1. TITOLO: L’uomo del sabato sera
GENERE: Drammatico
AUTORE: Paolo Fulvio Mazzacane
Una donna trentaduenne viene trovata morta nel suo
appartamento, con un colpo di pistola alla testa.
E’ giorno e Gabriele svolge le sue mansioni impiegatizie
presso l’ufficio postale con metodo e calma, strappando
qualche sorriso alle persone al di là del vetro. La sua
giornata trascorre liscia fino alla fine dell’orario di
lavoro, quando ormai è pomeriggio inoltrato. Gabriele si
incammina e lo sguardo stanco sembra trovare conforto solo
davanti all’espresso del bar della stazione. La solita
cameriera gli sorride e gli domanda della giornata, le
risposte sembrano battute di un copione scritto. Il treno
regionale delle 17:30 è stracolmo di pendolari: Gabriele si fa
sorpassare da una massa indemoniata di persone che lottano per
un posto a sedere. Solo quando tutti sono saliti a bordo,
entra nella cabina e quasi le porte gli schiacciano il naso.
Il placido impiegato, sceso alla prima fermata, si dirige così
a casa, un appartamento che è una sorta di cristalleria,
pulita e ordinata, dove ogni oggetto è meticolosamente
piazzato nel suo angolo. Si toglie le scarpe, si accomoda sul
divano ed attiva la segreteria telefonica: un messaggio, è di
Giovanni Monti - Ehi vecchiaccio! Dato che ti piace tanto,
domani sera ti va di andare al bowling? Ci fermiamo anche a
mangiare una pizza e potrei anche farti conoscere una persona
interessante! Fatti sentire presto che così prenoto, ciao -
2. Gabriele prende il telefono, digita il numero, dall’altro lato
Giovanni: la serata è confermata.
La sera successiva così, un gruppetto eterogeneo si sfida ad
abbattere birilli. Oltre ai due vi è Carmela, la moglie di
Giovanni, il collega Carlo Landi con la compagna Erika e
Veronica Negri, quarantaquattrenne single. Giovanni non
risparmia frasi accomodanti cercando di avvicinare i due cuori
solitari: Veronica cerca di attaccar bottone ma Gabriele sta
parlando con Carlo del piano urbanistico della città in cui
lavora e non è interessato alla donna.
Più tardi, al ristorante, Gabriele va in bagno e Veronica lo
segue, braccandolo in quei pochi metri quadri; lo bacia e
sembra voler continuare ma Gabriele la scosta - Queste sono
cose che fanno i giovani – Non sei mica vecchio? – ribatte la
donna.
Il lunedì successivo, mentre Gabriele lavora, gli si avvicina
Carlo - Sei gay per caso? – Cosa? – Non ho avuto modo di
dirtelo ma sabato sera hai avuto un’occasione con quella
supermodella di Veronica… perché? – Carlo sto lavorando e
comunque non ho più l’età per fare certe cose – Ah! Ma se esci
più tu che un ventenne! Ho capito, ho capito… avrai avuto i
tuoi buoni motivi! -
La sera Gabriele è in bagno, lava i denti ed è in pigiama. Si
guarda allo specchio, si tocca il viso segnato dal tempo, poi
va verso la sua camera e si siede sul letto. Il suo sguardo si
posa sulla fotografia di una donna: è la moglie. Ci sono altre
foto, le guarda come se fosse la prima volta; rievocano bei
ricordi di lui, di lei e di una bambina. La loro figlia. I
suoi occhi si posano sulla propria figura, sembra riflettere
3. su come sia cambiato nel tempo, su come quel sorriso ormai non
gli appartenga più.
E’ pomeriggio. Gabriele è seduto in una sala d’attesa. Dopo
pochi istanti si apre una porta e la dott.sa Antonella Catani
lo invita ad accomodarsi nello studio. All’interno è presente
il classico lettino degli psicoanalisti che Gabriele guarda
quasi con paura - Devo stendermi lì? – Se non vuole può
accomodarsi sulla poltrona - le risponde Antonella con un
sorriso - Preferisco - ribatte Gabriele.
Quella sera Antonella raggiunge la sua piccola combriccola al
bar, due donne e due uomini di cui uno è Stefano Milani, il
suo compagno. Parlano delle solite cose tra un drink e un
altro soffermandosi sulla faticosità del proprio lavoro e la
voglia di starsene a casa il sabato sera, quando evidentemente
tutti escono per divertirsi.
- Non credo sia un motivo molto valido per entrare in
psicoanalisi, sig. Senese - è il giudizio preliminare di
Antonella a Gabriele, seduto sulla poltrona dello studio della
dottoressa. “Rodrigo Senese, cinquantadue anni, divorziato.
Non avverte problemi di sorta se non il fastidio dato
dall’esigenza di uscire il sabato sera”. Ecco cosa appare
nella cartella del paziente n°23E. Antonella afferma che,
nonostante tutto, ha il dovere di prestare aiuto, non fosse
altro per la parcella. Così continua ad ascoltare le parole di
Gabriele che cerca di spiegare come si senta sempre più
appassito con il passare dei giorni.
E’ sabato sera e Gabriele cammina solo per un viale alberato.
Attorno a lui ci sono molte persone: gruppetti di adolescenti,
innamorati, coppie adulte. Il suo sguardo si perde tra la
4. folla, poi vede una donna e le si avvicina per proferire in
sua direzione, quasi con la voce strozzata - Maria… – Mi
dispiace, deve avermi confusa con qualcun’altra - afferma la
passante.
Nuovamente sabato sera, Gabriele è in un club con Carlo e
Giovanni a giocare a biliardo. E’ tardi e i due devono tornare
a casa ma Gabriele cerca di trattenerli, non riuscendoci.
Così, da solo, va in un altro locale, si accomoda, ordina un
paio di drink finché la vista non gli si appanna. Pare di
vedere al bancone la dottoressa, sua psicologa, ma l’immagine
si confonde con quella di sua figlia bambina per poi diventare
nuovamente quella della dottoressa.
- Sabato sera era all’Irish pub? - domanda Gabriele ad
Antonella durante la seduta di psicoanalisi. La dottoressa
risponde interdetta - No… il sabato sera in genere resto a
casa, con i tempi che corrono e volendo sistemarsi è meglio
risparmiare qualcosina. Invece lei non ha di questi problemi…
– Gliel’ho detto che devo uscire il sabato sera, è più forte
di me – Sì, stiamo cercando di capire il perché. -
- Perché? – Perché dobbiamo sposarci Stefano, una vacanza non
è l’ideale adesso, non fare i capricci! - Antonella e Stefano
discutono in palestra, durante il loro allenamento. Entra
Gabriele guardandosi attorno, Antonella lo vede e gli va
incontro: l’uomo ha bisogno di parlarle.
Nello studio della dottoressa Gabriele confessa che si sente
consumato dentro. Quando esce, la sera, vede gente felice e
spensierata ma lui non riesce ad amalgamarsi alla gioia, che
sia anche falsa, che lo circonda. - Perché non trova una
compagna di vita? – Non posso – replica secco l’uomo.
5. - Perché non puoi? – Non posso – risponde Gabriele a Carlo,
avendo appena rifiutato l’avanzamento a direttore delle Poste.
Incredulo, l’amico gli chiede i motivi.
- Devo restare dove sono, diventare direttore significherebbe
trasferirsi ed io non posso trasferirmi - spiega Gabriele alla
dottoressa, nel suo studio. - Capisco, e questo è in linea con
una possibile sistemazione sentimentale - ribatte Antonella.
E’ quasi sera ed è venerdì. Antonella invita Gabriele a bere
qualcosa insieme, lui accetta. Al bar la dottoressa ammette
che dal suo punto di vista Gabriele le sta mentendo o,
probabilmente, le sta facendo perdere tempo con un gioco
assurdo. Non riesce a venirne a capo, non riesce a capire la
psicologia di quell’uomo seduto dinanzi a lei. Lo fissa, i
loro occhi si incrociano e lei s’incanta come se stesse per
risolvere un enigma finché non si ritrova stesa sul lettino
del suo studio ed accanto a lei c’è Stefano. - Mi stavi
dicendo? - le domanda l’uomo. - Non riesco a capire cosa ci
sia in quell’uomo, non riesco a capire, sono bloccata, è
terribile! - afferma disperata la donna.
Gabriele continua ad uscire imperterrito il sabato sera. Ogni
sabato è sempre più triste, sempre più solo. Il mondo attorno
a lui comincia a svanire piano piano, le facce cominciano ad
offuscarsi.
E’ notte e nel suo letto Gabriele fissa il soffitto. L’abat-
jour è accesa, la sua camera improvvisamente diventa una
camera ardente.
Il giorno dopo Gabriele spiega ad Antonella quanto accaduto la
sera prima; la dottoressa ascolta con attenzione. Quel
pomeriggio riferisce tutto a Stefano, spezzando di fatto il
6. segreto professionale. Stefano ascolta domandandole come mai
questo caso le stia portando tanto sgomento interiore.
Nel tardo pomeriggio Antonella cammina per una via della città
ed incontra Carlo Landi. I due si conoscono e si salutano.
L’uomo, in divisa da poliziotto, va di fretta a causa di un
possibile omicidio.
In un pomeriggio di pioggia, nello studio di Antonella,
Gabriele confessa alcune delle sue paure più profonde. Una di
queste è il rimanere solo. Inoltre confessa di non aver detto
la verità alla dottoressa: non è divorziato, sua moglie è
morta ventisette anni prima.
E’ sera, la stessa sera in cui Antonella ha incontrato Carlo.
I due si sono appena salutati e dopo pochi isolati la
dottoressa raggiunge un palazzo. Sale le scale per il secondo
piano e giunge davanti ad un portone dove appena si legge
“Catani – Monti”. Ha le chiavi, apre ed entra - Papà sono a
casa! – Dice Antonella ma l’appartamento è polveroso e
disabitato; alle spalle della dottoressa appare Stefano ed in
sua direzione domanda – Era questa la tua casa? -
E’ sabato sera e in una discoteca Antonella, più giovane,
balla e si diverte con i suoi amici. A casa Gabriele tossisce
nel letto, intorno a lui alcuni parenti, il medico. Sono le
sue ultime ore.
E’ sera ed Antonella è stesa sul lettino nel suo studio.
Dietro la scrivania è seduto Gabriele, più giovane. Lei ha un
sussulto, si alza e corre verso la scrivania dove, in realtà,
non c’è nessuno. Apre l’archivio e trova la cartella del
paziente N°23E intitolata “Antonella Catani, trentadue anni,
7. single”. Nella stanza entra Stefano, i due si guardano, lui le
domanda cosa sia facendo.
E’ mattina presto. Su un lungomare Gabriele ed Antonella
passeggiano - Quando è morta mia moglie io mi sono ammalato.
Non ero più in grado di badare né a me, né a mia figlia – Ha
una figlia e non me l’ha detto? - replica Antonella. Dietro di
loro arriva un’auto, da essa scende Giovanni. Antonella gli va
incontro salutandolo con stupore - zio! - ma Giovanni,
sconvolto, prosegue dritto verso un gruppo di giovani, tra cui
è presente la giovane Antonella - Tuo padre è morto… -
Antonella si guarda attorno, incredula, e improvvisamente non
vede più nessuno, apparendo ora completamente distrutta. Di lì
passa un uomo che corre, lo ferma e gli domanda che giorno è.
L’uomo risponde che è domenica ma non prosegue, la vede
ridotta in uno stato pietoso e cerca di aiutarla,
qualificandosi come un dottore, il dott. Stefano Milani,
psicologo.
E’ sera ed Antonella sta lasciando quello che fino ad ora è
sembrato il suo studio, saluta il dott. Milani e si avvia
verso casa. Per strada incontra Carlo Landi che dice di dover
correre a causa di un possibile omicidio. La scena del crimine
è l’appartamento di Antonella e la vittima è Antonella stessa,
suicidatasi con un colpo di pistola nella tempia.
E’ il tramonto e sul lungomare il dott. Milani osserva
l’orizzonte. Giovanni Monti è lì con lui – Devo sapere che lei
ha tentato di fare il possibile con mia nipote - Probabilmente
se quel sabato sera di dieci anni fa Antonella avesse deciso
di restare accanto al padre, tutto questo non sarebbe
successo. A volte la mente tesse delle trame troppo contorte.
8. Il rimorso, il ricordo, la sottile linea tra il vero e la
menzogna. Tutto è vero finché non si scopre che è falso e la
cognizione della realtà spesso è fatale - E’ sabato. I due,
dopo essersi salutati tristemente, si allontanano. Dopo aver
camminato un po’, il dott. Milani incrocia un uomo, lo
riconosce e lo saluta – Buonasera sig. Catani, sempre in forma
eh? – Gabriele Catani, conosciuto finora come Gabriele Senese,
si ferma e si volta, quindi sorride al dottore rispondendo –
Beh, l’età avanza… Meglio tenersi in allenamento! Buon sabato!
E buon fine settimana dottore! –
Fine.