8. ● IL 2010 è stato uno degli anni più caldi dal 1850,
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9. ● I ghiacci
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10. Perche' fa piu caldo ???
CLIMA GLOBALE: 8° agosto più caldo dal 1880. Il periodo gennaio-agosto
si piazza all'11° posto con un'anomalia di +0.51°C. (fonte dati NOAA)
PROBLEMA
Le scienze Settembre 2011
PETM- Paleocene Eocene
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11. Le scienze Settembre 2011
COME ?
Gli ecosistemi stanno gia rispondendo al cambiamento
fonte IPCC Intergovernamental Panel Climate Change
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12. Cambiamenti in atto dell'
ecosistema
● Acidificazione delle acque superficiali
● Scioglimento dei ghiacciai e calotte glaciali
● Estinzioni di specie
● Spostamento zone climatiche
● Migrazioni animali e piante
● Siccità e alluvioni > eventi meteorologici estremi
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13. Di quanto sono aumentate le
catastrofi naturali?
HAITI
FRANCIA
Forest fire :
Russia e Isdraele
Xynthia
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15. Come difendersi ?
RESILIENZA
Nell'ambito della protezione civile si intende la
capacità di una comunità di affrontare gli eventi
calamitosi, di superarli e di uscirne rafforzata o
addirittura trasformata.
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17. Sistema nazionale di
allertamento
Sistema cui compete la decisione e la responsabilità di allertare il
servizio di protezione civile gestito dal Dipartimento e dalle Regioni
attraverso la rete dei Centri Funzionali e il cui governo è nella
responsabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle
Presidenze delle Giunte regionali.
Consiste in un sistema di procedure, strumenti, metodi e
responsabilità definite e condivise, nonché in un linguaggio
standardizzato e codificato, per le attività di previsione del rischio
e di allertamento delle strutture preposte all’attivazione delle
misure di prevenzione e delle fasi di gestione dell’emergenza. La
struttura del sistema ha la sua base giuridica nella direttiva P.C.M.
del 27 febbraio 2004.
Alla rete dei centri funzionali si affiancano i centri di competenza
il cui elenco aggiornato è nel Decreto del Capo Dipartimento n. 3593
del 20 luglio 2011.
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18. La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/02/2004
definisce come rischio , in una data zona, la probabilità che
un evento prefigurato, atteso e/o in atto, determini un certo grado di
effetti gerarchicamente e quantitativamente stimati sugli elementi
esposti in tale zona alla pericolosità dell’evento stesso. Gli eventi
causa di rischio potenziale per la popolazione si distinguono in eventi
prevedibili ed eventi non prevedibili.
Oggetto delle presenti procedure è la definizione delle modalità
operative per la gestione del sistema di allertamento regionale per gli
eventi potenzialmente prevedibili, tipicamente di natura idrogeologica.
In particolare, sono specificate le relazioni tra i livelli di
criticità e gli stati di allerta e le procedure e le azioni di
protezione civile da attivare progressivamente al crescere della
criticità.
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19. Procedure di attivazione dei livelli di
allertamento del sistema di protezione civile
Fare clic per modificare stili del testo dello schema
Secondo livello
● Terzo livello
● Quarto livello
● Quinto livello
20. Per ciascuna zona e per le varie tipologie di
rischio, sono state individuate delle opportune
grandezze meteo-idrologiche, quali indicatori del
probabile manifestarsi di prefigurati scenari
d’evento. È stato quindi definito un sistema di
soglie articolato su due livelli di criticità
(moderata ed elevata) per tutte le tipologie di
rischio in esame: idraulico-idrogeologico, neve,
vento, mareggiate, ghiaccio.
Alla previsione del superamento di tali soglie viene
emesso Avviso di Criticità e
vengono adottati opportuni stati di allerta del
sistema di protezione civile.
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21. b) Criticità moderata: : condizioni corrispondenti
al raggiungimento della stima del tempo di ritorno
quinquennale per almeno uno dei valori di precipitazione
cumulata a 1-3-6-12-24 ore. Indica il manifestarsi di
piogge non ordinarie, con una situazione da monitorare
focalizzando l’attenzione nei punti critici in cui si sta
sviluppando il fenomeno, con possibili conseguenze di:
• per il raggiungimento della soglia per durate brevi (1-3-
6 ore): probabili frane in zone ad elevata pericolosità
idrogeologica, aggravamento delle condizioni di smaltimento
dei sistemi fognari nei centri urbani, sollecitazione del
reticolo idrografico minore;
•
per il raggiungimento della soglia per durate lunghe (6-12-24 ore):
saturazione del suolo con aumento della pericolosità da frana (soprattutto se
si manifestano successivi scrosci di breve durata ed alta intensità);
aggravamento delle condizioni di reticoli principali dei bacini di medie-grandi
dimensioni (500 – 5000 kmq), con diminuzione del volume invasabile in alveo
e probabile innalzamento dei livelli sulle aste principali
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22. Criticità elevata: condizioni corrispondenti al raggiungimento della stima
del tempo di ritorno decennale per almeno uno dei valori di precipitazione cumulata
a 1-3-6-12-24 ore. Indica il manifestarsi di piogge rilevanti, quasi eccezionali, con
possibili conseguenze di:
• per il raggiungimento della soglia per durate brevi (1-3-6 ore): probabili frane in
zone ad elevata e media pericolosità idrogeologica, forte aggravamento delle
condizioni di smaltimento dei sistemi fognari nei centri urbani con eventuali
allagamenti locali, forte sollecitazione del reticolo minore con possibili allagamenti
in zone ad elevata pericolosità idraulica, probabile formazione di onde di piena su
bacini di piccole-medie dimensioni (100-1000 kmq);
• per il raggiungimento della soglia per durate lunghe (6-12-24 ore): saturazione del
suolo con forte aumento della pericolosità da frana (soprattutto se si manifestano
successivi scrosci di breve durata ed alta intensità); formazione di piena sui
reticoli idrografici principali dei bacini di medie-grandi dimensioni (500 – 5000
kmq), con probabile repentino innalzamento dei livelli sulle aste principali
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23. È inserito inoltre un livello di ordinaria criticità, intermedio tra la
criticità nulla e la criticità moderata o elevata, che di regola non prevede danni diffusi
a scala comunale e può essere affrontato con mezzi ordinari. Tale livello di criticità può
però comportare anche effetti significativi, con una possibile ed occasionale
pericolosità per l’incolumità delle persone, ove si manifestino eventi intensi, quali
temporali accompagnati da fulmini, rovesci di pioggia e grandinate nonché colpi di
vento e trombe d’aria, d’incerta previsione sia spaziale che temporale.
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24. Centri Funzionali
Centri di competenza
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25. Il centro funzionale
nazionale
Fornisce supporto alle regioni che non
hanno ancora attivo il proprio centro funzionale
Ha il compito di monitorare e analizzare, attraverso un
approccio multi rischio, dati relativi a situazioni di crisi
in Italia e all'estero
Centro Funzionale Centrale
per il rischio vulcanico
Struttura Centro Funzionale Centrale per il
rischio incendi boschivi.
Centro Funzionale Centrale per il
rischio idrogeologico e idraulico
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26. Analizziamo un centro
funzionale .
La Regione Toscana
www.cfr.toscana.it
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27. Direttiva Pres. Cons. dei Ministri del 27 febbraio 2004
“Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e
funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e
regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini
di protezione civile”
Decreto R.T. N. 6884 del 13 Dicembre 2005
Monitoraggio in caso di allerta e segnalazione di evento
calamitoso, censimento danni da parte degli enti competenti:
modulistica e disposizioni per il relativo utilizzo.
Delibera R.T. N. 611 del 04 Settembre 2006
Approvazione nuove disposizioni e procedure operative per
l'attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 27 febbraio 2004 "Indirizzi operativi per
la gestione organizzativa e funzionale del sistema di
allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio
idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile".
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33. AREA RISERVATA
Numero di eventi dal 17/09 al 19/09 > piu di 56,000
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34. E per l' AIB ?????????
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35. AREA RISERVATA
Piccola nota personale: si ringrazia il Dot. For. Paolo Battelli responsabile del Servizio AIB della Provincia di Massa Carrara per la
lunga e proficua collaborazione.
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