo padre è morto… - Antonella si guarda attorno, incredula, e improvvisamente non vede più nessuno, apparendo ora completamente distrutta. Di lì passa un uomo che corre, lo ferma e gli domanda che giorno è. L’uomo risponde che è domenica ma non prosegue, la vede ridotta in uno stato pietoso e cerca di aiutarla, qualificandosi come un dottore, il dott. Stefano Milani, psicologo. E’ sera ed Antonella sta lasciando quello che fino ad ora è sembrato il suo studio, saluta il dott. Milani e si avvia verso casa. Per strada incontra Carlo Landi che dice di dover correre a causa di un possibile omicidio. La scena del crimine è l’appartamento di Antonella e la vittima è Antonella stessa, suicidatasi con un colpo di pistola nella tempia. E’ il tramonto e sul lungomare il dott. Milani osserva l’orizzonte. Giovanni Monti è lì con lui – Devo sapere che lei ha tentato di fare il possibile con mia nipote - Probabilmente se quel sabato sera di dieci anni fa Antonella avesse deciso di restare accanto al padre, tutto questo non sarebbe successo. A volte la mente tesse delle trame troppo contorte.
  • 8. Il rimorso, il ricordo, la sottile linea tra il vero e la menzogna. Tutto è vero finché non si scopre che è falso e la cognizione della realtà spesso è fatale - E’ sabato. I due, dopo essersi salutati tristemente, si allontanano. Dopo aver camminato un po’, il dott. Milani incrocia un uomo, lo riconosce e lo saluta – Buonasera sig. Catani, sempre in forma eh? – Gabriele Catani, conosciuto finora come Gabriele Senese, si ferma e si volta, quindi sorride al dottore rispondendo – Beh, l’età avanza… Meglio tenersi in allenamento! Buon sabato! E buon fine settimana dottore! – Fine.