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Principali innovazioni
e risultati del
Censimento
Censimento
dell’industria
e dei servizi 2011
ANDREA MANCINI
Direttore del
Dipartimento per i
Censimenti e i registri
amministrativi e
statistici, Istat
Andrea Mancini
Il nuovo censimento sulle istituzioni non profit:
quali indicazioni per la ricerca
Iris Network - VIIl Colloquio scientifico sull’impresa sociale
Universià di Perugia , 23 – 24 maggio 2014
1
I temi della relazione
- Le dimensioni del non profit in Italia
- Alcune caratteristiche organizzative e gestionali delle istituzioni
non profit
- Un’analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche
- Linee di approfondimento e ricerca
2
Definizione statistica di istituzione non profit
• Unità giuridico-economica (cioè con autonomia decisionale,e/o
di bilancio, con possibilità di tenere contabilità completa)
• dotata o meno di personalità giuridica
• di natura privata (cioè non controllata da una Amm. Pubblica)
• che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla
vendita (dunque può offrire i propri beni/servizi senza
controprestazione/gratuitamente ai consumatori/utenti)
• e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non
ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri
guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai
soggetti che l’hanno costituita o ai soci (il cosidetto vincolo alla
distribuzione degli utili)
3
Le dimensioni del settore non profit in Italia nel 2011 e confronto con il 2001
 301.191 istituzioni non profit
 4,7 milioni di volontari
 680 mila addetti
 270 mila lavoratori esterni
 5 mila lavoratori temporanei
+ 28,0%
+ 43,5%
+ 39,4%
+169,4%
+ 48,1%
4
Le forme giuridiche – Anno 2011
il settore non profit italiano si conferma
costituito principalmente da associazioni:
 non riconosciute: 201.004 unità;
 riconosciute: 68.349 unità.
rispetto al 2001 i tassi di incremento sono:
 fondazioni: +102,1%;
 cooperative sociali: +98,5%;
 altra forma giuridica: +76,8%;
 associazione non riconosciuta:
+28,7%;
 associazione riconosciuta: +9,8%
56 milioni di affiliazioni
Istituzioni per forma giuridica – Val. %
5
La distribuzione geografica – Anno 2011
Istituzioni Unità locali Addetti Volontari
301.191 347.602 680.811 4.758.622
6
38 - 88 107 - 133 134 - 211
Le risorse umane sul territorio (1) – Anno 2011
MAX Trento 211
Addetti ogni 10 mila abitanti Volontari ogni 10 mila abitanti
MAX Bolzano 3.012
Italia: 115
Italia: 801
MIN Sicilia 38
MIN
Campania
290
1.067 – 3.012289 - 781 818 - 999
7
Le risorse umane sul territorio (2)
Variazione % 2011/01 - Addetti Variazione % 2011/01 - Volontari
Italia: +39,4% Italia: +43,5%
+1,7-21,5 22-31,6 33,8-38,4 42,3-61,2 5,6-31,8 33,6-42,1 43,4-53,4 58,1-350,7
8
MAX Lombardia +61,2%
MIN Molise
+1,7%
MAX Trento
+350,7%
MIN Sardegna
+5,6%
Settori di attività (ICNPO) e risorse umane (1) - Anno 2011
Istituzioni non profit, addetti e volontari. Composizione percentuale per
alcuni settori di attività prevalente – Anno 2011
 Cultura, sport e
ricreazione la naturale
vocazione del non
profit: 195.841 istituzioni,
2.815.390 volontari e
45.450 addetti;
 Il 75,2% degli addetti si
concentra nei settori
Assistenza sociale e
protezione civile, Sanità
e Istruzione e Ricerca;
 Il numero degli addetti
(73.635) supera quello
dei volontari (57.737)
soltanto nel settore
Sviluppo economico e
coesione sociale.
9
Gli altri settori raccolgono: l’8,3% degli addetti, il 16,2% dei volontari e il 15,4% delle istituzioni
Risorse economiche: le entrate (64 miliardi di euro) – Anno 2011
10
Finanziamento
pubblico: 34,1%
Finanziamento
privato: 65,9%
Vendita di beni e
servizi: 47,3%
Numero di unità istituzionali per fonte di finanziamento
Tipo di fonte Numero UI
di cui: con
entrate solo
dalla fonte
Quota di
entrate delle
UI con entrate
solo dalla
fonte
Quota % di
proventi del
primo quartile
Quota % di
proventi
dell'ultimo
quartile
Proventi da
contratti e
convenzioni
con PA 45.004 5350 11,43 0,11 96,50
Proventi da
vendita di beni
e servizi 93.864 11297 10,77 0,26 93,59
Sussidi e
contributi a
titolo gratuito
dalla PA 70.321 5171 6,10 0,29 94,88
Altre fonti 272.145 141.073 68,18 0,15 96,11
Entrate (65 miliardi) e uscite (57 miliardi). Composizione percentuale per alcuni settori di attività
prevalente – Anno 2011
 I 5 macrosettori
coprono il 70% delle
entrate e il 76% delle
uscite del non profit
 la Sanità raccoglie la
quota più ampia di
risorse economiche
(circa 11 miliardi sia
di entrate sia di
uscite)
12
Attività
sportive:
48,6% 48,3%
Servizi di
assistenza
sociale:
91,4% 91,6%
Settori di attività (ICNPO) e risorse economiche (1) – Anno 2011
Dimensione media delle istituzioni per settori di attività (1) – Anno 2011
 Solo in Sviluppo
economico e coesione
sociale la dimensione
media in addetti è
maggiore di quella in
volontari;
 Settori con maggiori
dimensioni medie:
Sanità, Assistenza
sociale e protezione
civile;
 Più alto rapporto tra
numero medio di addetti
e di volontari: Sviluppo
economico e coesione
sociale, 1,28; Istruzione
e ricerca 0,68; Sanità
0,47; Assistenza
sociale e prot.civ.. 0,38
13
Dimensione media delle istituzioni per settori di attività (2) – Anno 2011
14
Valori in migliaia di euro
Articolazione sul territorio delle istituzioni non profit - Anno 2011 (1)
Unità
istituzionali
Unità locali
v.a. %
n. Unità locali
Di cui con
Addetti (%)
Di cui solo
con
Volontari
(%)
Unilocalizzate 281.404 93,4 281.404 11,9 72,2
Plurilocalizzate di cui: 19.787 6,6 66.198 41,2 44,4
- 2 unità locali 13.790 4,6 27.580 29,1 53,5
- 3-5 unità locali 4.206 1,4 15.025 47,1 37,6
- 6-10 unità locali 1.218 0,4 8.547 60,7 28,1
- 11-49 unità locali 520 0,2 9.498 56,3 31,4
- 50-99 unità locali 30 0,0 2.078 19,7 73,4
- 100 e più unità locali 23 0,0 3.470 35,7 53,2
Totale 301.191 100,0 347.602 17,5 66,9
15
Istituzioni plurilocalizzate
per settore di attività
prevalente
Unità istituzionali Unità locali
v.a. % Numero medio
Unità locali
n. Unità
locali
con Addetti
(%)
solo con
Volontari
(%)
Cultura, sport e ricreazione 9.059 4,6 2,5 24.355 10,5 67,1
Istruzione e ricerca 1.843 11,9 3,5 6.046 72,0 14,8
Sanità 1.239 11,3 4,1 5.064 67,5 28,8
Assistenza sociale e protezione
civile 3.542 14,1 4,1 14.490 61,8 29,8
Sviluppo economico e coesione
sociale 1.023 13,7 2,8 2.733 78,2 14,5
Relazioni sindacali e
Rappresentanza di interessi 1.412 8,6 5,2 7.347 55,4 26,6
Altri settori 1.669 5,6 4,2 6.163 24,2 61,8
Totale 19.787 6,6 3,3 66.198 41,2 44,1
Articolazione sul territorio delle istituzioni non profit per settore di attività
(ICNPO)– Anno 2011
16
Unità istituzionali
v.a. %
Di cui solo stesso
settore (%)
Di cui anche altri
settori (%)
Unico servizio 109.715 36,4 100,0 0,0
Due o più servizi di cui: 191.476 63,6 24,1 75,9
- 2 servizi 67.708 22,5 48,4 51,6
- 3 servizi 42.307 14,0 27,2 72,8
- 4 servizi 24.709 8,2 5,1 94,9
- 5 servizi e oltre 56.752 18,8 1,1 98,9
Totale 301.191 100,0 51,8 48,2
Diversificazione dei servizi offerti dalle istituzioni non profit – Anno 2011
17
Analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche (1)
Le informazioni raccolte con il questionario di censimento consentono di
attribuire a ciascuna istituzione tre distinte modalità di comportamento
economico:
- market/non market: seguendo i criteri del regolamento SEC, una
istituzione è considerata market se più del 50% dei costi di produzione
è assicurato da ricavi della vendita di beni e servizi a soggetti pubblici
o privati;
- a prevalente finanziamento pubblico/privato: una istituzione è
considerata a prevalente finanziamento pubblico se più del 50% delle
sue entrate annuali è costituito da sussidi e contributi a titolo gratuito
e/o da proventi per contratti e convenzioni con istituzioni pubbliche
nazionali e internazionali;
- mutualistica/di pubblica utilità: una istituzione è considerata di natura
mutualistica se svolge attività solo nell’interesse dei soci/associati
18
Analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche (2)
Utilizzando le tre modalità assegnate a ciascuna istituzione, abbiamo
suddiviso l’universo censito in 8 gruppi di istituzioni produttrici di:
1. servizi a offerta pubblica per la base sociale (istituzioni market, a finanziam. pubblico,
mutualistiche)
2. servizi del welfare pubblico (market, a finanziam. pubblico, di pubblica utilità)
3. servizi solidaristici privati (market, a finanziam. privato, di pubblica utilità)
4. servizi alla base sociale sussidiati da PA (non market, a finanziam. pubblico,
mutualistiche)
5. servizi solidaristici sussidiati da PA (non market, a finanziam. pubblico, di pubblica utilità)
6. servizi solidaristici sussidiati da privati (non market, a finanziam. privato, di pubblica
utilità)
7. servizi venduti alla base sociale (market, a finanziam. privato, mutualistiche)
8. servizi alla base sociale sussidiati da privati (non market, a finanziam. privato,
mutualistiche)
19
Servizi a base sociale
sussidiati da PA
4.038 1,2 1,6 0,4 1,1 0,5
Servizi a offerta pubblica
per base sociale
1.983 0,7 1,3 1,8 0,6 1,3
Distribuzione per tipologie economiche e loro dimensioni – Anno 2011
Gruppi
UI UL Affiliazioni Dipendenti Volontari Entrate
Val.ass. % % % % %
Servizi del welfare
pubblico
19.575 8,8 4,9 52,5 8,6 30,0
Servizi venduti sul mercato 45.517 15,8 10,5 25,8 18,5 21,7
Servizi solidaristici
sussidiati da PA
16.164 5,3 2,6 3,0 6,2 3,2
Servizi solidaristici
sussidiati da privati
104.782 33,8 38,7 9,9 38,4 17,4
Servizi venduti alla base
sociale
25.057 8,1 12,2 3,7 6,9 16,2
Servizi alla base sociale
sussidiati da privati
84.075 26,3 28,2 3,0 19,8 9,7
TOTALE 301.191 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
20
Tipologie economiche e settori di attività (ICNPO) – Anno 2011
21
Composizioni percentuali per tipologia
Tipologie economiche e ambiti territoriali di attività – Anno 2011
22
ROMA 16 APRILE 2014
Composizioni percentuali per tipologia
Dimensione delle istituzioni per tipologia economica – Anno 2011
23
Istituzioni con 2 unità locali o più, con 25 volontari o più, con 10 addetti o più e con 5 servizi o
più. Valori % sul totale delle istituzioni della tipologia economica
Indice sintetico di specializzazione delle regioni nelle tipologie economiche
2424
Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (1)
Nelle definizioni e classificazioni della statistica internazionale ufficiale non esiste alcun
riferimento al concetto di impresa sociale o di impresa dell’economia sociale o anche di
economia sociale.
D’altronde nella classificazione per settori istituzionali dello SNA/SEC95 o SEC2010 il
settore NPISH (Non Profit Institutions Serving Housholds) non combacia con l’universo
delle istituzioni non profit.
Per questo motivo alla fine degli anni ‘90 si è fatto ricorso al metodo del Conto Satellite,
adottando la definizione di organizzazione non profit, cui fa riferimento quella adottata
dall’Istat per i censimenti del 1999, del 2001 e del 2011.
Qualcosa di analogo dovrebbe essere fatto anche per definire il campo di osservazione
delle imprese dell’economia sociale.
Ma quali dovrebbero essere i caratteri costitutivi, ovvero osservabili mediante variabili
quantitative o qualitative, di un’impresa dell’economia sociale?
25
Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (2)
Questi caratteri costitutivi dovrebbero essere riconoscibili ovvero disponibili nei registri
statistici delle unità istituzionali economiche.
Negli ultimi anni Istat, partendo da ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive), ha
costruito il REG (Registro Generale delle Unità Economiche), nel quale coesistono
imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni private.
Nel REG ciascuna unità istituzionale viene classificata per forma giuridica e per attività
economica (NACE/ATECO); presto lo sarà anche per settore istituzionale del SEC 2010.
Vi sono poi i Registri Satellite come quello delle istituzioni non profit o quello delle imprese a
controllo pubblico.
Tecnicamente sarebbe possibile costruire anche un archivio satellite delle imprese
dell’economia sociale. Ma serve una definizione che specifichi i caratteri costitutivi di una
siffatta impresa, nonché la disponibilità nel REG delle variabili quantitative e qualitative
adatte a riconoscerli.
26
Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (3)
Alcuni tentativi di determinazione dell’universo italiano delle imprese dell’economia sociale
sono stati fatti in occasione del Convegno organizzato dall’Istat il 16 aprile u.s.
Naturalmente le imprese dell’economia sociale proverrebbero in parte dall’universo delle
imprese (ad es. le cooperative) e in parte da quello delle istituzioni non profit.
Con riferimento a queste ultime si potrebbe adottare il criterio Market/Non Market, in
analogia a quanto si fa nella statistica internazionale ufficiale per distinguere un’impresa
da un’unità istituzionale della P.A.
In questo caso le statistiche le unità istituzionali non profit da considerare anche come
imprese dell’economia sociale sarebbero 92 mila.
Alternativamente si potrebbe adottare un criterio più lasco ma anche più facilmente
applicabile al REG, comprendendo tra le imprese dell’economia sociale tutte le istituzioni
non profit che abbiano fatturato superiore a zero.
In questo caso si aggiungerebbero alle precedenti circa 30 mila unità istituzionali non profit,
per un totale di 122 mila.
Si potrebbero poi considerare come imprese dell’economia sociale anche le istituzioni non
profit con fatturato pari a zero ma con almeno un dipendente.
In questo caso si aggiungerebbero alle precedenti circa 13 mila per arrivare ad un totale di
circa 135 mila.
27

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Il nuovo censimento sulle istituzioni non profit: quali indicazioni per la ricerca

  • 1. Principali innovazioni e risultati del Censimento Censimento dell’industria e dei servizi 2011 ANDREA MANCINI Direttore del Dipartimento per i Censimenti e i registri amministrativi e statistici, Istat Andrea Mancini Il nuovo censimento sulle istituzioni non profit: quali indicazioni per la ricerca Iris Network - VIIl Colloquio scientifico sull’impresa sociale Universià di Perugia , 23 – 24 maggio 2014 1
  • 2. I temi della relazione - Le dimensioni del non profit in Italia - Alcune caratteristiche organizzative e gestionali delle istituzioni non profit - Un’analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche - Linee di approfondimento e ricerca 2
  • 3. Definizione statistica di istituzione non profit • Unità giuridico-economica (cioè con autonomia decisionale,e/o di bilancio, con possibilità di tenere contabilità completa) • dotata o meno di personalità giuridica • di natura privata (cioè non controllata da una Amm. Pubblica) • che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita (dunque può offrire i propri beni/servizi senza controprestazione/gratuitamente ai consumatori/utenti) • e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai soggetti che l’hanno costituita o ai soci (il cosidetto vincolo alla distribuzione degli utili) 3
  • 4. Le dimensioni del settore non profit in Italia nel 2011 e confronto con il 2001  301.191 istituzioni non profit  4,7 milioni di volontari  680 mila addetti  270 mila lavoratori esterni  5 mila lavoratori temporanei + 28,0% + 43,5% + 39,4% +169,4% + 48,1% 4
  • 5. Le forme giuridiche – Anno 2011 il settore non profit italiano si conferma costituito principalmente da associazioni:  non riconosciute: 201.004 unità;  riconosciute: 68.349 unità. rispetto al 2001 i tassi di incremento sono:  fondazioni: +102,1%;  cooperative sociali: +98,5%;  altra forma giuridica: +76,8%;  associazione non riconosciuta: +28,7%;  associazione riconosciuta: +9,8% 56 milioni di affiliazioni Istituzioni per forma giuridica – Val. % 5
  • 6. La distribuzione geografica – Anno 2011 Istituzioni Unità locali Addetti Volontari 301.191 347.602 680.811 4.758.622 6
  • 7. 38 - 88 107 - 133 134 - 211 Le risorse umane sul territorio (1) – Anno 2011 MAX Trento 211 Addetti ogni 10 mila abitanti Volontari ogni 10 mila abitanti MAX Bolzano 3.012 Italia: 115 Italia: 801 MIN Sicilia 38 MIN Campania 290 1.067 – 3.012289 - 781 818 - 999 7
  • 8. Le risorse umane sul territorio (2) Variazione % 2011/01 - Addetti Variazione % 2011/01 - Volontari Italia: +39,4% Italia: +43,5% +1,7-21,5 22-31,6 33,8-38,4 42,3-61,2 5,6-31,8 33,6-42,1 43,4-53,4 58,1-350,7 8 MAX Lombardia +61,2% MIN Molise +1,7% MAX Trento +350,7% MIN Sardegna +5,6%
  • 9. Settori di attività (ICNPO) e risorse umane (1) - Anno 2011 Istituzioni non profit, addetti e volontari. Composizione percentuale per alcuni settori di attività prevalente – Anno 2011  Cultura, sport e ricreazione la naturale vocazione del non profit: 195.841 istituzioni, 2.815.390 volontari e 45.450 addetti;  Il 75,2% degli addetti si concentra nei settori Assistenza sociale e protezione civile, Sanità e Istruzione e Ricerca;  Il numero degli addetti (73.635) supera quello dei volontari (57.737) soltanto nel settore Sviluppo economico e coesione sociale. 9 Gli altri settori raccolgono: l’8,3% degli addetti, il 16,2% dei volontari e il 15,4% delle istituzioni
  • 10. Risorse economiche: le entrate (64 miliardi di euro) – Anno 2011 10 Finanziamento pubblico: 34,1% Finanziamento privato: 65,9% Vendita di beni e servizi: 47,3%
  • 11. Numero di unità istituzionali per fonte di finanziamento Tipo di fonte Numero UI di cui: con entrate solo dalla fonte Quota di entrate delle UI con entrate solo dalla fonte Quota % di proventi del primo quartile Quota % di proventi dell'ultimo quartile Proventi da contratti e convenzioni con PA 45.004 5350 11,43 0,11 96,50 Proventi da vendita di beni e servizi 93.864 11297 10,77 0,26 93,59 Sussidi e contributi a titolo gratuito dalla PA 70.321 5171 6,10 0,29 94,88 Altre fonti 272.145 141.073 68,18 0,15 96,11
  • 12. Entrate (65 miliardi) e uscite (57 miliardi). Composizione percentuale per alcuni settori di attività prevalente – Anno 2011  I 5 macrosettori coprono il 70% delle entrate e il 76% delle uscite del non profit  la Sanità raccoglie la quota più ampia di risorse economiche (circa 11 miliardi sia di entrate sia di uscite) 12 Attività sportive: 48,6% 48,3% Servizi di assistenza sociale: 91,4% 91,6% Settori di attività (ICNPO) e risorse economiche (1) – Anno 2011
  • 13. Dimensione media delle istituzioni per settori di attività (1) – Anno 2011  Solo in Sviluppo economico e coesione sociale la dimensione media in addetti è maggiore di quella in volontari;  Settori con maggiori dimensioni medie: Sanità, Assistenza sociale e protezione civile;  Più alto rapporto tra numero medio di addetti e di volontari: Sviluppo economico e coesione sociale, 1,28; Istruzione e ricerca 0,68; Sanità 0,47; Assistenza sociale e prot.civ.. 0,38 13
  • 14. Dimensione media delle istituzioni per settori di attività (2) – Anno 2011 14 Valori in migliaia di euro
  • 15. Articolazione sul territorio delle istituzioni non profit - Anno 2011 (1) Unità istituzionali Unità locali v.a. % n. Unità locali Di cui con Addetti (%) Di cui solo con Volontari (%) Unilocalizzate 281.404 93,4 281.404 11,9 72,2 Plurilocalizzate di cui: 19.787 6,6 66.198 41,2 44,4 - 2 unità locali 13.790 4,6 27.580 29,1 53,5 - 3-5 unità locali 4.206 1,4 15.025 47,1 37,6 - 6-10 unità locali 1.218 0,4 8.547 60,7 28,1 - 11-49 unità locali 520 0,2 9.498 56,3 31,4 - 50-99 unità locali 30 0,0 2.078 19,7 73,4 - 100 e più unità locali 23 0,0 3.470 35,7 53,2 Totale 301.191 100,0 347.602 17,5 66,9 15
  • 16. Istituzioni plurilocalizzate per settore di attività prevalente Unità istituzionali Unità locali v.a. % Numero medio Unità locali n. Unità locali con Addetti (%) solo con Volontari (%) Cultura, sport e ricreazione 9.059 4,6 2,5 24.355 10,5 67,1 Istruzione e ricerca 1.843 11,9 3,5 6.046 72,0 14,8 Sanità 1.239 11,3 4,1 5.064 67,5 28,8 Assistenza sociale e protezione civile 3.542 14,1 4,1 14.490 61,8 29,8 Sviluppo economico e coesione sociale 1.023 13,7 2,8 2.733 78,2 14,5 Relazioni sindacali e Rappresentanza di interessi 1.412 8,6 5,2 7.347 55,4 26,6 Altri settori 1.669 5,6 4,2 6.163 24,2 61,8 Totale 19.787 6,6 3,3 66.198 41,2 44,1 Articolazione sul territorio delle istituzioni non profit per settore di attività (ICNPO)– Anno 2011 16
  • 17. Unità istituzionali v.a. % Di cui solo stesso settore (%) Di cui anche altri settori (%) Unico servizio 109.715 36,4 100,0 0,0 Due o più servizi di cui: 191.476 63,6 24,1 75,9 - 2 servizi 67.708 22,5 48,4 51,6 - 3 servizi 42.307 14,0 27,2 72,8 - 4 servizi 24.709 8,2 5,1 94,9 - 5 servizi e oltre 56.752 18,8 1,1 98,9 Totale 301.191 100,0 51,8 48,2 Diversificazione dei servizi offerti dalle istituzioni non profit – Anno 2011 17
  • 18. Analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche (1) Le informazioni raccolte con il questionario di censimento consentono di attribuire a ciascuna istituzione tre distinte modalità di comportamento economico: - market/non market: seguendo i criteri del regolamento SEC, una istituzione è considerata market se più del 50% dei costi di produzione è assicurato da ricavi della vendita di beni e servizi a soggetti pubblici o privati; - a prevalente finanziamento pubblico/privato: una istituzione è considerata a prevalente finanziamento pubblico se più del 50% delle sue entrate annuali è costituito da sussidi e contributi a titolo gratuito e/o da proventi per contratti e convenzioni con istituzioni pubbliche nazionali e internazionali; - mutualistica/di pubblica utilità: una istituzione è considerata di natura mutualistica se svolge attività solo nell’interesse dei soci/associati 18
  • 19. Analisi delle istituzioni non profit per tipologie economiche (2) Utilizzando le tre modalità assegnate a ciascuna istituzione, abbiamo suddiviso l’universo censito in 8 gruppi di istituzioni produttrici di: 1. servizi a offerta pubblica per la base sociale (istituzioni market, a finanziam. pubblico, mutualistiche) 2. servizi del welfare pubblico (market, a finanziam. pubblico, di pubblica utilità) 3. servizi solidaristici privati (market, a finanziam. privato, di pubblica utilità) 4. servizi alla base sociale sussidiati da PA (non market, a finanziam. pubblico, mutualistiche) 5. servizi solidaristici sussidiati da PA (non market, a finanziam. pubblico, di pubblica utilità) 6. servizi solidaristici sussidiati da privati (non market, a finanziam. privato, di pubblica utilità) 7. servizi venduti alla base sociale (market, a finanziam. privato, mutualistiche) 8. servizi alla base sociale sussidiati da privati (non market, a finanziam. privato, mutualistiche) 19
  • 20. Servizi a base sociale sussidiati da PA 4.038 1,2 1,6 0,4 1,1 0,5 Servizi a offerta pubblica per base sociale 1.983 0,7 1,3 1,8 0,6 1,3 Distribuzione per tipologie economiche e loro dimensioni – Anno 2011 Gruppi UI UL Affiliazioni Dipendenti Volontari Entrate Val.ass. % % % % % Servizi del welfare pubblico 19.575 8,8 4,9 52,5 8,6 30,0 Servizi venduti sul mercato 45.517 15,8 10,5 25,8 18,5 21,7 Servizi solidaristici sussidiati da PA 16.164 5,3 2,6 3,0 6,2 3,2 Servizi solidaristici sussidiati da privati 104.782 33,8 38,7 9,9 38,4 17,4 Servizi venduti alla base sociale 25.057 8,1 12,2 3,7 6,9 16,2 Servizi alla base sociale sussidiati da privati 84.075 26,3 28,2 3,0 19,8 9,7 TOTALE 301.191 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 20
  • 21. Tipologie economiche e settori di attività (ICNPO) – Anno 2011 21 Composizioni percentuali per tipologia
  • 22. Tipologie economiche e ambiti territoriali di attività – Anno 2011 22 ROMA 16 APRILE 2014 Composizioni percentuali per tipologia
  • 23. Dimensione delle istituzioni per tipologia economica – Anno 2011 23 Istituzioni con 2 unità locali o più, con 25 volontari o più, con 10 addetti o più e con 5 servizi o più. Valori % sul totale delle istituzioni della tipologia economica
  • 24. Indice sintetico di specializzazione delle regioni nelle tipologie economiche 2424
  • 25. Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (1) Nelle definizioni e classificazioni della statistica internazionale ufficiale non esiste alcun riferimento al concetto di impresa sociale o di impresa dell’economia sociale o anche di economia sociale. D’altronde nella classificazione per settori istituzionali dello SNA/SEC95 o SEC2010 il settore NPISH (Non Profit Institutions Serving Housholds) non combacia con l’universo delle istituzioni non profit. Per questo motivo alla fine degli anni ‘90 si è fatto ricorso al metodo del Conto Satellite, adottando la definizione di organizzazione non profit, cui fa riferimento quella adottata dall’Istat per i censimenti del 1999, del 2001 e del 2011. Qualcosa di analogo dovrebbe essere fatto anche per definire il campo di osservazione delle imprese dell’economia sociale. Ma quali dovrebbero essere i caratteri costitutivi, ovvero osservabili mediante variabili quantitative o qualitative, di un’impresa dell’economia sociale? 25
  • 26. Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (2) Questi caratteri costitutivi dovrebbero essere riconoscibili ovvero disponibili nei registri statistici delle unità istituzionali economiche. Negli ultimi anni Istat, partendo da ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive), ha costruito il REG (Registro Generale delle Unità Economiche), nel quale coesistono imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni private. Nel REG ciascuna unità istituzionale viene classificata per forma giuridica e per attività economica (NACE/ATECO); presto lo sarà anche per settore istituzionale del SEC 2010. Vi sono poi i Registri Satellite come quello delle istituzioni non profit o quello delle imprese a controllo pubblico. Tecnicamente sarebbe possibile costruire anche un archivio satellite delle imprese dell’economia sociale. Ma serve una definizione che specifichi i caratteri costitutivi di una siffatta impresa, nonché la disponibilità nel REG delle variabili quantitative e qualitative adatte a riconoscerli. 26
  • 27. Le istituzioni non profit e le imprese dell’economia sociale (3) Alcuni tentativi di determinazione dell’universo italiano delle imprese dell’economia sociale sono stati fatti in occasione del Convegno organizzato dall’Istat il 16 aprile u.s. Naturalmente le imprese dell’economia sociale proverrebbero in parte dall’universo delle imprese (ad es. le cooperative) e in parte da quello delle istituzioni non profit. Con riferimento a queste ultime si potrebbe adottare il criterio Market/Non Market, in analogia a quanto si fa nella statistica internazionale ufficiale per distinguere un’impresa da un’unità istituzionale della P.A. In questo caso le statistiche le unità istituzionali non profit da considerare anche come imprese dell’economia sociale sarebbero 92 mila. Alternativamente si potrebbe adottare un criterio più lasco ma anche più facilmente applicabile al REG, comprendendo tra le imprese dell’economia sociale tutte le istituzioni non profit che abbiano fatturato superiore a zero. In questo caso si aggiungerebbero alle precedenti circa 30 mila unità istituzionali non profit, per un totale di 122 mila. Si potrebbero poi considerare come imprese dell’economia sociale anche le istituzioni non profit con fatturato pari a zero ma con almeno un dipendente. In questo caso si aggiungerebbero alle precedenti circa 13 mila per arrivare ad un totale di circa 135 mila. 27