SlideShare a Scribd company logo
1 of 9
Download to read offline
Dalla formula relativistica dell’energia, all’equazione di Dirac
Consideriamo una particella quantistica relativistica. In questo caso,
l’hamiltoniana è ottenuta dall’espressione relativistica dell’energia, che non è
p2
/2µ, ma:
( μ) +
Questa espressione deriva direttamente dall’equazione ( μ) = − ,
in cui µ è adesso la massa della particella a riposo. A questo punto, occorre
tener presente che la radice quadrata del radicando ( μ) + , porta a
notevoli difficoltà rispetto alla necessità di preservare positive le frequenze.
Per evitare d’ingombrare inutilmente il radicando in questione, poniamo la
velocità della luce uguale a uno (c = 1), affinché la nostra hamiltoniana
relativistica diventi:
Ĥ = μ +
Dobbiamo inoltre tenere a mente che p2
, in meccanica quantistica, è in realtà
l’operatore differenziale parziale del secondo ordine, -ħ2
∇2, così che avremo
bisogno di molta sofisticazione matematica per assegnare un significato
coerente all’espressione: μ − ħ ∇ , che è la radice quadrata di un
operatore alle derivate parziali! Inoltre, vi è una difficoltà ancora più seria con
questa radice quadrata, perchè contiene un’implicita ambiguità di segno. In
fisica classica, simili ambiguità potrebbero non preoccuparci, perchè le
quantità in esame sono comuni funzioni a valori reali e noi possiamo pensare
di essere in grado di mantenere i valori positivi, separati da quelli negativi.
“Solo studiando
la matematica
possiamo sperare di
indovinare il tipo di
matematica che
entrerà nella fisica
del futuro”.
Paul Dirac
(1902 – 1984)
In meccanica quantistica, però, questo non è così facile. Il motivo è in parte
dovuto al fatto che le funzioni d’onda quantistiche sono complesse, e le due
radici quadrate di un’espressione complessa non tendono a separarsi
nettamente in “positiva” e “negativa” in un modo globalmente coerente.
Questo dovrebbe essere considerato in relazione al fatto che la meccanica
quantistica ha a che fare con operatori che agiscono su funzioni complesse, e
cose come le radici quadrate possono condurre ad ambiguità sostanziali che
non possono essere risolte semplicemente dicendo: “prendete solo la radice
positiva”. Vi è comunque un altro modo di esprimere questa difficoltà.
Si deve tener presente che in meccanica quantistica le varie cose che
“potrebbero” accadere, in una situazione fisica, possono tutte contribuire allo
stato quantistico, quindi tutte queste alternative hanno un’influenza su
qualunque cosa potrebbe avvenire. Quando è presente qualcosa come una
radice quadrata, ciascuna delle due radici deve essere ritenuta una
“possibilità”, così che persino una “non fisica energia negativa” deve essere
valutata come una “possibilità fisica”. Non appena vi è la possibilità di un
simile stato con energia negativa, si presenta la probabilità di una transizione
spontanea da energia positiva a energia negativa, che può condurre ad una
instabilità catastrofica. Nel caso di una particella non relativistica, non
abbiamo questo problema della possibilità di energia negativa, perche la
quantità definita positiva p2
/2µ, non ha questa imbarazzante radice quadrata.
Tuttavia, l’espressione relativistica μ + è più problematica per il fatto
che normalmente, non abbiamo una procedura chiara per escludere le radici
quadrate negative. Nel caso di una singola particella libera (o di un sistema di
tali particelle non interagenti), questo non porta effettivamente ad una seria
difficoltà, perchè possiamo limitare l’attenzione a sovrapposizioni di
soluzioni di onde piane di energia positiva dell’equazione libera di
Schrödinger (senza transizioni a stati di energia negativa). Tuttavia, questo
non è più il caso nel momento in cui siano presenti interazioni; persino per
una singola particella relativistica carica in un dato campo elettromagnetico
la funzione d’onda non può, in generale, mantenere la condizione di
frequenza positiva. In questo è facile percepire il conflitto tra i principi della
meccanica quantistica e quelli della relatività. Ebbene il grande fisico Paul
Dirac, scoprì un modo per risolvere questo particolare conflitto. Come primo
passo avanzò una proposta ingegnosa e decisamente intuitiva (la sua
equazione per l’elettrone, ora famosa), che eliminò la fastidiosa radice
quadrata in un modo meraviglioso ed inatteso. In seguito, tutto ciò condusse
ad un punto di vista fortemente originale in cui le energie negative vengono
eliminate, poichè i loro effetti sono rimpiazzati da ciò che allora si rivelò
come una sorprendente predizione: l’esistenza di antiparticelle. Per
comprendere al meglio il significato di tutto ciò, occorre ritornare alla
caratteristica essenziale della teoria della relatività, da cui ha origine la radice
quadrata.
Ricordiamo a questo punto il motivo alla base del nostro apparente bisogno
di adottare l’hamiltoniana μ + , nel caso relativistico. Questo proviene
in definitiva dal fatto che l’equazione di Schrödinger fa uso dell’operatore
∂/∂t (cioè il “tasso di variazione rispetto al tempo”) mentre, in relatività, ∂/∂t
non è una cosa invariante, perchè il tempo e lo spazio non possono essere
presi in considerazione separatamente, ma sono solo aspetti particolari di uno
“spaziotempo” combinato. Perciò, non è “relativisticamente invariante”
ritenere che ∂/∂t sia una cosa fondamentale. Ora, sappiamo che il ∂/∂t
nell’equazione di Schrödinger proviene dalla generale “regola di
quantizzazione”, per cui il quadrimpulso standard spazio-temporale pa (vale
a dire, l’energia E da iћ∂/∂t e –p da iћ∇). La “non invarianza relativistica” di
∂/∂t è così strettamente collegata alla non invarianza dell’energia; allo stesso
modo con cui tempo e spazio vengono mescolati nella teoria della relatività,
anche energia e quantità di moto vengono mescolati.
Si ricordi inoltre che l’equazione di Einstein, E=mc2
(con la convenzione che
c=1), ci dice che l’energia è massa e la massa è energia, così che anche la
massa risulti sempre “non invariante”. Ciò, tuttavia, si riferisce al concetto di
“massa” additiva m (la componente temporale del quadrimpulso) che non è
intrinseco a una particella in sè, ma che è la massa misurata in qualche sistema
di riferimento che non necessariamente condivide la velocità di quella
particella. Quanto maggiore è la velocità della particella, tanto più grande è
questa massa “percepita” (il che è proprio il motivo per cui m non è una
quantità invariante). La massa a riposo µ di una particella è invariante, ma ha
il difetto di non essere additiva e di non essere conservata nelle trasformazioni
delle particelle: pertanto non è una buona scelta per qualcosa che deve essere
uguagliato ad una hamiltoniana. Inoltre, µ è data come una radice quadrata di
un’espressione in termini di energia e quantità di moto; e precisamente
(ponendo c=1), abbiamo:
µ2
= pa pa
= m2
– p2
...cioè: µ = − ,
che esprime in modo diverso l’espressione per la massa-energia m = E (=Ĥ)
che avevamo in precedenza, e precisamente: m = μ + . Ciononostante,
potremmo giocare con l’idea di usare questa invariante energia a riposo µ
(oppure il suo quadrato µ2
), in un’equazione di tipo Schrödinger, invece di
usare la non invariante m. L’espediente di quantizzazione (cioè, il rimpiazzare
m con iћ∂/∂t e p con -iћ∇), quando viene applicato all’energia a riposo al
quadrato (vale a dire a µ2
= m2
– p2
), ci fornisce (iћ)2
moltiplicato per
l’operatore:
◻ = − = − − − ,
nelle coordinate di Minkowski (t, x, y, z). Ciò è chiamato operatore d’onda (o
dalambertiano), e ha davvero un significato invariante. (Si ricordi che (∂/∂x)2
,
significa l’operatore di derivata seconda ∂2
/∂x2
, etc.).Anche se la
convenzionale equazione di Schrödinger non ci consente d’impiegare
direttamente questo operatore (perchè, per i motivi sopra indicati, essa
richiede l’operatore di primo ordine “∂/∂t” e non quello di secondo ordine
(∂/∂t)2
), possiamo però anticipare che l’equazione di secondo ordine:
(iћ)2
◻ ψ = µ2
ψ ,
(dove (iћ)2
◻ è ottenuto da µ2
con l’espediente di quantizzazione e il µ
nell’equazione è effettivamente la massa a riposo) dovrebbe essere sensata
come equazione d’onda per una particella relativistica. Questa equazione può
essere riscritta come:
(◻ + M2
) ψ = 0 ,
dove M = µ/ћ e ha davvero significato nella teoria quantistica relativistica.
Oggi questa equazione viene spesso chiamata “equazione di Klein-Gordon”,
anche se pare sia stato lo stesso Schrödinger il primo a suggerire questa
equazione relativisticamente invariante; cosa che fece persino prima di
adottare la sua, ora famosissima, “equazione di Schrödinger”.
Nel contesto della moderna teoria quantistica dei campi, l’equazione di Klein-
Gordon può essere impiegata, se viene interpretata in modo opportuno, per
descrivere particelle massive senza spin; nello specifico quelle particelle
chiamate mesoni (ossia particelle di massa intermedia, come i pioni o i kaoni).
Ma questa interpretazione richiede tutta la struttura della teoria quantistica dei
campi, che era solo in forma embrionale quando nel 1928 Dirac propose per
primo la sua equazione, dall’aspetto molto diverso, per l’elettrone. Dirac
aveva presentato argomentazioni a favore di un’equazione in cui la derivata
rispetto al tempo ∂/∂t compare al primo ordine (come nell’equazione di
Schrödinger) invece che al secondo ordine (∂/∂t)2
come nel dalambertiano ◻.
I suoi motivi erano collegati a quelli sopra indicati, ma egli ragionava
soprattutto sulla base della richiesta che la funzione d’onda di una particella
dovrebbe fornire un’espressione per la densità di probabilità di trovare la
particella in un posto scelto a piacere, in modo qualitativamente simile alla
ψψ della comune meccanica quantistica non relativistica, che dovrebbe essere
definita positiva in modo che questa probabilità non possa mai diventare
negativa. Questa richiesta non è affatto uguale a quella per cui l’energia sia
definita positiva, ma è una richiesta complementare che ha sostanzialmente
la stessa importanza.
Con un’ingegnosa e penetrante risoluzione dell’apparentemente irresolubile
conflitto tra le richieste della relatività e il suo bisogno di un operatore del
primo ordine ∂/∂t, Dirac si destreggiò a trovare un’equazione che fosse del
primo ordine in ∂/∂t, prendendo esplicitamente la radice quadrata
dell’operatore d’onda ◻ in un modo sottilmente invariante dal punto di vista
relativistico. Ci riuscì con l’introduzione di certe grandezze aggiuntive non
commutanti; queste sono legittime in meccanica quantistica perchè debbono
essere trattate come operatori lineari agenti sulla funzione d’onda, alla
maniera degli operatori non commutanti di posizione e momento. Come
vedremo tra poco, è notevole che questi operatori non commutanti, che
introdusse Dirac, descrivano i gradi di libertà di spin dei più fondamentali
fermioni presenti in natura al momento della scoperta di Dirac (vale a dire di
elettroni e protoni, ma anche di neutroni, muoni, quark e di molte altre
particelle con spin semintero, oggi ben conosciute).
In verità, nel trovare le sue grandezze non commutanti di “spin”, Dirac
riscoprì le algebre di Clifford. Sembra che non sia stato a conoscenza del
precedente lavoro di William Kingdon Clifford (1845 – 1879) e neppure del
fatto che questi (e anche Hamilton prima di lui), avesse già notato che
elementi di queste algebre, potevano essere impiegati per “estrarre la radice
quadrata” dei laplaciani; dato che l’operatore d’onda ◻ è un genere
particolare di laplaciano, quando la dimensione è 4 e la segnatura è + − − −.
In realtà, come lo stesso Clifford sapeva, William Rowan Hamilton aveva già
dimostrato (intorno al 1840), che si poteva ottenere una radice quadrata del
comune laplaciano 3-dimensionale, con l’uso dei quaternioni:
+ + = − − − = −∇
Il procedimento di Clifford estendeva questa cosa al caso di un numero
maggiore di dimensioni. Forse non è sorprendente che Dirac non fosse a
conoscenza delle scoperte di Clifford, risalenti a più di mezzo secolo prima,
perchè questo lavoro non era affatto noto, negli anni Venti, neppure a molti
specialisti di algebra. Anche se Dirac fosse stato a conoscenza delle algebre
di Clifford già in precedenza, ciò non avrebbe offuscato la genialità della
percezione che tali grandezze sono importanti per la meccanica quantistica
dell’elettrone, dato che si tratta di un grande e inatteso progresso nel campo
della conoscenza fisica. Nel caso di Dirac, è proprio l’operatore d’onda quello
di cui si deve estrarre la radice quadrata, poichè è il laplaciano (lorentziano)
4-dimensionale della geometria di Minkowski:
◻ = − ∇2
.
Perciò impieghiamo gli elementi dell’algebra “lorentziana” di Clifford γ0, ...
γ3, che soddisfano le relazioni:
= 1 , = −1 , = −1 , = −1
In un algebra standard di Clifford (segnatura + + ... +), ciascuno di questi
quadrati sarebbe -1. Questo è ciò che deduciamo seguendo la convenzione
standard, in fisica, relativa ai segni; dove le spaziali mantengono gli
originari quadrati negativi di Clifford. La γ0 temporale ha, tuttavia, un
quadrato positivo. È in questo senso che l’algebra di Clifford di Dirac è
“lorentziana”. Le differenti grandezze soddisfano ancora le relazioni di
anticommutazione di Clifford:
= − ( ≠ )
Il fatto cruciale impiegato da Dirac, è che il dalambertiano è il quadrato di un
operatore del primo ordine definito con l’aiuto di questi elementi di Clifford:
◻ = (γ0 ∂/∂t – γ1 ∂/∂x – γ2 ∂/∂y – γ3 ∂/∂z )2
.
Possiamo scriverlo più concisamente con la notazione vettoriale, dove γ = (γ1,
γ2 , γ3), come:
◻ = (γ0 ∂/∂t – γ.∇)2
,
oppure, con ancora maggior concisione come:
◻ = ∂2
,
dove la grandezza:
∂ = γ0 ∂/∂t – γ.∇ = γa
∂/∂xa
(con γa
= gab
γb ) è chiamata operatore di Dirac. Questa comoda notazione
con barra obliqua (slash) è stata introdotta da Richard Feynman; più in
generale, un vettore Aa
potrebbe essere rappresentato dall’elemento
dell’algebra di Clifford-Dirac:
A = γa Aa
Ritorniamo ora alla nostra “equazione d’onda” (◻ + M2
) ψ = 0; impiegando
l’operatore di Dirac ∂, possiamo fattorizzare la quantità ◻ + M2
che compare
in questa equazione:
◻ + M2
= ∂2
+ M2
= (∂ + iM) (∂ - iM),
dove M = µ/ћ. L’equazione di Dirac per l’elettrone è allora (∂ + iM)ψ = - 0,
cioè:
∂ψ = -iMψ,
meglio conosciuta oggi nella sua forma in unità naturali ( dove ћ = c = 1):
oppure, reinserendo ћ, scrivendola in termini della massa a riposo µ:
ћ∂ψ = -iµψ.
Dalla fattorizzazione precedente è chiaro che ogni volta che questa equazione
è valida, deve essere valida anche l’equazione d’onda (◻ + M2
) ψ = 0. In
questo modo, le funzioni d’onda che soddisfano l’equazione di Dirac espressa
prima devono soddisfare anche l’ ”equazione d’onda” che governa il
comportamento delle particelle relativistiche di massa a riposo pari a ћM.
L’equazione di Dirac ha il vantaggio, rispetto all’equazione d’onda, di essere
di primo ordine in ∂/∂t. In verità, l’equazione di Dirac può essere riscritta in
forma di equazione di Schrödinger:
i ћ = ( ћ γ0 γ.∇ + γ0 µ ) ψ,
dove ћ γ0 γ.∇ + γ0 µ, svolge il ruolo di operatore hamiltoniano. La selezione
dell’operatore ∂/∂t non è, naturalmente, relativisticamente invariante, ma
l’equazione di Dirac completa ∂ψ = -iMψ è relativisticamente invariante
(per vederlo, si deve fare un attento esame dell’interazione tra gli elementi
dell’algebra di Clifford e le trasformazioni di Lorentz). Fu un notevole colpo
per i fisici di allora apprendere che vi sono entità relativisticamente invarianti
che giacciono al di fuori della struttura standard del calcolo vettoriale e
tensoriale. Ciò a cui Dirac aveva effettivamente dato inizio, era un nuovo
poderoso formalismo oggigiorno noto come calcolo spinoriale; un calcolo che
va oltre il convenzionale calcolo vettoriale e tensoriale. Il “prezzo” che
sembra dobbiamo pagare per questa notevole eliminazione della
imbarazzante radice quadrata, mentre si conserva l’invarianza relativistica, è
la comparsa di questi strani, non commutanti elementi γa dell’algebra di
Clifford. Che cosa significano? Dobbiamo pensare siano operatori agenti
sulla funzione d’onda; poichè questi particolari operatori sono elementi
nuovi, che non provengono direttamente dalle (non commutanti) variabili
quantistiche di posizione e quantità di moto che abbiamo già preso in esame,
devono riferisrsi a (e agire su) qualche nuovo grado di libertà della nostra
particella. Dobbiamo chiederci a quale scopo fisico, possano servire questi
nuovi gradi di libertà. Col senno di poi, grazie alla nostra attuale terminologia,
vediamo che la risposta sta nel nome stesso di “spinore”: i nuovi gradi di
libertà descrivono lo spin dell’elettrone. Si ricordi che, uno spinore può essere
pensato come un oggetto su cui agiscono come operatori, gli elementi
dell’algebra di Clifford. Nell’equazione di Dirac, gli elementi di Clifford
agiscono sulla funzione d’onda ψ, che deve quindi essere essa stessa uno
spinore. Essa ha gradi di libertà extra, oltre la sola dipendenza dalla posizione
e dal tempo di una comune funzione d’onda scalare, e sono proprio questi
gradi di libertà in più, a descrivere lo spin dell’elettrone!
Ora cominciamo a capire che il prezzo che abbiamo dovuto pagare per essere
in grado di fattorizzare l’operatore d’onda con l’impiego degli elementi di
Clifford, ci ha procurato un “affare” quasi incredibile! Non soltanto ci dà una
teoria che descrive con precisione lo spin dell’elettrone, ma quando
aggiungiamo all’hamiltoniana il termine standard che dà l’interazione con un
determinato campo elettromagnetico (un termine che introduce
l’elettrodinamica in preciso accordo con le “prescrizioni di gauge”), troviamo
che l’elettrone di Dirac si comporta nel campo elettromagnetico, proprio
come si dovrebbe comportare l’elettrone con carica, inclusi alcuni sottili
termini dovuti al suo moto relativistico. Ma non è solo il comportamento da
particella carica dell’elettrone a venire correttamente descritto; l’elettrone di
Dirac si comporta anche come una particella in possesso di un momento
magnetico di valore molto ben definito, e precisamente:
ћ2
e
4μc
,
dove “- e” è la carica dell’elettrone e µ la sua massa. Ciò significa che
l’elettrone non ha solo una carica elettrica, ma si comporta anche come un
piccolo magnete. Il valore di Dirac per il momento magnetico dell’elettrone
è, in modo notevole, molto prossimo al valore effettivamente osservato, per
circa una parte su mille. La migliore determinazione moderna del momento
magnetico dell’elettrone, differisce dal valore originario di Dirac, per il
seguente fattore moltiplicativo: 1, 001 159 652 118...
Persino questa piccola discrepanza è adesso spiegata con effetti correttivi
provenienti dall’elettrodinamica quantistica, che incorpora l’equazione di
Dirac come uno dei suoi “ingredienti” fondamentali. L’accordo con la Natura
della piccola, ma ingegnosa, equazione di Dirac, è davvero straordinario!
_________________________________________________
Bibliografia:
- R. PENROSE, La strada che porta alla realtà, Rizzoli, Milano, 2005.
- D. MONTI, Equazione di Dirac, Bollati & Boringhieri, Torino, 1996.
WWW.OLOSCIENCE.COM

More Related Content

What's hot

La positività dell'energia in meccanica quantistica.
La positività dell'energia in meccanica quantistica. La positività dell'energia in meccanica quantistica.
La positività dell'energia in meccanica quantistica. Fausto Intilla
 
Teoria della relatività
Teoria della relativitàTeoria della relatività
Teoria della relativitàElena Dalmastri
 
Area didattica fisica dalle origini ad oltre la relatività
Area didattica   fisica dalle origini ad oltre la relativitàArea didattica   fisica dalle origini ad oltre la relatività
Area didattica fisica dalle origini ad oltre la relativitàimartini
 
Stringhe Relativistiche Classiche
Stringhe Relativistiche Classiche Stringhe Relativistiche Classiche
Stringhe Relativistiche Classiche Gabriele Pompa, PhD
 
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generale
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generaleSpazio-tempo: da Minkowski alla relatività generale
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generaleAndreaFornetto
 
Le basi della relatività ristretta
Le basi della relatività ristrettaLe basi della relatività ristretta
Le basi della relatività ristrettaAnnaMarelli
 
Relatività di Einstein
Relatività di EinsteinRelatività di Einstein
Relatività di EinsteinGiulia Messina
 
Interazione elettrone elettrone
Interazione elettrone elettroneInterazione elettrone elettrone
Interazione elettrone elettronemagico_vinello
 
Il gatto di schrödinger
Il gatto di schrödingerIl gatto di schrödinger
Il gatto di schrödingeriprofdelgalilei
 

What's hot (20)

La positività dell'energia in meccanica quantistica.
La positività dell'energia in meccanica quantistica. La positività dell'energia in meccanica quantistica.
La positività dell'energia in meccanica quantistica.
 
Teoria della relatività
Teoria della relativitàTeoria della relatività
Teoria della relatività
 
lezione sulla relatività
lezione sulla relativitàlezione sulla relatività
lezione sulla relatività
 
Il naviglio di galileo 3.1
Il naviglio di galileo 3.1Il naviglio di galileo 3.1
Il naviglio di galileo 3.1
 
Area didattica fisica dalle origini ad oltre la relatività
Area didattica   fisica dalle origini ad oltre la relativitàArea didattica   fisica dalle origini ad oltre la relatività
Area didattica fisica dalle origini ad oltre la relatività
 
Stringhe Relativistiche Classiche
Stringhe Relativistiche Classiche Stringhe Relativistiche Classiche
Stringhe Relativistiche Classiche
 
Presentazione relativita'
Presentazione relativita'Presentazione relativita'
Presentazione relativita'
 
Elaborato
ElaboratoElaborato
Elaborato
 
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generale
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generaleSpazio-tempo: da Minkowski alla relatività generale
Spazio-tempo: da Minkowski alla relatività generale
 
Le basi della relatività ristretta
Le basi della relatività ristrettaLe basi della relatività ristretta
Le basi della relatività ristretta
 
Relatività di Einstein
Relatività di EinsteinRelatività di Einstein
Relatività di Einstein
 
Neutrini
NeutriniNeutrini
Neutrini
 
Interazione elettrone elettrone
Interazione elettrone elettroneInterazione elettrone elettrone
Interazione elettrone elettrone
 
Statistica
StatisticaStatistica
Statistica
 
Elaborato 2021
Elaborato 2021Elaborato 2021
Elaborato 2021
 
Il naviglio di galileo 2.1
Il naviglio di galileo 2.1Il naviglio di galileo 2.1
Il naviglio di galileo 2.1
 
Il naviglio di galileo 1.0
Il naviglio di galileo 1.0Il naviglio di galileo 1.0
Il naviglio di galileo 1.0
 
Il gatto di schrödinger
Il gatto di schrödingerIl gatto di schrödinger
Il gatto di schrödinger
 
IV. "sul ruolo delle simmetrie in fisica"
IV. "sul ruolo delle simmetrie in fisica"IV. "sul ruolo delle simmetrie in fisica"
IV. "sul ruolo delle simmetrie in fisica"
 
Teoria della relatività
Teoria della relativitàTeoria della relatività
Teoria della relatività
 

Similar to Dalla formula relativistica dell'energia, all'equazione di Dirac.

Thermal project of the core
Thermal project of the coreThermal project of the core
Thermal project of the coreSabinoMiani
 
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto Intilla
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto IntillaTeorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto Intilla
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto IntillaFausto Intilla
 
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...Fausto Intilla
 
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-Tempo
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-TempoIpotesi sulla manipolazione dello Spazio-Tempo
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-TempoFausto Intilla
 
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenze
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenzecampo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenze
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenzesecondary school
 
Elaborato Esame di Stato 2020
Elaborato Esame di Stato 2020Elaborato Esame di Stato 2020
Elaborato Esame di Stato 2020AngeloNapoli1
 
Il modello a orbitali
Il modello a orbitaliIl modello a orbitali
Il modello a orbitali3EL1415
 
Vorticita ottiche in astronomia
Vorticita ottiche in astronomiaVorticita ottiche in astronomia
Vorticita ottiche in astronomiaIgnazio Licata
 
ELABORATO MATEMATICA E FISICA
ELABORATO MATEMATICA E FISICAELABORATO MATEMATICA E FISICA
ELABORATO MATEMATICA E FISICAmattcamplo
 
Teoria quanti Planck
Teoria quanti PlanckTeoria quanti Planck
Teoria quanti PlanckROSA LACATENA
 
Eq Schrodinger e Simmetria
Eq Schrodinger e SimmetriaEq Schrodinger e Simmetria
Eq Schrodinger e Simmetriamagico_vinello
 
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazione
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazioneLa riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazione
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazioneGiovanni Bramanti
 
Risonanza magnetica nicholas murri 5 f
Risonanza magnetica nicholas murri 5 fRisonanza magnetica nicholas murri 5 f
Risonanza magnetica nicholas murri 5 fNicholasNicholas20
 

Similar to Dalla formula relativistica dell'energia, all'equazione di Dirac. (20)

Thermal project of the core
Thermal project of the coreThermal project of the core
Thermal project of the core
 
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto Intilla
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto IntillaTeorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto Intilla
Teorema di Noether: limiti e applicabilità – Intervista a Fausto Intilla
 
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...
QFT, gravità, entropia di entanglement e spaziotempo emergente: il nesso - In...
 
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-Tempo
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-TempoIpotesi sulla manipolazione dello Spazio-Tempo
Ipotesi sulla manipolazione dello Spazio-Tempo
 
E=mc2 italiano
E=mc2 italianoE=mc2 italiano
E=mc2 italiano
 
E=mc2 italiano
E=mc2 italianoE=mc2 italiano
E=mc2 italiano
 
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenze
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenzecampo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenze
campo gravitazionale e campo elettrico: analogie e differenze
 
Le equazioni di Maxwell
Le equazioni di MaxwellLe equazioni di Maxwell
Le equazioni di Maxwell
 
Elaborato Esame di Stato 2020
Elaborato Esame di Stato 2020Elaborato Esame di Stato 2020
Elaborato Esame di Stato 2020
 
Il modello a orbitali
Il modello a orbitaliIl modello a orbitali
Il modello a orbitali
 
Vorticita ottiche in astronomia
Vorticita ottiche in astronomiaVorticita ottiche in astronomia
Vorticita ottiche in astronomia
 
ELABORATO MATEMATICA E FISICA
ELABORATO MATEMATICA E FISICAELABORATO MATEMATICA E FISICA
ELABORATO MATEMATICA E FISICA
 
geometria tropicale
geometria tropicalegeometria tropicale
geometria tropicale
 
Teoria quanti Planck
Teoria quanti PlanckTeoria quanti Planck
Teoria quanti Planck
 
Eq Schrodinger e Simmetria
Eq Schrodinger e SimmetriaEq Schrodinger e Simmetria
Eq Schrodinger e Simmetria
 
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazione
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazioneLa riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazione
La riflessione retta ed obliqua da paraboloidi di rotazione
 
Il campo elettrico
Il campo elettricoIl campo elettrico
Il campo elettrico
 
Risonanza magnetica nicholas murri 5 f
Risonanza magnetica nicholas murri 5 fRisonanza magnetica nicholas murri 5 f
Risonanza magnetica nicholas murri 5 f
 
Vibrazioni Reticolari
Vibrazioni ReticolariVibrazioni Reticolari
Vibrazioni Reticolari
 
Struttura1
Struttura1Struttura1
Struttura1
 

More from Fausto Intilla

Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.
Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.
Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.Fausto Intilla
 
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...Fausto Intilla
 
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...Fausto Intilla
 
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...Fausto Intilla
 
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.Fausto Intilla
 
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.Fausto Intilla
 
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!Fausto Intilla
 
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umana
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umanaAltre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umana
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umanaFausto Intilla
 
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.Fausto Intilla
 
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.Fausto Intilla
 
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?Fausto Intilla
 
Gravità quantistica: A che punto siamo?
Gravità quantistica: A che punto siamo?Gravità quantistica: A che punto siamo?
Gravità quantistica: A che punto siamo?Fausto Intilla
 
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.Fausto Intilla
 
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.Fausto Intilla
 
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...Fausto Intilla
 
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivere
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivereAforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivere
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivereFausto Intilla
 
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...Fausto Intilla
 
Dal fermione di majorana al computer quantistico.
Dal fermione di majorana al computer quantistico.Dal fermione di majorana al computer quantistico.
Dal fermione di majorana al computer quantistico.Fausto Intilla
 
Fundamental principle of information to-energy conversion.
Fundamental principle of information to-energy conversion.Fundamental principle of information to-energy conversion.
Fundamental principle of information to-energy conversion.Fausto Intilla
 
What happens if measure the electron spin twice?
What happens if measure the electron spin twice?What happens if measure the electron spin twice?
What happens if measure the electron spin twice?Fausto Intilla
 

More from Fausto Intilla (20)

Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.
Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.
Fausto Intilla - Pensieri sparsi. Raccolta di riflessioni e aforismi scelti.
 
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...
Dal metalinguaggio quantistico alle teorie quantistiche di confine - Fausto I...
 
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...
La mente a più dimensioni: Dagli spazi topologici alla Dissipative Quantum Br...
 
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...
IA: Princìpi e parametri alternativi, per una fisica alternativa – Intervista...
 
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.
Attrattori, campi morfogenetici e meccanica quantistica: il nesso.
 
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.
Fausto Intilla: Dalla teoria dell'informazione al concetto di anima.
 
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!
Umano, poco umano ...fatto di virus e batteri!
 
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umana
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umanaAltre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umana
Altre realtà. Quando la visione del mondo, non è in funzione della mente umana
 
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.
Quando l'Universo ...calcola sé stesso! L'altra faccia dei buchi neri.
 
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.
Alla ricerca del reale ...dove nulla, è come appare.
 
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?
Supremazia quantistica di Google: Mito o realtà?
 
Gravità quantistica: A che punto siamo?
Gravità quantistica: A che punto siamo?Gravità quantistica: A che punto siamo?
Gravità quantistica: A che punto siamo?
 
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.
Una quinta forza fondamentale della natura ...per ora solo ipotetica.
 
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.
Riscaldamento globale: un'analisi obiettiva.
 
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...
Quantum computing: stato dell'arte e potenziali sviluppi - Intervista a Faust...
 
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivere
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivereAforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivere
Aforismario 3 - Aforismi sulla saggezza del vivere
 
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...
Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell - Dalle origini al crollo del realis...
 
Dal fermione di majorana al computer quantistico.
Dal fermione di majorana al computer quantistico.Dal fermione di majorana al computer quantistico.
Dal fermione di majorana al computer quantistico.
 
Fundamental principle of information to-energy conversion.
Fundamental principle of information to-energy conversion.Fundamental principle of information to-energy conversion.
Fundamental principle of information to-energy conversion.
 
What happens if measure the electron spin twice?
What happens if measure the electron spin twice?What happens if measure the electron spin twice?
What happens if measure the electron spin twice?
 

Dalla formula relativistica dell'energia, all'equazione di Dirac.

  • 1. Dalla formula relativistica dell’energia, all’equazione di Dirac Consideriamo una particella quantistica relativistica. In questo caso, l’hamiltoniana è ottenuta dall’espressione relativistica dell’energia, che non è p2 /2µ, ma: ( μ) + Questa espressione deriva direttamente dall’equazione ( μ) = − , in cui µ è adesso la massa della particella a riposo. A questo punto, occorre tener presente che la radice quadrata del radicando ( μ) + , porta a notevoli difficoltà rispetto alla necessità di preservare positive le frequenze. Per evitare d’ingombrare inutilmente il radicando in questione, poniamo la velocità della luce uguale a uno (c = 1), affinché la nostra hamiltoniana relativistica diventi: Ĥ = μ + Dobbiamo inoltre tenere a mente che p2 , in meccanica quantistica, è in realtà l’operatore differenziale parziale del secondo ordine, -ħ2 ∇2, così che avremo bisogno di molta sofisticazione matematica per assegnare un significato coerente all’espressione: μ − ħ ∇ , che è la radice quadrata di un operatore alle derivate parziali! Inoltre, vi è una difficoltà ancora più seria con questa radice quadrata, perchè contiene un’implicita ambiguità di segno. In fisica classica, simili ambiguità potrebbero non preoccuparci, perchè le quantità in esame sono comuni funzioni a valori reali e noi possiamo pensare di essere in grado di mantenere i valori positivi, separati da quelli negativi. “Solo studiando la matematica possiamo sperare di indovinare il tipo di matematica che entrerà nella fisica del futuro”. Paul Dirac (1902 – 1984)
  • 2. In meccanica quantistica, però, questo non è così facile. Il motivo è in parte dovuto al fatto che le funzioni d’onda quantistiche sono complesse, e le due radici quadrate di un’espressione complessa non tendono a separarsi nettamente in “positiva” e “negativa” in un modo globalmente coerente. Questo dovrebbe essere considerato in relazione al fatto che la meccanica quantistica ha a che fare con operatori che agiscono su funzioni complesse, e cose come le radici quadrate possono condurre ad ambiguità sostanziali che non possono essere risolte semplicemente dicendo: “prendete solo la radice positiva”. Vi è comunque un altro modo di esprimere questa difficoltà. Si deve tener presente che in meccanica quantistica le varie cose che “potrebbero” accadere, in una situazione fisica, possono tutte contribuire allo stato quantistico, quindi tutte queste alternative hanno un’influenza su qualunque cosa potrebbe avvenire. Quando è presente qualcosa come una radice quadrata, ciascuna delle due radici deve essere ritenuta una “possibilità”, così che persino una “non fisica energia negativa” deve essere valutata come una “possibilità fisica”. Non appena vi è la possibilità di un simile stato con energia negativa, si presenta la probabilità di una transizione spontanea da energia positiva a energia negativa, che può condurre ad una instabilità catastrofica. Nel caso di una particella non relativistica, non abbiamo questo problema della possibilità di energia negativa, perche la quantità definita positiva p2 /2µ, non ha questa imbarazzante radice quadrata. Tuttavia, l’espressione relativistica μ + è più problematica per il fatto che normalmente, non abbiamo una procedura chiara per escludere le radici quadrate negative. Nel caso di una singola particella libera (o di un sistema di tali particelle non interagenti), questo non porta effettivamente ad una seria difficoltà, perchè possiamo limitare l’attenzione a sovrapposizioni di soluzioni di onde piane di energia positiva dell’equazione libera di Schrödinger (senza transizioni a stati di energia negativa). Tuttavia, questo non è più il caso nel momento in cui siano presenti interazioni; persino per una singola particella relativistica carica in un dato campo elettromagnetico la funzione d’onda non può, in generale, mantenere la condizione di frequenza positiva. In questo è facile percepire il conflitto tra i principi della meccanica quantistica e quelli della relatività. Ebbene il grande fisico Paul Dirac, scoprì un modo per risolvere questo particolare conflitto. Come primo passo avanzò una proposta ingegnosa e decisamente intuitiva (la sua equazione per l’elettrone, ora famosa), che eliminò la fastidiosa radice quadrata in un modo meraviglioso ed inatteso. In seguito, tutto ciò condusse ad un punto di vista fortemente originale in cui le energie negative vengono eliminate, poichè i loro effetti sono rimpiazzati da ciò che allora si rivelò come una sorprendente predizione: l’esistenza di antiparticelle. Per comprendere al meglio il significato di tutto ciò, occorre ritornare alla caratteristica essenziale della teoria della relatività, da cui ha origine la radice quadrata.
  • 3. Ricordiamo a questo punto il motivo alla base del nostro apparente bisogno di adottare l’hamiltoniana μ + , nel caso relativistico. Questo proviene in definitiva dal fatto che l’equazione di Schrödinger fa uso dell’operatore ∂/∂t (cioè il “tasso di variazione rispetto al tempo”) mentre, in relatività, ∂/∂t non è una cosa invariante, perchè il tempo e lo spazio non possono essere presi in considerazione separatamente, ma sono solo aspetti particolari di uno “spaziotempo” combinato. Perciò, non è “relativisticamente invariante” ritenere che ∂/∂t sia una cosa fondamentale. Ora, sappiamo che il ∂/∂t nell’equazione di Schrödinger proviene dalla generale “regola di quantizzazione”, per cui il quadrimpulso standard spazio-temporale pa (vale a dire, l’energia E da iћ∂/∂t e –p da iћ∇). La “non invarianza relativistica” di ∂/∂t è così strettamente collegata alla non invarianza dell’energia; allo stesso modo con cui tempo e spazio vengono mescolati nella teoria della relatività, anche energia e quantità di moto vengono mescolati. Si ricordi inoltre che l’equazione di Einstein, E=mc2 (con la convenzione che c=1), ci dice che l’energia è massa e la massa è energia, così che anche la massa risulti sempre “non invariante”. Ciò, tuttavia, si riferisce al concetto di “massa” additiva m (la componente temporale del quadrimpulso) che non è intrinseco a una particella in sè, ma che è la massa misurata in qualche sistema di riferimento che non necessariamente condivide la velocità di quella particella. Quanto maggiore è la velocità della particella, tanto più grande è questa massa “percepita” (il che è proprio il motivo per cui m non è una quantità invariante). La massa a riposo µ di una particella è invariante, ma ha il difetto di non essere additiva e di non essere conservata nelle trasformazioni delle particelle: pertanto non è una buona scelta per qualcosa che deve essere uguagliato ad una hamiltoniana. Inoltre, µ è data come una radice quadrata di un’espressione in termini di energia e quantità di moto; e precisamente (ponendo c=1), abbiamo: µ2 = pa pa = m2 – p2 ...cioè: µ = − , che esprime in modo diverso l’espressione per la massa-energia m = E (=Ĥ) che avevamo in precedenza, e precisamente: m = μ + . Ciononostante, potremmo giocare con l’idea di usare questa invariante energia a riposo µ (oppure il suo quadrato µ2 ), in un’equazione di tipo Schrödinger, invece di usare la non invariante m. L’espediente di quantizzazione (cioè, il rimpiazzare m con iћ∂/∂t e p con -iћ∇), quando viene applicato all’energia a riposo al quadrato (vale a dire a µ2 = m2 – p2 ), ci fornisce (iћ)2 moltiplicato per l’operatore: ◻ = − = − − − ,
  • 4. nelle coordinate di Minkowski (t, x, y, z). Ciò è chiamato operatore d’onda (o dalambertiano), e ha davvero un significato invariante. (Si ricordi che (∂/∂x)2 , significa l’operatore di derivata seconda ∂2 /∂x2 , etc.).Anche se la convenzionale equazione di Schrödinger non ci consente d’impiegare direttamente questo operatore (perchè, per i motivi sopra indicati, essa richiede l’operatore di primo ordine “∂/∂t” e non quello di secondo ordine (∂/∂t)2 ), possiamo però anticipare che l’equazione di secondo ordine: (iћ)2 ◻ ψ = µ2 ψ , (dove (iћ)2 ◻ è ottenuto da µ2 con l’espediente di quantizzazione e il µ nell’equazione è effettivamente la massa a riposo) dovrebbe essere sensata come equazione d’onda per una particella relativistica. Questa equazione può essere riscritta come: (◻ + M2 ) ψ = 0 , dove M = µ/ћ e ha davvero significato nella teoria quantistica relativistica. Oggi questa equazione viene spesso chiamata “equazione di Klein-Gordon”, anche se pare sia stato lo stesso Schrödinger il primo a suggerire questa equazione relativisticamente invariante; cosa che fece persino prima di adottare la sua, ora famosissima, “equazione di Schrödinger”. Nel contesto della moderna teoria quantistica dei campi, l’equazione di Klein- Gordon può essere impiegata, se viene interpretata in modo opportuno, per descrivere particelle massive senza spin; nello specifico quelle particelle chiamate mesoni (ossia particelle di massa intermedia, come i pioni o i kaoni). Ma questa interpretazione richiede tutta la struttura della teoria quantistica dei campi, che era solo in forma embrionale quando nel 1928 Dirac propose per primo la sua equazione, dall’aspetto molto diverso, per l’elettrone. Dirac aveva presentato argomentazioni a favore di un’equazione in cui la derivata rispetto al tempo ∂/∂t compare al primo ordine (come nell’equazione di Schrödinger) invece che al secondo ordine (∂/∂t)2 come nel dalambertiano ◻. I suoi motivi erano collegati a quelli sopra indicati, ma egli ragionava soprattutto sulla base della richiesta che la funzione d’onda di una particella dovrebbe fornire un’espressione per la densità di probabilità di trovare la particella in un posto scelto a piacere, in modo qualitativamente simile alla ψψ della comune meccanica quantistica non relativistica, che dovrebbe essere definita positiva in modo che questa probabilità non possa mai diventare negativa. Questa richiesta non è affatto uguale a quella per cui l’energia sia definita positiva, ma è una richiesta complementare che ha sostanzialmente la stessa importanza. Con un’ingegnosa e penetrante risoluzione dell’apparentemente irresolubile conflitto tra le richieste della relatività e il suo bisogno di un operatore del
  • 5. primo ordine ∂/∂t, Dirac si destreggiò a trovare un’equazione che fosse del primo ordine in ∂/∂t, prendendo esplicitamente la radice quadrata dell’operatore d’onda ◻ in un modo sottilmente invariante dal punto di vista relativistico. Ci riuscì con l’introduzione di certe grandezze aggiuntive non commutanti; queste sono legittime in meccanica quantistica perchè debbono essere trattate come operatori lineari agenti sulla funzione d’onda, alla maniera degli operatori non commutanti di posizione e momento. Come vedremo tra poco, è notevole che questi operatori non commutanti, che introdusse Dirac, descrivano i gradi di libertà di spin dei più fondamentali fermioni presenti in natura al momento della scoperta di Dirac (vale a dire di elettroni e protoni, ma anche di neutroni, muoni, quark e di molte altre particelle con spin semintero, oggi ben conosciute). In verità, nel trovare le sue grandezze non commutanti di “spin”, Dirac riscoprì le algebre di Clifford. Sembra che non sia stato a conoscenza del precedente lavoro di William Kingdon Clifford (1845 – 1879) e neppure del fatto che questi (e anche Hamilton prima di lui), avesse già notato che elementi di queste algebre, potevano essere impiegati per “estrarre la radice quadrata” dei laplaciani; dato che l’operatore d’onda ◻ è un genere particolare di laplaciano, quando la dimensione è 4 e la segnatura è + − − −. In realtà, come lo stesso Clifford sapeva, William Rowan Hamilton aveva già dimostrato (intorno al 1840), che si poteva ottenere una radice quadrata del comune laplaciano 3-dimensionale, con l’uso dei quaternioni: + + = − − − = −∇ Il procedimento di Clifford estendeva questa cosa al caso di un numero maggiore di dimensioni. Forse non è sorprendente che Dirac non fosse a conoscenza delle scoperte di Clifford, risalenti a più di mezzo secolo prima, perchè questo lavoro non era affatto noto, negli anni Venti, neppure a molti specialisti di algebra. Anche se Dirac fosse stato a conoscenza delle algebre di Clifford già in precedenza, ciò non avrebbe offuscato la genialità della percezione che tali grandezze sono importanti per la meccanica quantistica dell’elettrone, dato che si tratta di un grande e inatteso progresso nel campo della conoscenza fisica. Nel caso di Dirac, è proprio l’operatore d’onda quello di cui si deve estrarre la radice quadrata, poichè è il laplaciano (lorentziano) 4-dimensionale della geometria di Minkowski: ◻ = − ∇2 .
  • 6. Perciò impieghiamo gli elementi dell’algebra “lorentziana” di Clifford γ0, ... γ3, che soddisfano le relazioni: = 1 , = −1 , = −1 , = −1 In un algebra standard di Clifford (segnatura + + ... +), ciascuno di questi quadrati sarebbe -1. Questo è ciò che deduciamo seguendo la convenzione standard, in fisica, relativa ai segni; dove le spaziali mantengono gli originari quadrati negativi di Clifford. La γ0 temporale ha, tuttavia, un quadrato positivo. È in questo senso che l’algebra di Clifford di Dirac è “lorentziana”. Le differenti grandezze soddisfano ancora le relazioni di anticommutazione di Clifford: = − ( ≠ ) Il fatto cruciale impiegato da Dirac, è che il dalambertiano è il quadrato di un operatore del primo ordine definito con l’aiuto di questi elementi di Clifford: ◻ = (γ0 ∂/∂t – γ1 ∂/∂x – γ2 ∂/∂y – γ3 ∂/∂z )2 . Possiamo scriverlo più concisamente con la notazione vettoriale, dove γ = (γ1, γ2 , γ3), come: ◻ = (γ0 ∂/∂t – γ.∇)2 , oppure, con ancora maggior concisione come: ◻ = ∂2 , dove la grandezza: ∂ = γ0 ∂/∂t – γ.∇ = γa ∂/∂xa (con γa = gab γb ) è chiamata operatore di Dirac. Questa comoda notazione con barra obliqua (slash) è stata introdotta da Richard Feynman; più in generale, un vettore Aa potrebbe essere rappresentato dall’elemento dell’algebra di Clifford-Dirac: A = γa Aa
  • 7. Ritorniamo ora alla nostra “equazione d’onda” (◻ + M2 ) ψ = 0; impiegando l’operatore di Dirac ∂, possiamo fattorizzare la quantità ◻ + M2 che compare in questa equazione: ◻ + M2 = ∂2 + M2 = (∂ + iM) (∂ - iM), dove M = µ/ћ. L’equazione di Dirac per l’elettrone è allora (∂ + iM)ψ = - 0, cioè: ∂ψ = -iMψ, meglio conosciuta oggi nella sua forma in unità naturali ( dove ћ = c = 1): oppure, reinserendo ћ, scrivendola in termini della massa a riposo µ: ћ∂ψ = -iµψ. Dalla fattorizzazione precedente è chiaro che ogni volta che questa equazione è valida, deve essere valida anche l’equazione d’onda (◻ + M2 ) ψ = 0. In questo modo, le funzioni d’onda che soddisfano l’equazione di Dirac espressa prima devono soddisfare anche l’ ”equazione d’onda” che governa il comportamento delle particelle relativistiche di massa a riposo pari a ћM. L’equazione di Dirac ha il vantaggio, rispetto all’equazione d’onda, di essere di primo ordine in ∂/∂t. In verità, l’equazione di Dirac può essere riscritta in forma di equazione di Schrödinger: i ћ = ( ћ γ0 γ.∇ + γ0 µ ) ψ, dove ћ γ0 γ.∇ + γ0 µ, svolge il ruolo di operatore hamiltoniano. La selezione dell’operatore ∂/∂t non è, naturalmente, relativisticamente invariante, ma l’equazione di Dirac completa ∂ψ = -iMψ è relativisticamente invariante (per vederlo, si deve fare un attento esame dell’interazione tra gli elementi dell’algebra di Clifford e le trasformazioni di Lorentz). Fu un notevole colpo per i fisici di allora apprendere che vi sono entità relativisticamente invarianti che giacciono al di fuori della struttura standard del calcolo vettoriale e tensoriale. Ciò a cui Dirac aveva effettivamente dato inizio, era un nuovo poderoso formalismo oggigiorno noto come calcolo spinoriale; un calcolo che va oltre il convenzionale calcolo vettoriale e tensoriale. Il “prezzo” che
  • 8. sembra dobbiamo pagare per questa notevole eliminazione della imbarazzante radice quadrata, mentre si conserva l’invarianza relativistica, è la comparsa di questi strani, non commutanti elementi γa dell’algebra di Clifford. Che cosa significano? Dobbiamo pensare siano operatori agenti sulla funzione d’onda; poichè questi particolari operatori sono elementi nuovi, che non provengono direttamente dalle (non commutanti) variabili quantistiche di posizione e quantità di moto che abbiamo già preso in esame, devono riferisrsi a (e agire su) qualche nuovo grado di libertà della nostra particella. Dobbiamo chiederci a quale scopo fisico, possano servire questi nuovi gradi di libertà. Col senno di poi, grazie alla nostra attuale terminologia, vediamo che la risposta sta nel nome stesso di “spinore”: i nuovi gradi di libertà descrivono lo spin dell’elettrone. Si ricordi che, uno spinore può essere pensato come un oggetto su cui agiscono come operatori, gli elementi dell’algebra di Clifford. Nell’equazione di Dirac, gli elementi di Clifford agiscono sulla funzione d’onda ψ, che deve quindi essere essa stessa uno spinore. Essa ha gradi di libertà extra, oltre la sola dipendenza dalla posizione e dal tempo di una comune funzione d’onda scalare, e sono proprio questi gradi di libertà in più, a descrivere lo spin dell’elettrone! Ora cominciamo a capire che il prezzo che abbiamo dovuto pagare per essere in grado di fattorizzare l’operatore d’onda con l’impiego degli elementi di Clifford, ci ha procurato un “affare” quasi incredibile! Non soltanto ci dà una teoria che descrive con precisione lo spin dell’elettrone, ma quando aggiungiamo all’hamiltoniana il termine standard che dà l’interazione con un determinato campo elettromagnetico (un termine che introduce l’elettrodinamica in preciso accordo con le “prescrizioni di gauge”), troviamo che l’elettrone di Dirac si comporta nel campo elettromagnetico, proprio come si dovrebbe comportare l’elettrone con carica, inclusi alcuni sottili termini dovuti al suo moto relativistico. Ma non è solo il comportamento da particella carica dell’elettrone a venire correttamente descritto; l’elettrone di Dirac si comporta anche come una particella in possesso di un momento magnetico di valore molto ben definito, e precisamente: ћ2 e 4μc , dove “- e” è la carica dell’elettrone e µ la sua massa. Ciò significa che l’elettrone non ha solo una carica elettrica, ma si comporta anche come un piccolo magnete. Il valore di Dirac per il momento magnetico dell’elettrone è, in modo notevole, molto prossimo al valore effettivamente osservato, per circa una parte su mille. La migliore determinazione moderna del momento magnetico dell’elettrone, differisce dal valore originario di Dirac, per il seguente fattore moltiplicativo: 1, 001 159 652 118...
  • 9. Persino questa piccola discrepanza è adesso spiegata con effetti correttivi provenienti dall’elettrodinamica quantistica, che incorpora l’equazione di Dirac come uno dei suoi “ingredienti” fondamentali. L’accordo con la Natura della piccola, ma ingegnosa, equazione di Dirac, è davvero straordinario! _________________________________________________ Bibliografia: - R. PENROSE, La strada che porta alla realtà, Rizzoli, Milano, 2005. - D. MONTI, Equazione di Dirac, Bollati & Boringhieri, Torino, 1996. WWW.OLOSCIENCE.COM