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REPORT DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUI SEQUESTRI DOGANALI NEL 2014
Davide Bresner
Come ogni anno la Commissione Europea ha pubblicato, il 27 ottobre 2015, il report relativo all’attività di
contrasto alla contraffazione svolta dalle Dogane europee nel corso del 2014, sulla base delle informazioni
ricevute dai singoli Stati membri in ottemperanza all’articolo 31 del Regolamento EU 608/2013.
L’analisi dei dati mostra che nel corso del 2014 sono state depositate circa 21.000 istanze di sorveglianza
doganale da parte dei rispettivi titolari dei diritti di proprietà intellettuale, con un trend in lieve diminuzione
rispetto al 2013 (che registrava circa 26.000 istanze), probabilmente a causa dell’introduzione delle nuove
disposizioni in materia di deposito, introdotte proprio dal Regolamento EU 608/2013, entrato in vigore il 1
gennaio 2014.
Il numero totale di fermi doganali è di 95.194, quindi in aumento rispetto agli 86.854 fermi eseguiti nel
2013. Ogni singolo sequestro è stato inserito in questo dato, a prescindere dalla natura o dal numero dei
prodotti coinvolti. Significativo l’aumento del 10% rispetto al 2013. Stabile invece a circa 35.000 il numero
di prodotti oggetto di sequestro, in questo senso non vi sono stati grandi cambiamenti negli ultimi tre anni.
In quasi il 60% dei casi il sequestro si è concluso con l’ordine di distruzione da parte delle autorità nazionali,
mentre solo nel 6% dei casi è stato necessario instaurare una azione legale innanzi ai Tribunali nazionali
competenti. Grande successo è stato riscontrato nell’applicazione della nuova procedura semplificata per
le piccole spedizioni, introdotta con l’art. 25 del nuovo Regolamento. La procedura è stata infatti applicata
nel 26% dei sequestri. Il dato è certamente significativo e mostra come la direzione presa dal Legislatore
comunitario con l’introduzione dell’articolo 25 sia idonea a sconfiggere, o quantomeno limitare, il
fenomeno della contraffazione online. A riprova di tale circostanza, si può notare che la percentuale più
alta di sequestri è stata eseguita nei confronti delle spedizioni postali, seguite dal trasporto aereo e da
quello tramite corriere espresso.
La Cina rimane leader indiscussa tra i paesi di provenienza dei prodotti sequestrati, con circa l’80% dei fermi
a suo carico, mentre tra le categorie di prodotti si registrano le sigarette al primo posto, seguite dai
giocattoli e dai medicinali.
Infine, un ultimo dato che non sorprende è che quello relativo alla tipologia di diritti IP oggetto dei fermi
operati dalle Dogane. Il 94% dei sequestri ha riguardato marchi comunitari, nazionali e internazionali,
circostanza che dimostra in modo inequivocabile come la sorveglianza doganale sia particolarmente
efficace per questi titoli.
I dati pubblicati dalla Commissione evidenziano ancora una volta l’eccellenza di un sistema comunitario
efficace, dove i singoli Stati membri sono stati in grado di implementare in modo più o meno uniforme la
disciplina comunitaria. L’auspicio è che i controlli diventino così capillari e insistenti da scoraggiare ancora
di più un fenomeno che, come evidenziato dal report analizzato, è ancora di dimensioni considerevoli.

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Report della commissione europea sui sequestri doganali nel 2014

  • 1. Via Rasella, 155 - 00187 Roma Via dell’Orso, 2 - 20121 Milano Tel +39 06 696661 Fax +39 06 69666544 Tel +39 02 722341 Fax +39 02 72234545 REPORT DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUI SEQUESTRI DOGANALI NEL 2014 Davide Bresner Come ogni anno la Commissione Europea ha pubblicato, il 27 ottobre 2015, il report relativo all’attività di contrasto alla contraffazione svolta dalle Dogane europee nel corso del 2014, sulla base delle informazioni ricevute dai singoli Stati membri in ottemperanza all’articolo 31 del Regolamento EU 608/2013. L’analisi dei dati mostra che nel corso del 2014 sono state depositate circa 21.000 istanze di sorveglianza doganale da parte dei rispettivi titolari dei diritti di proprietà intellettuale, con un trend in lieve diminuzione rispetto al 2013 (che registrava circa 26.000 istanze), probabilmente a causa dell’introduzione delle nuove disposizioni in materia di deposito, introdotte proprio dal Regolamento EU 608/2013, entrato in vigore il 1 gennaio 2014. Il numero totale di fermi doganali è di 95.194, quindi in aumento rispetto agli 86.854 fermi eseguiti nel 2013. Ogni singolo sequestro è stato inserito in questo dato, a prescindere dalla natura o dal numero dei prodotti coinvolti. Significativo l’aumento del 10% rispetto al 2013. Stabile invece a circa 35.000 il numero di prodotti oggetto di sequestro, in questo senso non vi sono stati grandi cambiamenti negli ultimi tre anni. In quasi il 60% dei casi il sequestro si è concluso con l’ordine di distruzione da parte delle autorità nazionali, mentre solo nel 6% dei casi è stato necessario instaurare una azione legale innanzi ai Tribunali nazionali competenti. Grande successo è stato riscontrato nell’applicazione della nuova procedura semplificata per le piccole spedizioni, introdotta con l’art. 25 del nuovo Regolamento. La procedura è stata infatti applicata nel 26% dei sequestri. Il dato è certamente significativo e mostra come la direzione presa dal Legislatore comunitario con l’introduzione dell’articolo 25 sia idonea a sconfiggere, o quantomeno limitare, il fenomeno della contraffazione online. A riprova di tale circostanza, si può notare che la percentuale più alta di sequestri è stata eseguita nei confronti delle spedizioni postali, seguite dal trasporto aereo e da quello tramite corriere espresso. La Cina rimane leader indiscussa tra i paesi di provenienza dei prodotti sequestrati, con circa l’80% dei fermi a suo carico, mentre tra le categorie di prodotti si registrano le sigarette al primo posto, seguite dai giocattoli e dai medicinali. Infine, un ultimo dato che non sorprende è che quello relativo alla tipologia di diritti IP oggetto dei fermi operati dalle Dogane. Il 94% dei sequestri ha riguardato marchi comunitari, nazionali e internazionali, circostanza che dimostra in modo inequivocabile come la sorveglianza doganale sia particolarmente efficace per questi titoli. I dati pubblicati dalla Commissione evidenziano ancora una volta l’eccellenza di un sistema comunitario efficace, dove i singoli Stati membri sono stati in grado di implementare in modo più o meno uniforme la disciplina comunitaria. L’auspicio è che i controlli diventino così capillari e insistenti da scoraggiare ancora di più un fenomeno che, come evidenziato dal report analizzato, è ancora di dimensioni considerevoli.